I due italiani detenuti all’Alligator Alcatraz trasferiti a Miami: escono dal carcere disumano voluto da Trump

Lug 25, 2025 - 17:00
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I due italiani detenuti all’Alligator Alcatraz trasferiti a Miami: escono dal carcere disumano voluto da Trump

Fernando Eduardo Artese e Gaetano Cateno Mirabella Costa, i due cittadini italiani che da alcuni giorni sono detenuti all’Alligator Alcatraz, il penitenziario fatto costruire da Trump nelle paludi delle Everglades in Florida, sono stati trasferiti nel centro ICE di Krome.

A renderlo noto è la Farnesina. L’Italia si è mossa tramite il consolato a Miami: le famiglie dei due sono state informate anche per poter così caricare sul cosiddetto “detainee account”, una sorta di “carta prepagata” che i detenuti hanno a disposizione per spese consentite, il denaro necessario per acquistare un biglietto aereo per lasciare gli Stati Uniti, se e quando verrà consentito della autorità statunitensi.

Artese potrebbe partire per l’Italia presto, spiegano dal ministero degli Esteri, mentre Mirabella Costa dovrà presentarsi davanti a un giudice che valuterà la sua posizione sulla base dei reati che gli sono addebitate.

Gaetano Cateno Mirabella Costa, 45 anni siciliano che vive negli States da 10 anni, è stato arrestato il 3 gennaio scorso per detenzione di sostanze stupefacenti e per aver aggredito una persona, l’ex moglie che lo ha denunciato. Prima è stato rinchiuso nel carcere di Marion, in Florida, e poi, terminato l’iter processuale con condanna a 6 mesi, è stato trasferito nel “Alligator Alcatraz” inaugurato da Trump a inizio luglio, in attesa dell’espulsione verso l’Italia per violazione delle norme sull’immigrazione.

Una detenzione in condizioni disumane, come aveva raccontato lo stesso Mirabella Costa ai microfoni del Tg2. “Siamo in gabbia come polli, 32 persone con tre bagni aperti, tutti vedono tutto. Non so di cosa mi accusano, non posso parlare con un avvocato né con un giudice”, spiegava il 45enne siciliano, che si era appellato alle autorità italiane.

Anche l’altro italiano rinchiuso nel carcere aveva parlato del penitenziario come di una struttura in cui vi sono “condizioni da campo di concentramento, ci trattano come criminali”. Artese, italo-argentino di 63 anni, era stato fermato il 25 giugno dalla polizia Usa a Jupiter, mentre con la famiglia aveva intrapreso un lungo viaggio in auto per fare ritorno in Argentina. Il motivo? Guida senza patente. Lo scorso marzo il 63enne italo-argentino era stato multato, avrebbe dovuto presentarsi in tribunale per il processo ma, temendo di essere arrestato, non ci era andato: Artese ha vissuto negli Stati Uniti per 15 anni grazie al suo passaporto italiano e con un permesso di soggiorno di 90 giorni che poi però lasciò scadere.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia