Il Mediterraneo torna al centro dei nuovi scenari economici e geopolitici

Lug 5, 2025 - 00:00
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Il Mediterraneo torna al centro dei nuovi scenari economici e geopolitici

Il Mediterraneo torna al centro della riflessione economica e geopolitica internazionale, in un momento di rinnovata tensione sui mercati globali e di profonda trasformazione nei modelli di trasporto e logistica. È questo il quadro delineato dal dodicesimo rapporto annuale “Italian Maritime Economy” redatto da Srm, il centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, presentato oggi presso le Gallerie d’Italia di Napoli. L’edizione 2025, dal titolo “Protezionismo e dazi: impatti su shipping globale e modelli portuali. Il Mediterraneo al centro degli scenari tra intermodalità e sostenibilità”, affronta con metodo analitico e visione strategica i principali nodi del commercio marittimo contemporaneo, a partire dalla crescente instabilità geopolitica e dal ritorno di pratiche protezionistiche.

Il lavoro, sviluppato nell’ambito del Partenariato Esteso “Nest – Network 4 Energy Sustainable Transition”, esplora in particolare gli effetti delle nuove barriere commerciali, come i dazi introdotti recentemente dagli Stati Uniti, sui flussi marittimi internazionali e sul funzionamento dei grandi snodi logistici globali, con un’attenzione specifica ai porti italiani e alle rotte con il Far East e il Medio Oriente. Come sottolineato da Massimo Deandreis, direttore generale di Srm, e da Alessandro Panaro, responsabile Maritime & Energy dello stesso centro, lo studio si inserisce in una fase in cui l’economia del mare, lungi dal rappresentare un settore ancillare, si configura come uno degli assi portanti del sistema produttivo nazionale e della sua proiezione internazionale.

Ad aprire i lavori i saluti istituzionali del presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, e del presidente di Srm, Paolo Scudieri, a testimonianza del ruolo crescente che le analisi sulla portualità e la logistica assumono nel contesto delle strategie di sviluppo sostenibile e attrazione di investimenti. Due le sessioni di confronto che hanno seguito la presentazione del rapporto, moderate dalla giornalista Morena Pivetti. La prima, intitolata “Navigando tra nuovi equilibri geopolitici e confini economici”, ha visto la partecipazione dell’ammiraglio Aurelio De Carolis, comandante in capo della Squadra Navale della Marina Militare, di Emanuele Grimaldi, Ceo del gruppo omonimo e presidente dell’International Chamber of Shipping, e di Paolo Magri, presidente del Comitato scientifico e managing director dell’Ispi. I relatori hanno evidenziato come le tensioni nei punti strategici del traffico marittimo – dallo Stretto di Suez al Canale di Panama – stiano modificando profondamente le rotte, con conseguenze dirette sulla sicurezza dei traffici, sui costi delle assicurazioni e sulla tenuta delle filiere.

La seconda sessione, dedicata al binomio “Porti, shipping e logistica: investire in sostenibilità e intermodalità”, ha approfondito il ruolo crescente dell’intermodalità mare-ferro nei porti italiani. Michele Acciaro, professore alla Copenaghen Business School, ha illustrato le dinamiche internazionali della transizione verde nello shipping; Nicola Carlone, comandante generale della Guardia costiera, ha tracciato un quadro operativo delle sfide nella gestione della sicurezza e della sostenibilità ambientale nei porti; mentre Sabrina De Filippis, Ceo di FS Logistix, ha presentato le iniziative del gruppo ferroviario per l’integrazione dei nodi logistici terrestri e marittimi. Un focus specifico è stato riservato ai porti di Genova, Trieste e La Spezia, considerati casi studio di eccellenza nell’adozione di modelli intermodali sostenibili. In questi scali, percentuali sempre più rilevanti del traffico merci vengono gestite con soluzioni a ridotto impatto ambientale, grazie a investimenti in infrastrutture ferroviarie e digitalizzazione dei processi doganali. Si tratta di una tendenza che Srm individua come cruciale per la competitività a medio-lungo termine del sistema logistico nazionale.

Il rapporto include anche saggi elaborati da esperti internazionali provenienti da Cina, Egitto, Germania e Spagna, con contributi su transizione energetica, neutralità carbonica e utilizzo di carburanti alternativi. Una sezione specifica analizza inoltre le implicazioni economiche del nuovo quadro tariffario internazionale per le economie mediterranee, in particolare quelle del Nord Africa, sottolineando il ruolo crescente dell’Italia come hub logistico europeo a sud. A concludere i lavori è stato Marco Gilli, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, che ha sottolineato il valore del partenariato tra istituzioni pubbliche, mondo della ricerca e settore privato nella definizione di strategie condivise per uno sviluppo sostenibile e resiliente.

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