Il ruolo delle Magistrates’ Courts nel sistema penale inglese

Lug 31, 2025 - 12:00
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Il ruolo delle Magistrates’ Courts nel sistema penale inglese

Nel sistema giudiziario di Inghilterra e Galles, le Magistrates’ Courts rappresentano la colonna portante della giustizia penale ordinaria. Si tratta dei tribunali di primo grado, il livello base della gerarchia giudiziaria, in cui vengono trattati la stragrande maggioranza dei procedimenti penali, ma anche numerose questioni civili e familiari. Nonostante la loro apparente semplicità, le Magistrates’ Courts incarnano un principio profondo: la giustizia come funzione della comunità. In queste corti, infatti, operano non solo giudici professionisti ma anche magistrati volontari, cittadini comuni istruiti per decidere sulle sorti legali dei loro pari. Comprendere il funzionamento di queste corti significa comprendere il cuore pratico della giustizia britannica.

Struttura, giurisdizione e competenze delle Magistrates’ Courts

Le Magistrates’ Courts sono presenti in quasi tutte le aree del territorio di Inghilterra e Galles e rappresentano il primo punto di contatto tra cittadini e sistema giudiziario. Qui iniziano praticamente tutti i procedimenti penali, indipendentemente dalla loro gravità. Nelle Magistrates’ Courts si trattano principalmente i cosiddetti summary offences, ossia reati minori come piccole risse, furti di modico valore, disturbo della quiete pubblica, vandalismo e infrazioni stradali come la guida in stato d’ebbrezza. In questi casi, le corti possono emettere una condanna diretta, senza necessità di giuria.

Le Magistrates’ Courts trattano anche reati definiti either-way, cioè infrazioni di media gravità (come furti o aggressioni non aggravate), che possono essere giudicati sia in queste corti che nella Crown Court. Sarà il giudice a stabilire se il caso può essere gestito direttamente o se è necessario un rinvio a un tribunale superiore. Inoltre, le corti dei magistrati svolgono funzioni di udienza preliminare per i indictable offences, ossia i reati gravi (come omicidi o stupri), che vengono poi trasferiti alla Crown Court.

Un altro ambito di competenza riguarda il diritto familiare e minorile, in particolare nel caso di dispute sull’affidamento o l’adozione, o per l’emissione di ordini restrittivi in casi di violenza domestica. Alcuni di questi procedimenti sono stati trasferiti alle Family Courts, ma restano comunque gestiti all’interno dello stesso edificio giudiziario. Oltre a ciò, le Magistrates’ Courts hanno anche responsabilità civili e amministrative, come la concessione di licenze commerciali o la convalida di provvedimenti locali. Secondo i dati del Ministero della Giustizia, circa il 95% di tutti i casi penali in Inghilterra e Galles viene risolto in queste corti, spesso con rapidità ed efficienza.

Magistrati laici e District Judges: due anime della giustizia di primo grado

Una delle caratteristiche più singolari delle Magistrates’ Courts è che, in molti casi, le sentenze non sono emesse da un giudice togato, ma da lay magistrates, ovvero magistrati laici volontari. Noti anche come Justices of the Peace, sono cittadini ordinari selezionati in base a criteri di imparzialità, equilibrio e spirito di servizio pubblico. Non è necessario avere una formazione giuridica: ricevono infatti un percorso formativo specifico e operano sempre assistiti da un legal adviser, una figura professionale con preparazione giuridica che garantisce la correttezza legale del procedimento.

I magistrati laici siedono normalmente in pannelli di tre persone e decidono in forma collegiale, scegliendo una figura che presiede (Presiding Magistrate) e comunica la decisione. L’origine di questo ruolo risale al XIV secolo, e il principio è quello di avvicinare la giustizia al popolo, attraverso la partecipazione civica alla funzione giurisdizionale. Il reclutamento e la formazione sono gestiti a livello locale, sotto l’egida del Judicial Appointments Commission.

Accanto ai magistrati laici, in alcune corti operano anche i District Judges (Magistrates’ Courts). Questi sono giudici professionisti con almeno cinque anni di esperienza legale, nominati per gestire casi complessi, tecnici o particolarmente delicati. A differenza dei laici, i District Judges possono decidere da soli e rappresentano l’anello di congiunzione tra il mondo giuridico professionale e la giustizia comunitaria. In tutto il Paese si contano circa 300 District Judges attivi in queste corti.

Alla guida di questo sistema vi è il Chief Magistrate (Senior District Judge), incaricato di supervisionare la coerenza delle decisioni, coordinare i giudici di distretto e presiedere udienze particolarmente rilevanti, come quelle per l’estradizione. Il sito ufficiale della magistratura britannica fornisce aggiornamenti costanti sul ruolo e sulle responsabilità di questa figura.

Efficienza, limiti e prospettive di riforma

Uno dei motivi per cui le Magistrates’ Courts sono considerate il motore del sistema giudiziario inglese è la loro efficienza. I procedimenti sono rapidi, spesso conclusi in poche settimane, con costi contenuti e modalità accessibili. Tuttavia, questo stesso modello ha suscitato critiche per la sua apparente semplicità. Alcuni osservatori sottolineano che l’assenza di una formazione giuridica nei magistrati laici può comportare margini di errore, soprattutto in contesti interpretativi più complessi. Un’indagine riportata dal The Times ha descritto alcune sentenze come sbilanciate o eccessivamente orientate in favore delle forze dell’ordine, attribuendo ciò all’inesperienza o alla soggettività dei magistrati.

Un ulteriore tema dibattuto riguarda la Single Justice Procedure (SJP), una procedura introdotta nel 2015 per snellire i processi relativi a reati minori. In questo modello, un solo magistrato valuta i documenti presentati dalle parti e può emettere sentenza senza alcuna udienza pubblica, a meno che l’imputato non ne faccia richiesta. È uno strumento utile per alleggerire il carico dei tribunali, ma che ha suscitato preoccupazioni per la trasparenza e la qualità della giustizia. Secondo diverse organizzazioni indipendenti, il rischio è quello di penalizzare le fasce più deboli della popolazione, meno inclini o capaci di interagire con il sistema digitale e processuale.

Un’altra proposta recente, avanzata in risposta all’arretrato cronico nei tribunali penali, è l’idea di introdurre tribunali intermedi senza giuria, nei quali un giudice professionale sarebbe affiancato da due magistrati laici per valutare alcuni reati di media gravità. Questa soluzione, seppur interessante in termini organizzativi, ha sollevato un acceso dibattito in merito ai diritti della difesa e all’indipendenza del processo penale. Diverse organizzazioni di tutela dei diritti civili hanno evidenziato il rischio di discriminazioni sistemiche, soprattutto per le minoranze etniche.

Nel complesso, le Magistrates’ Courts si confermano un pilastro insostituibile del sistema giuridico, eppure il loro futuro dipenderà dalla capacità di bilanciare efficienza, equità e trasparenza, valorizzando il contributo della giustizia laica e mantenendo uno standard elevato di professionalità e fiducia pubblica.

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