Il titolo di Swatch Group guadagna terreno dopo le rassicurazioni di Hayek sui dazi Usa

Le azioni di Swatch Group hanno registrato un balzo in avanti del 6,8% dopo che il CEO Nick Hayek ha rassicurato gli investitori sull’impatto dei dazi imposti da Donald Trump sulle esportazioni dell’azienda verso gli Stati Uniti.
Come riportato da Bloomberg, durante una conferenza telefonica con investitori e analisti tenutasi ieri, Hayek ha affermato che il mercato orologiero statunitense rimane forte e che Swatch ha aumentato i prezzi e accumulato scorte per contribuire ad attutire l’impatto dell’imposta del 39% sulle esportazioni svizzere, secondo una nota dell’analista Thomas Chauvet di Citigroup Inc. Swatch, dal lato suo, ha rifiutato di commentare le dichiarazioni dell’amministratore delegato. Parallelamente, anche i principali competitor come Richemont, Kering, Watches of Switzerland Group Plc e Lvmh hanno guadagnato terreno dopo la notizia. Come riportato nel corso della call, le vendite negli Stati Uniti sono aumentate di circa il 20% dall’inizio del terzo trimestre.
L’andamento altalenante del titolo in Borsa del gruppo elvetico in queste settimane estive è stato influenzato anche dall’ultima ‘questione cinese’. Negli scorsi giorni Swatch Group è infatti arretrata alla Borsa di Zurigo dopo aver ritirato una campagna pubblicitaria che ha scatenato accuse di razzismo e inviti al boicottaggio sui social media cinesi. Il produttore di segnatempo si è scusato e ha rimosso un’immagine pubblicitaria che mostrava un modello che si tirava gli angoli degli occhi, simulando il gesto degli “occhi a mandorla”, che è stato definito razzista ed è stato duramente criticato dagli utenti dei social. “L’immagine del marchio è crollata. Swatch pensa di poter semplicemente scusarsi e salvare tutto? Non è così semplice” riporta Il Sole 24 Ore le parole di un utente cinese.
La polemica dalle sfumature razziste si aggiunge alle difficoltà incontrate dal gruppo – che nell’ultimo semestre ha registrato risultati poco brillanti con utili in picchiata a -66% e conti ben al di sotto delle stime degli analisti – anche e soprattutto in territorio cinese. Il gruppo svizzero ha indicato infatti che il calo delle vendite (-7,1%) nel semestre è interamente riconducibile alla regione della Grande Cina. La domanda dei consumatori cinesi ha continuato a mostrarsi debole, sia sul mercato domestico che all’estero. Le vendite retail nella regione hanno registrato un calo del 15%, mentre il canale wholesale ha segnato un crollo del 30 per cento.
Inoltre, il titolo del produttore elvetico ha già perso oltre la metà del valore dall’inizio del 2023 e, come anticipato, adesso dovrà far fronte a un dazio del 39% sulle sue esportazioni verso gli Stati Uniti. In cinque giorni la quotazione è migliorata del 9,6%, ma resta in territorio negativo per circa il 6,5% rispetto all’inizio dell’anno.
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