La Commissione punta sulle pensioni integrative: fare cassa per gli investimenti e tutelare i redditi degli anziani

Novembre 20, 2025 - 20:30
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La Commissione punta sulle pensioni integrative: fare cassa per gli investimenti e tutelare i redditi degli anziani

Bruxelles – Raschiando il fondo del barile la Commissione europea punta sulle pensioni integrative, per creare un capitale che possa, nell’immediato, finanziare le necessità di investimento per rilanciale l’asfittica economia continentale e per sostenere i nuovi programmi, come quello sulla difesa. Il progetto servirà anche da alibi ai governi che non sono in grado di garantire sistemi pensionistici adeguati, perché non riescono a proteggere i posti di lavoro e la crisi demografica viene aggravata bloccando l’arrivo di migranti: uno schema privato potrà aiutare chi ha i margini per mettere da parte qualcosa.

La Commissione ha adottato oggi un pacchetto di misure volte “ad aiutare i cittadini a garantirsi un reddito adeguato durante la pensione“, migliorando l’accesso a pensioni integrative migliori e più efficaci. Le azioni proposte, spiegano a Bruxelles, mirano a integrare, e non a sostituire, le pensioni pubbliche, che costituiscono la base dei sistemi pensionistici in tutti gli Stati membri.

Il pacchetto fa parte della strategia dell’Unione del risparmio e degli investimenti (SIU) della Commissione, che mira a “creare maggiori opportunità per le famiglie di costruire il proprio patrimonio attraverso i mercati dei capitali, stimolando al contempo la crescita economica e la competitività dell’UE”.

L’esecutivo UE riconosce che i cambiamenti demografici e delle dinamiche del mercato del lavoro richiedono un adeguamento dei sistemi pensionistici, le pensioni integrative – sia i regimi pensionistici professionali che quelli individuali – “possono aiutare i cittadini a ottenere un reddito da pensione più diversificato, migliorando la sicurezza e la stabilità finanziaria al momento del pensionamento” e secondo la Commissione possono anche concorrere a ridurre “il divario pensionistico di genere tra uomini e donne è attualmente del 24,5 per cento”.

Subito ammette l’esecutivo che “regimi pensionistici complementari più solidi ed efficienti possono anche contribuire alla crescita economica e alla competitività dell’Europa, mobilitando risparmi a lungo termine per investimenti produttivi”.

L’obiettivo della proposta è dunque “rafforzare sia la domanda che l’offerta di pensioni complementari”. L’intervento dovrà però essere delicato, perché le iniziative devono rispettare le competenze degli Stati membri nell’organizzazione e nella progettazione dei loro sistemi pensionistici nazionali, ed anche l’autonomia delle parti sociali laddove sono responsabili dell’istituzione e della gestione dei regimi pensionistici.

Maria Luís Albuquerque, Commissaria per i servizi finanziari e l’Unione del risparmio e degli investimenti incontrando i giornalisti ha spiegato che “il nostro obiettivo è chiaro: tutti dovrebbero poter mantenere un buon tenore di vita durante la pensione. Per questo motivo abbiamo adottato un approccio globale volto a rafforzare le pensioni integrative, che vanno ad affiancarsi, senza sostituirle, alle pensioni pubbliche. Le nostre misure forniranno agli europei strumenti migliori per pianificare con fiducia la vecchiaia, sbloccando al contempo nuove fonti di finanziamento per rilanciare l’economia dell’UE”. Albuquerque esorta poi “tutte le parti interessate, compresi gli Stati membri, a unirsi ai nostri sforzi, poiché un’attuazione efficace a livello nazionale sarà fondamentale per raggiungere questi obiettivi condivisi“.

La Commissione, nella sua iniziativa SIU, nella quale rientra anche questa proposta, punta a migliorare le conoscenze finanziarie dei cittadini allo scopo da una parte di liberare risparmi per gli investimenti, ma anche di aiutare le persone ad ottenere i migliori ricavi dai propri capitali.

Le misure proposte

La Commissione raccomanda agli Stati membri di realizzare l’iscrizione automatica, ovvero l’inclusione automatica dei lavoratori nei regimi pensionistici complementari, con la piena libertà per gli individui di rinunciarvi. Una seconda misura punta a sviluppare ulteriormente sistemi completi di monitoraggio delle pensioni per fornire ai cittadini una chiara panoramica dei loro diritti pensionistici e delle prestazioni previste in tutti i regimi pensionistici. La proposta sostiene poi lo sviluppo di quadri di controllo pensionistici nazionali, affinché i responsabili politici degli Stati membri abbiano una visione più chiara della copertura, della sostenibilità e dell’adeguatezza del loro sistema pensionistico. I quadri di controllo nazionali confluirebbero infine in un quadro di controllo pensionistico a livello dell’UE.

Per sbloccare il potenziale delle pensioni aziendali, che alle volte hanno un bacino troppo piccolo per sopravvivere, la Commissione propone di rafforzare e modernizzare il quadro normativo al fine di sostenere meglio l’efficienza, la dimensione e la fiducia nei fondi pensione complementari.

Proposta legislativa di modifica del regolamento sui prodotti pensionistici personali paneuropei (PEPP)

La revisione del regolamento PEPP mira a rendere i prodotti pensionistici personali paneuropei (PEPP) un’opzione più attraente, accessibile ed economica per i risparmiatori. Eliminerà i requisiti e le caratteristiche di progettazione esistenti che hanno ostacolato la diffusione dei PEPP, continuando, assicurano a Bruxelles, al contempo a garantire un elevato livello di protezione dei consumatori. La revisione introduce un “PEPP di base” accessibile e facilmente accessibile, investito in attività finanziarie semplici e offerto al pubblico senza consulenza. I risparmiatori avranno anche accesso a PEPP “su misura” che possono includere garanzie e attività più complesse, che richiedono una consulenza per garantire la comprensione da parte dei consumatori. Di conseguenza, il PEPP sarà adattabile alle diverse preferenze degli investitori e adatto a vari tipi di fornitori, compresi i gestori patrimoniali e gli assicuratori.

Le proposte di modifica della direttiva IORP II e del regolamento PEPP dovranno ora essere negoziate e concordate dal Parlamento europeo e dal Consiglio.

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