La moda italiana torna (finalmente) a crescere nel terzo trimestre. Per il full year il calo sarà ‘solo’ del 3%
La moda italiana tira un sospiro di sollievo. Durante la conferenza stampa dedicata alla prossima Milano fashion week maschile il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana Carlo Capasa ha comunicato che nel terzo trimestre del 2025 il fatturato dei settori core della moda italiana (tessile, abbigliamento, pelle, pelletteria e calzature) è finalmente tornato a crescere, dopo otto trimestri consecutivi di calo.
A luglio si è avuta una prima inversione di tendenza, +1,4% rispetto a luglio 2024, che si è irrobustita a settembre con una crescita del 5,7 per cento. Il buon andamento del terzo trimestre ha attenuato il calo del 2,7% dei primi nove mesi. Continua invece ad essere negativo, per il terzo trimestre consecutivo (-3,7%), l’andamento del fatturato nei settori collegati, soprattutto a causa della debolezza nei mercati di gioielli (-6,7% nel Q3 e -4,1% nel complesso dei primi nove mesi del 2025) e occhialeria (-3,5% nel terzo trimestre e -2% nei nove mesi). Le difficoltà di questi comparti sono in buona parte da attribuire alla debolezza dei mercati di esportazione.
Nel complesso dell’industria della moda e dei settori collegati, il fatturato cumulato dei primi nove mesi è diminuito del 3% rispetto agli stessi mesi del 2024. L’andamento dei prezzi industriali resta molto debole, in calo nella filiera tessile (-1,6% nei primi 10 mesi) e sostanzialmente stabile nell’abbigliamento e calzature (rispettivamente +0,2% e +0,8 per cento). Restano invece in crescita nella cosmesi (+2,7%) e nella gioielleria (+9,1%), malgrado il calo del fatturato.
Gli ultimi dati forniti dall’Istat relativi al mese di ottobre mostrano un andamento delle vendite al dettaglio con forti diversificazioni. I dati positivi riguardano le vendite di prodotti della profumeria e della cura della persona, che crescono del 4,2%, e dell’abbigliamento, in ripresa con +1,4%, leggermente negativi invece le vendite di gioielli e calzature.
I dati sull’andamento del commercio mondiale di merci forniti da Unctad (United Nations Conference on Trade and Development) sono ad oggi disponibili per il primo semestre del 2025. I dati mostrano una ripresa nel secondo trimestre, malgrado il persistere di pressioni depressive sui prezzi dopo la battuta d’arresto del primo. Le stime sull’andamento dei flussi commerciali di tessile e abbigliamento mostrano, tuttavia, una dinamica meno vivace rispetto agli altri settori industriali.
In questo contesto, le esportazioni dell’industria italiana della moda sono complessivamente diminuite del 9% nei primi 8 mesi rispetto allo stesso periodo del 2024. Il calo ha interessato sia i settori core (-3,2%) che quelli collegati (-7 per cento). Scorrendo la classifica dei maggiori paesi di destinazione della moda italiana sono evidenti le difficoltà del quadro macroeconomico in Francia che ha congelato l’export sui livelli del 2024 e provocato un calo nei settori core. L’impatto delle misure protezionistiche degli Stati Uniti, terzo mercato per la moda italiana, è stato finora solo in parte avvertito nei settori core della moda italiana, le esportazioni hanno rallentato ma sono rimaste con un segno positivo (+ 2,3%), mentre è stato pienamente avvertito nei settori collegato dove l’export verso gli Usa è calato del 13 per cento.
Le difficoltà del mercato cinese, come ha sottolineato Carlo Capasa, permangono gravi e le esportazioni sono diminuite di quasi il 20% verso la Cina e del 1,6% verso lo hub di Hong Kong. Importante anche il calo dell’export verso la Turchia (-43,4% nei settori collegati), il cui boom nello scorso anno e nei primi mesi del 2024 era con ogni probabilità dovuto a triangolazioni con paesi tersi.
Le importazioni sono invece in crescita sia nei settori core (+6,3%) che in quelli collegati (+2,5 per cento). Le importazioni dalla Cina (+11,8%) sono in forte ripresa, in linea con il generale recupero dell’export cinese sui mercati mondiali. Il saldo commerciale complessivo nei primi otto mesi del 2025 è stato positivo per 26,7 miliardi di euro, ma in diminuzione di 4,3 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2024.
La previsione per l’insieme del fatturato dell’industria della moda è di un calo del fatturato rispetto al 2024 tra il -2,7% e il -3%, al di sopra delle aspettative dei mesi scorsi intorno a -5 per cento.
Carlo Capasa ha ricordato che nel 2022 erano presenti in Italia 62mila imprese, nel 2024 sono diventate 59mila. Il manager ha inoltre sottolineato che in due anni sono stati perso dieci miliardi di fatturato.
Durate l’incontro Matteo Zoppas, presidente di Ice, ha ricordato che ci sono realtà italiane che “hanno veramente bisogno di essere assistite, anche se negli ultimi mesi dell’anno c’è stato un leggero recupero”. Il manager ha sottolineato il ruolo di Ice come promotore del made in Italy: “svolgiamo 36 progetti all’anno e portiamo in Italia circa 200 operatori e mille aziende all’estero. Stiamo cercando di capire come dare ancora più energia alla moda che è fautrice del made in Italy”.
“Diverse location e tanti eventi renderanno anche questa settimana ricca e interessante, in attesa che sulla nostra città si accendano le luci dei Giochi Olimpici”, ha dichiarato Alessia Cappello, assessora allo sviluppo economico e alle politiche del lavoro con delega al commercio, alla moda e al design. La manager ha anche ricordato il rapporto strategico con Firenze per una fashion week nazionale che parte da Pitti Uomo prima di approdare agli eventi meneghini.
Per quanto concerne la fashion week dedicata alle collezioni uomo autunno/inverno 2026-27, in programma dal 16 al 20 gennaio 2026, sono previsti 76 appuntamenti totali: 18 sfilate fisiche e sette digitali, 36 presentazioni, tre presentazioni su appuntamento e 12 eventi.
Saranno presenti per la prima volta nel calendario ufficiale delle sfilate Ralph Lauren, Domenico Orefice e Victor Hart. Ritornano in passerella Zegna e Dsquared2. Per la prima volta nel calendario delle sfilate digitali: Absent Findings, Ajabeng, Kente Gentlemen, Raimondi, State of Chaos e Subwae.
Presenti per la prima volta nel calendario presentazioni i brand Bottega Bernard, Dunhill, K-Way, Plās Collective, Moarno, Sagaboi, Stone Island e ritorna Ferragamo. Questa edizione vede anche la celebrazione di importanti anniversari: il 25esimo anniversario di Blauer, il decimo di Pronunce e il quinto di Marcello Pipitone. Tra gli eventi, Ea7 Emporio Armani celebrerà con un evento in negozio i Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026. K-Way presenterà con Vogue e GQ l’evento aperto al pubblico ”Montagna Milano’: The Alpine Club in Town’.
Li-Ning allestirà una sfilata co-ed con focus sullo sportswear. Stone Island presenterà ‘Prototype Research_Series 09, Air Blown Lamination on Knit’ attraverso un’installazione di Ken-Tonio Yamamoto che propone capi nati da processi di ricerca e sperimentazione non industrializzati.
La campagna di comunicazione della Milano fashion week continua anche in questa edizione a dare risalto ai nuovi talenti e ai luoghi rappresentativi di Milano, sviluppando un percorso narrativo che include la scelta della location e la collaborazione con i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026. Gli scatti sono stati arricchiti anche in questa edizione con oggetti da archivio messi a disposizione dal Museo Olimpico a Losanna; la location scelta per questa edizione è l’ingresso di uno storico palazzo di Milano degli anni ‘40. La campagna è stata scattata dal fotografo Alessandro Burzigotti, con lo styling di Daria Di Gennaro. I brand coinvolti sono: Ascend Beyond, Cascinelli, Federico Cina, Gams Note, Meriisi, Moarno, Mordecai, Mtl Studio, Noskra, Setchu e Viapiave33.
Anche per questa edizione la Fondazione Sozzani diventa lo spazio di Cnmi durante la fashion week maschile; sfileranno i brand Domenico Orefice e Simon Cracker, mentre saranno presenti con una presentazione i brand Bottega Bernard, Maragno, Marcello Pipitone-Bonola, Moarno, Mtl Studio, Pecoranera e Sagaboi.
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