La sfida nascosta dell’eolico: come rendere sostenibili le pale a fine vita


Il settore eolico cresce a ritmo record, ma il fine vita delle pale rischia di trasformarsi in un’emergenza ambientale. Nuovi materiali, normative più stringenti e innovazioni industriali aprono la strada a un’economia circolare delle turbine
L’eolico rappresenta uno dei pilastri della transizione energetica globale, con oltre 117 GW di nuova capacità installata solo nel 2024 e prospettive di crescita che superano il terawatt entro il 2030.
Ma dietro l’immagine di energia pulita si cela un problema strutturale: la gestione delle pale a fine vita. Progettate per durare tra i 20 e i 25 anni, le pale eoliche stanno raggiungendo in massa l’età del decommissioning, generando flussi di rifiuti che le attuali soluzioni industriali non sono ancora pronte ad assorbire.
Il nodo risiede nella natura stessa dei materiali utilizzati. Le pale sono costruite con compositi in resina termoindurente rinforzata con fibra di vetro o di carbonio.
Se da un lato garantiscono leggerezza e resistenza meccanica, dall’altro risultano estremamente complessi da riciclare: la reticolazione covalente delle resine termoindurenti ne impedisce la rifusione, rendendo necessarie procedure ad alta intensità energetica, come la pirolisi o la solvolisi, spesso costose e non scalabili.
L’economia circolare delle pale eoliche
Attualmente, la maggior parte delle pale dismesse finisce in discarica o viene ridotta in polveri da impiegare come riempitivi nel cemento. Soluzioni che consentono un modesto recupero di valore e che non si integrano in un modello di economia circolare.
Alcuni Paesi, come Germania e Paesi Bassi, hanno già imposto divieti di conferimento in discarica, mentre in Francia, dal gennaio 2024, la normativa richiede che il 95% in massa delle nuove turbine sia riutilizzabile o riciclabile.
La pressione normativa sta spingendo il settore verso la ricerca di nuove soluzioni. Due sono i principali filoni di innovazione individuati dagli analisti:
- termoindurenti riciclabili: resine di nuova generazione, come i vitrimers o i sistemi a legami scindibili, che consentono processi di depolimerizzazione e recupero dei monomeri. Aziende come Swancor e Aditya Birla stanno già sviluppando matrici compatibili con processi industriali di riciclo
- termoplastici: materiali intrinsecamente riciclabili e già diffusi in altri settori, ma con ancora limiti di stabilità termica e resistenza al creep nelle applicazioni strutturali delle pale
L’industria comincia a muovere i primi passi concreti. Siemens Gamesa ha introdotto la pala RecyclableBlade, basata sulla tecnologia Recyclamine di Aditya Birla: circa un centinaio di esemplari è già in funzione, mentre dal 2026 il produttore prevede di integrare la resina EzCiclo di Swancor per aumentare la produzione.
Eolico: il quadro italiano
Anche l’Italia si trova a fronteggiare il tema. Con un parco eolico che ha raggiunto i 12 GW installati, molti impianti avviati negli anni 2000 si avvicinano al termine del ciclo di vita.
L’assenza di una normativa nazionale specifica sul riciclo delle pale rappresenta una criticità, ma alcune regioni stanno avviando progetti pilota in collaborazione con università e centri di ricerca.
L’Enea, per esempio, ha promosso studi sull’utilizzo dei compositi da pale dismesse come rinforzo nei conglomerati cementizi, mentre nel Mezzogiorno alcune aziende della filiera del riciclo hanno iniziato a testare processi di recupero meccanico e chimico.
Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec), nella sua revisione 2023, richiama la necessità di strategie di repowering sostenibile che tengano conto anche della gestione a fine vita dei materiali.
L’innovazione non riguarda soltanto l’eolico. I materiali compositi stanno assumendo un ruolo cruciale in molteplici applicazioni della transizione verde: dagli involucri delle batterie per veicoli elettrici ai serbatoi in pressione per l’idrogeno, dai telai dei pannelli fotovoltaici alle strutture per il marine energy.
In ciascun settore la sfida è coniugare prestazioni elevate, riduzione dei costi e sostenibilità ambientale.
Secondo un report di IdTechEx, il mercato dei compositi destinati alle energie rinnovabili potrebbe superare i 78 miliardi di dollari entro il 2046. Una prospettiva che rende urgente affrontare il nodo del riciclo: senza materiali progettati per la circolarità, il rischio è che l’economia dell’energia pulita venga minata da montagne di rifiuti difficili da gestire.
Crediti immagine: Depositphotos
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