La Tomba di Ankhmahor a Saqqara e la scena della circoncisione

Dicembre 13, 2025 - 02:30
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La Tomba di Ankhmahor a Saqqara e la scena della circoncisione

La Tomba di Ankhmahor è una “chicca” nella necropoli di Saqqara. Questa mastaba, risalente alla VI dinastia, è famosa per una singola, potentissima scena: la rappresentazione della circoncisione maschile, una delle più antiche testimonianze visive di questa pratica nella storia dell’umanità.

Chi era Ankhmahor

Ankhmahor  fu un importante funzionario e medico, vissuto sotto il regno del faraone Teti (VI dinastia, circa 2300 a.C.). I suoi titoli, incisi all’interno della tomba, indicano un uomo di alto rango, legato sia all’amministrazione che alle pratiche mediche del tempo.

La sua posizione e professione giustifica l’eccezionale ricchezza iconografica della mastaba, che non si limita a rappresentare scene religiose o agricole — come avviene nella maggior parte delle tombe nobiliari — ma racconta anche scene legate alla salute, alla medicina, alla chirurgia.

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Ingresso alla Tomba di Ankhmahor

La scena della circoncisione: un documento unico al mondo

Il punto più “sconvolgente” e affascinante della tomba si trova lungo una delle pareti di passaggio tra due stanze, alla destra entrando: qui è raffigurata in modo chiaro e diretto una scena di circoncisione maschile. Si legge da destra a sinistra e si distingue un uomo in piedi, che viene sottoposto a quella che gli studiosi interpretano come una pratica chirurgica rituale, mentre un altro personaggio, accovacciato, esegue l’incisione con uno strumento affilato. Nella seconda scena si aggiunge un uomo in piedi che sorregge quello che sta subendo l’intervento.

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La scena della circoncisione

Accanto all’immagine, come in un fumetto a geroglifici, si possono letteralmente leggere i commenti dei protagonisti, rappresentati in tutta la loro umanità.

“Tienilo -è scritto- perché adesso inizio a tagliare”, “Vai non ti preoccupare: non c’è problema”, “Tienilo bene, altrimenti può svenire”.

Questa rappresentazione viene considerata una delle più antiche e chiare testimonianze visive di circoncisione, collegata probabilmente a riti di passaggio verso l’età adulta o a pratiche legate alla purezza religiosa.

Il timore dello svenimento potrebbe voler dire che non si usava anestesia per questa operazione. Per altri interventi, secondo alcune fonti, gli antichi Egizi potevano utilizzare sostanze naturali come l’oppio a scopo sedativo; come anestetico locale, invece, si ipotizza l’uso di impasti a base di polveri minerali e aceto, applicati direttamente sulla parte.

Ancora oggi la circoncisione maschile è una pratica diffusa in Egitto, già sui neonati, soprattutto per motivazioni religiose e igieniche. Diversa e ormai vietata per legge è invece la mutilazione genitale femminile, che in passato veniva praticata specialmente in alcune aree rurali e che oggi è ufficialmente perseguibile sia per chi la richiede sia per chi la esegue.

Com’è fatta la tomba

La tomba del medico fu scoperta nel 1899 dall’archeologo Victor Loret, e si trova lungo quella che viene chiamata la “strada delle tombe”, un’area che separava la necropoli reale, dove riposavano le mogli del faraone, dalle sepolture degli alti funzionari di corte .

È composta da sette camere, sei dedicate ad Ankhmahor e una a suo figlio Ishfi, e viene considerata una delle tombe più importanti di Saqqara proprio per le scene di chirurgia e medicina che non hanno eguali in tutto l’Egitto Antico.

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La Tomba di Ankhmahor è una chicca della necropoli di Saqqara

Le tombe dei medici a Saqqara

La tomba di Ankhmahor non è l’unica appartenuta a un medico presente nella necropoli di Saqqara. Recentemente, gli archeologi della Missione francese hanno portato alla luce i resti della tomba di un medico dalle molteplici abilità che curò i faraoni circa 4.000 anni fa. Teti Neb Fu  visse durante il regno di Pepi II della sesta dinastia, tra il 2305 a.C. e il 2118 a.C.,  e le iscrizioni lo descrivono come “capo medico del palazzo” e “sacerdote e mago” della dea Serket.

Questo conferma quanto la medicina fosse una disciplina centrale nell’Antico Egitto e quanto i suoi rappresentanti godessero di prestigio e riconoscimento sociale.

Informazioni pratiche per la visita

La Tomba di Ankhmahor si trova nella grande necropoli di Saqqara, a circa trenta chilometri a sud de Il Cairo, un’area enorme e stratificata ancora attiva a livello archeologico, che si presta perfettamente a una visita di mezza giornata.

L’accesso al sito può avvenire con un biglietto cumulativo, che costa intorno ai 1000 EGP (circa 30 euro) e consente l’ingresso a diverse tombe e monumenti dell’area. In alternativa, è possibile acquistare in loco anche biglietti separati per i singoli siti.

Saqqara è raggiungibile da Il Cairo in taxi, con un driver privato (è consigliabile concordare fin da subito anche l’orario e il prezzo del rientro) oppure partecipando a un tour organizzato con partenza diretta dal proprio hotel.

Lo scalo di riferimento per chi arriva dall’Italia è l’aeroporto internazionale de Il Cairo, collegato con voli diretti sia da compagnie low cost sia dalla compagnia di bandiera Egyptair, che lancia diverse promozioni per il fine settimana.

Visitare Saqqara senza una guida in lingua italiana significa rischiare di perdersi gran parte del significato simbolico e narrativo delle scene scolpite nelle tombe. Per chi desidera un’esperienza più approfondita e strutturata, pianificando in anticipo dall’Italia, il network Gattinoni Travel può gestire l’organizzazione di trasferimenti, guide e visite personalizzate.

Durante la visita è consigliabile portare con sé acqua, un cappello e una buona protezione solare, oltre a indossare scarpe comode e, se necessario, uno scialle leggero per coprire le spalle. Evitando le ore centrali della giornata, è ideale dedicare almeno tre ore all’esplorazione dell’area.

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Redazione Redazione Eventi e News