L'AI è anche un'alleata preziosa per la propaganda degli estremisti
La capacità dell’intelligenza artificiale di imitare la voce umana in modo sempre più preciso, fluido e convincente non incombe solo sull’intero settore della musica: un articolo del Guardian racconta come la tecnologia viene usata sempre più spesso in un contesto decisamente più oscuro e pericoloso, ovvero la propaganda dei movimenti estremisti di un po’ qualsiasi matrice. E a quanto pare funziona: secondo esperti di controterrorismo, già oggi diversi gruppi radicali moltiplicano la propria visibilità e diffusione grazie all’AI.
Secondo Lucas Webber, senior threat intelligence analyst di Tech Against Terrorism, una delle strategie di propaganda estremista digitale basate sull’AI più efficaci è, molto banalmente, la traduzione dei contenuti. A differenza del passato, quando si faceva affidamento su traduttori umani o sistemi automatici rudimentali, i nuovi modelli generativi permettono di creare sostanzialmente dei contenuti multilingua fluidi, coerenti e carichi della stessa intensità emotiva e ideologica del flusso originale.
Su diversi social come Twitter, Instagram e TikTok circolano, per esempio, versioni in inglese dei discorsi di Adolf Hitler, con voce molto simile all’originale, clonata con software apposta flusso video originale. Hanno già totalizzato decine di milioni di visualizzazioni nel complesso, anche se non si può, naturalmente, stabilire una correlazione diretta tra la visualizzazione di un clip di questo tipo e la radicalizzazione.
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