L’esercito israeliano comincia l’occupazione di Gaza City

L’esercito israeliano ha fatto sapere di aver avviato le «azioni preliminari» dell’offensiva terrestre pianificata per occupare l’intera Gaza City e di aver già preso il controllo della periferia della città. Un portavoce militare ha affermato che le truppe stanno già operando nelle aree di Zeitoun e Jabalia per gettare le basi per l’offensiva, che il ministro della Difesa Israel Katz ha approvato martedì e che sarà sottoposta al gabinetto di sicurezza entro la fine della settimana.

Circa sessantamila riservisti sono stati richiamati e dovranno presentarsi entro il 2 settembre, mentre altri dovranno essere richiamati nei mesi successivi, fino ad arrivare a centotrentamila militari. Alcuni parteciperanno all’operazione di Gaza City, altri sostituiranno i reparti dell’esercito che si trovano in altre zone della Striscia. Il piano si chiama “Carri di Gedeone II” (il precedente “Carri di Gedeone” era quello che aveva portato all’occupazione di buona parte della Striscia in primavera).

Hamas ha accusato Israele di ostacolare un accordo di cessate il fuoco a favore della continuazione di una «guerra brutale contro civili innocenti», secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters.

Già adesso Israele occupa circa il 75 per cento del territorio della Striscia. Le zone ancora risparmiate, quelle in cui si crede siano detenuti gli ostaggi, sono anche quelle in cui si è concentrato il grosso della popolazione palestinese sfollata, tra Gaza City e le due regioni costiere attorno a Deir al Balah e ad al Mawasi, dove si trovano grandi campi profughi.

Si prevede che centinaia di migliaia di palestinesi di Gaza City riceveranno l’ordine di evacuare e di trasferirsi in rifugi nel sud di Gaza, mentre sono in corso i preparativi per il piano di conquista israeliano. Sarà un’operazione lunga, che secondo il ministero della Difesa israeliano andrà avanti fino al 2026 inoltrato.

Molti alleati di Israele hanno condannato il piano. Il presidente francese Emmanuel Macron ha avvertito che il piano «può solo portare a un disastro per entrambi i popoli e rischia di far precipitare l’intera regione in un ciclo di guerra permanente».

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha affermato che ulteriori evacuazioni e un’intensificazione delle ostilità «rischia di peggiorare una situazione già catastrofica» per i 2,1 milioni di abitanti di Gaza.

Questa prospettiva è in contraddizione con i negoziati in corso per raggiungere un cessate il fuoco il prima possibile, sostenuti dagli Stati Uniti e da altri paesi occidentali. Questa settimana Hamas ha detto di aver accettato una nuova proposta di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza presentata dai mediatori di Egitto e Qatar, su cui Israele non si è ancora espresso ufficialmente.

Intanto, il governo di Benjamin Netanyahu ha approvato in via definitiva il piano d’insediamento E1, che dividerà in due la Cisgiordania separandola da Gerusalemme Est.

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