L’Europa spodesta il Dragone: la ‘fabbrica mondiale della moda’ si sposta nel Vecchio Continente

Lug 22, 2025 - 14:30
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L’Europa spodesta il Dragone: la ‘fabbrica mondiale della moda’ si sposta nel Vecchio Continente
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La Cina perde il suo primato di ‘fabbrica della moda’ mondiale, scendendo sotto il 30% del mercato globale, e scende dal podio anche come maggiore esportatore mondiale. A spodestarla, l’Unione Europea, la cui area occidentale rappresenta il 29,7% della quota globale in valore. Un anno prima, la quota della Cina si è mantenuta al di sopra del 30%, con il 31,6% del mercato globale dell’abbigliamento.

Come riporta Modaes, dopo anni di aumento dei prezzi, il boom della produzione locale, l’impatto della pandemia e la minaccia di guerra commerciale con gli Stati Uniti, la Cina sta perdendo terreno nella produzione globale di abbigliamento. È ciò che è emerso dai dati esposti dalla World trade organization (l’organizzazione mondiale del commercio), raccolti nel report ‘Key insights and trends’ di World Trade Statistics 2024, secondo cui l’ex Celeste Impero ha rappresentato ‘solo’ il 29,6% delle esportazioni globali totali di abbigliamento nell’ultimo anno.

L’egemonia del territorio cinese come potenza tessile mondiale ha iniziato a delinearsi con la liberalizzazione del commercio tessile globale, che ha portato a un massiccio esodo della produzione verso questo mercato. Mentre nel 2000 la Cina ha rappresentato il 18,2% del mercato globale, nel 2005 è salita al 26,6%, una percentuale che è poi aumentata al 36,9% nel 2010.

Nel 2024, la Cina ha esportato abbigliamento nel mondo per un valore di 165 miliardi di dollari (circa 151,8 miliardi di euro), una cifra invariata rispetto al 2023, in contrasto con il calo del 10% registrato l’anno prima, dopo anni di continua crescita su base annua. Anche l’Unione Europea e gli Stati Uniti rientrano tra i primi dieci maggiori esportatori di abbigliamento al mondo in termini di valore, anche se occorre sottolineare che le loro vendite all’estero provengono principalmente dai grandi marchi della moda e non dai produttori di abbigliamento, come accade in altri Paesi. Nel 2024, l’Unione Europea ha superato la Cina diventando il maggiore esportatore mondiale di abbigliamento, con un valore di 166 miliardi di dollari, un aumento del 2% rispetto al 2023 e una quota del 29,7% del mercato globale. Gli Stati Uniti, da parte loro, hanno venduto abbigliamento all’estero per un valore di 7 miliardi di dollari, con un calo del mercato globale dal 2% al 3 per cento.

Dietro la Cina, ma in posizione arretrata in termini di valore, il Bangladesh ha consolidato la sua posizione di secondo esportatore mondiale di abbigliamento. Nonostante le perturbazioni causate lo scorso anno dalla cosiddetta ‘Rivoluzione dei monsoni’ (insurrezione popolare e studentesca che ha portato alla caduta del regime di Sheikh Hasina dopo circa 15 anni al potere, ndr), il Bangladesh ha aumentato le sue esportazioni del 7%, raggiungendo i 38 miliardi di dollari. Mentre le esportazioni bengalesi rappresentavano il 2,6% del totale nel 2000, sono salite al 4,2% nel 2010 e da allora sono aumentate vertiginosamente, assorbendo parte della produzione che la Cina stava perdendo. Questa tendenza contrasta con quella del 2023, quando il Paese ha registrato una riduzione del 21% delle vendite internazionali di abbigliamento. Anche la quota del Bangladesh nel mercato globale dell’abbigliamento è in calo, passando dal 7,4% del 2023 al 6,9% del 2024.

Il Vietnam mantiene la sua posizione di bronzo, con esportazioni per un valore di 34 miliardi di dollari nel 2024. Le esportazioni vietnamite sono aumentate del 9% nel 2024 (rispetto a un calo del 12% l’anno precedente) e la sua quota sul totale è aumentata dal 6% nel 2023 al 6,1% nel 2024. Si può sostenere che dal 2010 al 2024, il Vietnam abbia raddoppiato la sua importanza nel mercato globale dell’abbigliamento.

Con esportazioni per un totale di 18 miliardi di dollari, la Turchia invece rimane il quarto maggiore esportatore. Nel 2024, il paese eurasiatico ha ridotto la sua importanza nel mercato globale, riducendo la sua quota di esportazioni globali di quattro decimi, al 3,2 per cento. Nonostante l’aumento della produzione locale, la Turchia ha però perso competitività negli ultimi anni a causa dell’elevata inflazione, con il risultato che il Paese è l’unico tra i dieci in classifica ad aver ridotto le proprie esportazioni nel 2024. Lo scorso anno, la Turchia ha visto le sue vendite di abbigliamento estero ridursi del 4%, dopo un calo del 6% nel 2023.

L’India, d’altra parte, ha chiuso il 2024 con un aumento delle sue esportazioni globali, sebbene abbia perso terreno sulla mappa globale dell’approvvigionamento di moda. Con 16 miliardi di dollari di vendite di abbigliamento all’estero, il territorio detiene il 2,9% del mercato globale, in calo di un decimo rispetto al 2023, pur mantenendo la stessa percentuale detenuta dal 2000. Nel 2024, l’India ha aumentato le sue esportazioni globali del 6%, dopo averle ridotte del 13% nel 2023.

Dopo l’India c’è la Cambogia, con 10 miliardi di dollari di esportazioni di abbigliamento. Questo Paese ha infatti aumentato la sua quota di mercato globale, raggiungendo l’1,8% del totale dall’1,5% del 2023. Con un’importanza crescente nell’ultimo decennio, le esportazioni di abbigliamento della Cambogia sono aumentate del 24% nel 2024, rispetto a un calo del 13% nel 2023, diventando il Paese in più rapida crescita.

Il Pakistan è la new entry nella top ten degli esportatori di abbigliamento nel 2024. Il mercato della moda pakistano ha esportato 9 miliardi di dollari nel 2024, rappresentando l’1,7% delle esportazioni totali, dopo un aumento del 15% nell’anno precedente. L’Indonesia chiude infine la classifica. Il Paese ha venduto abbigliamento all’estero per 9 miliardi di dollari nel 2024, con un aumento del 5% rispetto al 2023, e rappresenta l’1,6% del mercato globale dell’abbigliamento.

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Redazione Redazione Eventi e News