Macchine per il Tessile, nel 2024 calano produzione ed export

Lug 5, 2025 - 20:00
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Macchine per il Tessile, nel 2024 calano produzione ed export

i dati acimit

Macchine per il Tessile, nel 2024 calano produzione ed export



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L’industria meccanotessile italiana ha registrato un netto calo nel 2024, con la produzione in diminuzione dell’8% e le esportazioni in contrazione del 9%. La situazione non migliora nel 2025, dove i primi mesi vedono un crollo del 57% degli ordinativi. Pesa l’incertezza provocata dalla guerra commerciale, ma anche lo scarso tiraggio del Piano Transizione 5.0. Per ridare slancio al settore Acimit chiede di difendere e rilanciare il Made in Italy autentico e di intensificare i controlli sulla marcatura CE dei macchinari importati.

Pubblicato il 5 lug 2025



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Nel 2024 l’industria meccanotessile italiana ha registrato una flessione, con un calo di produzione dell’8% e una contrazione delle esportazioni del 9% rispetto al 2023.

La tendenza negativa si è protratta nei primi mesi del 2025, come conferma il calo del 57% degli ordinativi registrato dai costruttori.

Sono questi i dati diffusi da Acimit, l’Associazione dei Costruttori Italiani di Macchinari per l’Industria Tessile.

A pesare sul mercato la situazione di profonda incertezza provocata dai dazi, ma anche lo scarso impatto delle agevolazioni del Piano Transizione 5.0

L’industria meccanotessile nel 2024

Nel 2024 la produzione ha registrato una diminuzione dell’8% rispetto al 2023, per un valore di 2,1 miliardi di euro, e le esportazioni sono calate del 9% (1,8 miliardi euro).

Questi dati si inseriscono in un contesto internazionale altrettanto fragile, con trend simili osservati anche per Germania, Giappone e Svizzera, i principali concorrenti delle aziende italiane.

Cina, Turchia, India e Stati Uniti restano le destinazioni privilegiate dei costruttori italiani di macchine tessili anche nel 2024, nonostante una domanda ancora in contrazione.

Il primo trimestre del 2025 conferma la contrazione della domanda

Sul fronte estero, il 2025 si è aperto nel segno dell’incertezza, a causa dei dazi introdotti dall’amministrazione statunitense.

“La politica protezionistica statunitense e la crescente instabilità geopolitica rischiano di rallentare ulteriormente gli investimenti globali nel tessile-abbigliamento. In particolare, un’escalation della guerra commerciale risulterà ulteriormente dannosa per l’intera filiera”, spiega Marco Salvadè, presidente di Acimit.

Per quanto riguarda il mercato italiano, nel primo trimestre del 2025 la domanda di macchinario si è confermata in contrazione, come testimonia la raccolta ordini dei costruttori italiani, diminuita del 57% rispetto al medesimo periodo 2023.

“Non nascondiamo la delusione per quanto riguarda il piano Transizione 5.0. La sua efficacia resta limitata soprattutto a causa del complicato iter burocratico”, prosegue Salvadè.

“Occorre rimettere la competitività della manifattura italiana al centro del dibattito politico, e occorre farlo utilizzando incentivi a cui accedere in modo semplice e che siano efficaci nella loro attuazione”, aggiunge.


Difendere il Made in Italy: necessario rafforzare i controlli sulla marcatura CE

Per ridare slancio all’industria, sottolinea il presidente di Acimit, occorre rilanciare il Made in Italy, valorizzando i suoi punti di forza: la spinta innovativa e la propensione all’export.

“L’esperienza della forza lavoro, la creatività e la continua tensione innovativa sono le chiavi del nostro successo. È fondamentale, perciò, difendere e rilanciare il Made in Italy autentico, quello che viene progettato e prodotto in Italia, senza compromessi, con la qualità e la creatività che il mondo ci riconosce”, aggiunge.

Su questo fronte, l’Associazione sta facendo pressione sia a livello nazionale che europeo affinché siano intensificati i controlli sulla marcatura CE dei macchinari per il tessile importati in Italia e Unione Europea, con particolare attenzione ai prodotti provenienti da Paesi extra UE.

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