Messico, i volti di una Chiesa in cammino

Lug 22, 2025 - 02:30
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Messico, i volti di una Chiesa in cammino
Foto di gruppo al termine di una celebrazioneFoto di gruppo al termine di una celebrazione

Da venerdì 18 luglio l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, è in viaggio missionario in Sudamerica accompagnato da don Maurizio Zago, responsabile della Pastorale missionaria diocesana.

La prima tappa è il Messico, dove monsignor Delpini ha avuto modo di riflettere sulle chiese che ha visitato in questi primi giorni.

La Cattedrale

La chiesa in costruzione

In particolare, a proposito della Cattedrale di Villahermosa in Tabasco, visitata venerdì 18 luglio dopo l’incontro con il vescovo Gerardo de Jesús Rojas López, parla di un aspetto «singolare»: «La facciata si presenta compiuta e si innalzano due torri campanarie alte e solenni. Ma dietro la facciata la Cattedrale non c’è: uno spazio ridotto e un altare “provvisorio” è tutto quanto è disponibile per adorare. L’incompiuto dell’opera è descritto come esito di una scelta piuttosto bizzarra: “Io costruisco le torri: qualsiasi sempliciotto è capace di costruire il resto della chiesa…”. Solo che il “sempliciotto” non ha più avuto risorse per continuare l’opera…».

Così continua il racconto di monsignor Delpini: «Ma i fedeli di Villahermosa non sono rassegnati all’incompiuto. Vivono piuttosto la spiritualità di essere una chiesa in costruzione: mi hanno parlato di un progetto e mostrato lo spazio in cui si prevede il cantiere dietro le torri. Ma questa “spiritualità di chiesa in costruzione” si riconosce in altri segni interessanti: c’è, infatti, in diocesi un moltiplicarsi di giovani che entrano in Seminario o negli istituti religiosi; c’è una riorganizzazione della presenza delle parrocchie sul territorio, creando nuove parrocchie per rendere sostenibile la attività pastorale che ora è faticosa per le distanze e per il numero eccessivo di cappelle che fanno riferimento alla chiesa parrocchiale». In conclusione l’Arcivescovo parla di «un cammino fiducioso».

La Iglesia florecida

A Villahermosa, domenica 20 luglio, l’Arcivescovo ha celebrato il sacramento della Cresima per una trentina tra adolescenti e adulti in una chiesa piena di fiori: «Fiori pieni di fascino e di mistero, i fiori dei tropici, fiori di prato e di campo, fiori che catturano il sole e il caldo e tutto trasformano in forme e colori – spiega -. Fiori dappertutto per esprimere devozione all’eucaristia nella cappellina dell’adorazione; fiori per rendere omaggio ai santi: la Madonna del Carmelo, la Madonna di Guadalupe, Gioachino e Anna; fiori per decorare l’essenziale della celebrazione: l’ambone, l’altare, l’assemblea del popolo di Dio».

Una «straordinaria abbondanza» che è anche «il messaggio che raccolgo da questa Chiesa e dal suo parroco, il nostro fidei donum don Enrico Lazzaroni: ciascuno di noi è come un fiore con la sua bellezza unica e la Chiesa è bella, è una Chiesa fiorita».

La Chiesa devota

Nella Cattedrale di Villahermosa si pratica l’adorazione perpetua: ogni parrocchia della diocesi organizza un gruppo di adoratori e di adoratrici e una volta al mese qui convergono le adoratrici al mattino e gli adoratori al pomeriggio, mentre la notte tocca agli adoratori della parrocchia della Cattedrale. L’adorazione è condotta da uno schema e da un responsabile.

L’adorazione in Cattedrale

«La devozione e l’adorazione eucaristica è la pratica diffusa anche nelle parrocchie, come quella della Madonna del Carmine, dove è parroco don Enrico – racconta l’Arcivescovo -: gruppi di fedeli sono organizzati per vivere in tempi stabiliti la loro preghiera. Raccolgo questa devozione diffusa come la testimonianza di un affidamento: non possiamo fare molto per migliorare il mondo e la situazione del Messico. Possiamo pregare. Perciò preghiamo».

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia