Nazionale Italiana, esonerato Spalletti: dopo la Moldavia non sarà più il CT


Sono stati giorni di grandi valutazioni dopo la pesante sconfitta di Oslo contro la Norvegia, persa malamente dagli azzurri per 3-0 nelle qualificazioni ai prossimi mondiali. L’Italia manca questo appuntamento dal 2014, un’eternità per la storia calcistica del nostro paese. Per questo è necessario uno scossone per poter cambiare rotta e puntare a quello obiettivo. Questo ha indotto il CT Luciano Spalletti, travolto dalle polemiche, a riflettere e oggi in conferenza stampa è arrivata la decisione ufficiale: il presidente Gravina lo ha esonerato, si cambia guida tecnica.
“Abbiamo parlato ieri sera e mi ha comunicato che sarò sollevato dall’incarico di CT della Nazionale – ha annunciato appunto Spalletti nella conferenza trasmessa su Sky -. Mi è dispiaciuto: visto il rapporto che abbiamo, io non avevo nessuna intenzione di mollare. Soprattutto quando le cose non vanno bene, avrei preferito restare e fare il mio lavoro. Però, poi, si tratta di esonero e devo prenderne atto. Questo ruolo l’ho sempre interpretato come servizio alla patria e voglio agevolare il futuro della Nazionale. Penso sia giusto cercare il meglio”.
Domani al Mapei sarà ancora lui in panchina: “Ci sarò domani sera contro la Moldavia, poi farò la risoluzione del contratto. Ho sempre sostenuto che i miei giocatori fossero forti. I risultati sotto la mia gestione sono questi e devo assumermi la responsabilità. Io amo questa maglia, questo lavoro e i calciatori che ho allenato: domani sera chiederò loro di dimostrare ciò che ho chiesto anche se non sono stato in grado di far esprimere il meglio”.
I rammarichi non mancano: “Non è stata raggiunta la qualità di gioco che volevo. Sono dispiaciuto di me stesso. Accettando l’incarico sapevo che ci sarebbero stati momenti difficili. Non ci sono riuscito. Ho notato che voi giornalisti siete stati gentili nel commentarla, probabilmente meritavo di peggio. Ho creato problemi al movimento coi miei risultati“.
L’intenzione di Spalletti era quella di proseguire: “Sarei andato avanti con questo gruppo, poi prendi un’imbarcata del genere… C’è la valutazione da fare su come siamo arrivati a queste partite, sicuramente col fiato lungo. Tanti giocatori erano logori dal finale di stagione, non ci siamo arrivati benissimo. Poi, però, sono loro i miei giocatori. Anche quelli che hanno avuto infortuni erano in condizione di essere chiamati”.
Alla domanda di un eventuale mancato feeling, risponde: “Se non ho trovato feeling ditemi nomi e cognomi, perché io l’ho trovato con tutti. C’è da lavorare sull’appartenenza e sulla gioia nel giocare con la Nazionale. Io sono andato sempre verso gli abbracci e comprendere tante cose. Dopo l’Europeo ho cercato di essere meno ossessivo e più ‘amico’ verso i giocatori. Non voglio chiudere con la figura dell’altra sera, ma con una bella partita. Ai ragazzi ho sempre detto che loro sono gli uomini giusti per andare al Mondiale. Ci sono state delle complicazioni, ora mi aspetto una presa di coscienza e mostrare che continuano ad essere gli uomini giusti“.
“Ero convinto non sarebbe stata una passeggiata, ma che sarei arrivato ai Mondiali. Ne sono ancora convinto: parlando con Gravina ero ancora della mia convinzione – dichiara -. Non mi crolla il mondo professionalmente quando perdo delle partite: ci sono paletti tra accettare la situazione, la visione e così via, ma sono molto sotto il livello perché questi sono calciatori forti. Stare a rimuginare su ciò che è stato è tempo perso. Sul passato non si può mettere mano. Ora diventa fondamentale giocare una partita degna della maglia che portiamo“.
Sul rapporto con i club: “Quando ho parlato coi dirigenti che conosco ho sempre avuto il massimo della disponibilità e della comprensione. Non ricordo di avere avuto problemi particolari. Dal mio punto di vista ho pensato di non fare troppo male e quindi avendo precauzione a liberare chi non era in condizione di giocare. Se uno ha un problema viene, si guarda e si ascolta il medico. Se poi uno lo usa come escamotage per non venire in Nazionale, sarebbe bene non venisse più in Azzurro. Ma ci si fida e si creano rapporti di fiducia che sono fondamentali”
“Ti senti tradito da qualcuno? Che Italia lasci?”, a questa domanda Luciano Spalletti non ha risposto alzandosi dalla sedia e dirigendosi fuori dalla sala stampa visibilmente scosso.
Finirà domani, quindi, l’avventura del tecnico toscano sulla panchina azzurra. I nomi più quotati per la successione, al momento, sarebbero quelli di Pioli e Ranieri: ma occhio anche ad altre piste.
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