Out Run: “D’istanti: oltre il confine dell’incontro” | Intervista

Ci sono visioni che uniscono, esperienze che creano legame e opportunità d’incontro, fonte di ispirazione e creazione. Out Run è la visione di un periodo storico, quello degli anni 80′, che rinasce e si adatta a questo contesto dell’oggi.
Il progetto ha una tendenza internazionale, con profumo di Stati Uniti, visto l’italoamericanicità dei protagonisti: Ginevra Abbarchini and Lawrence Fancelli.
“D‘Istanti“ è la dichiarazione d’intenti di chi vive per i km e le emozioni profonde, anche se tutto può nascere dal momento dell’incontro. Questa canzone è un filo che pian piano si scioglie, raggiungendo anche gli orizzonti più lontani, e quando viene riavvolto da uno dei due protagonisti crea l’essenza del ricordo.
Ogni persona si orienta tra confini reali e strade della sua persona. Se si sceglie di rischiare, arrivando persino a mischiare questi percorsi, si può assistere alla nascita di nuovi panorami che si estendono superando, addirittura, le distanze più scomode.
INTERVISTANDO OUT RUN
Out Run prende il nome da un videogioco. Con la vostra arte che premio cercate di raggiungere?
Il nome viene dal videogioco anni ‘80, ma è anche un simbolo di fuga. Con la nostra musica vogliamo far viaggiare le persone. Se qualcuno si ritrova in quello che cantiamo, per noi è già tutto.
C’è un qualcosa che vi fa sentire diversi?
Siamo entrambi Italo-Americani, abbiamo radici in due mondi. E facciamo un synth-pop nostalgico ma originale senza essere “vintage finto” in quanto componiamo e suoniamo tutto noi. È come una nostalgia di un’epoca che non è mai esistita.
Questo progetto come si posiziona tra il palcoscenico italiano e le opportunità che si celano oltre confine?
L’Italia è casa, ma ci viene naturale scrivere anche in inglese e abbiamo vissuto entrambi in America. Ci sentiamo già fuori, in un certo senso. Vorremmo portare Out Run dove ci sia voglia di sognare, senza limiti.
“D’istanti” è la colonna sonora per quale viaggio?
Per chi sta cercando di avvicinarsi a qualcuno, o di non sentirsi più distante. È un viaggio dentro e fuori.
Fare dei km è già un sentimento?
Sì. Ogni km è un pezzo di pensieri. Spostarsi è anche un modo per capire cosa vuoi davvero.
Con quale mood nascono le vostre canzoni?
Nascono generalmente quando siamo rilassati e con la mente libera, anche solo momentaneamente, da altri pensieri. Generalmente nascono senza troppo sforzo quando siamo insieme in studio a lavorare su un altro brano o a fare le prove. Altre volte nascono da uno solo di noi che poi lo manda all’altro per essere completato.
“Midnight Sadness” evidenzia che anche i sogni possono avere un rapporto con la malinconia?
Si sicuramente i sogni , soprattutto quelli non più realizzabili, possono determinare una malinconia intensa ed in Midnight Sadness è proprio così.
Avete un oggetto vintage al quale siete particolarmente affezionati?
Tutti i sintetizzatori analogici che abbiamo in studio e il microfono Neumann U367 costruito in Germania Ovest negli anni ‘60 col quale registriamo praticamente tutte le voci.
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