Papa Leone XIV: “Dio ama la nostra vita”
Nel corso dell’Udienza Generale, Papa Leone XIV ha offerto una profonda catechesi dal titolo “Gesù Cristo nostra speranza”, incentrata sulla parabola evangelica degli operai nella vigna. Meditando sul passo “E disse loro: Andate anche voi nella vigna”, il Santo Padre ha richiamato l’attenzione su una delle domande più urgenti e universali del cuore umano: quale senso ha la mia vita? Attraverso parole semplici e toccanti, il Pontefice ha voluto incoraggiare tutti, in particolare i giovani, a non lasciarsi paralizzare dalla delusione, dal senso di inadeguatezza o dalla paura di essere arrivati “troppo tardi”. Come il padrone della vigna che esce fino all’ultima ora per cercare lavoratori, così Dio si fa vicino a ciascuno, donando dignità, speranza e una vocazione unica. La catechesi si è rivelata un invito chiaro ad aprire il cuore a Gesù e a rispondere con entusiasmo alla chiamata divina.
Le parole del Santo Padre
“A volte abbiamo l’impressione di non riuscire a trovare un senso per la nostra vita: ci sentiamo inutili, inadeguati, proprio come degli operai che aspettano sulla piazza del mercato, in attesa che qualcuno li prenda a lavorare. Ma a volte il tempo passa, la vita scorre e non ci sentiamo riconosciuti o apprezzati. Forse non siamo arrivati in tempo, altri si sono presentati prima di noi, oppure le preoccupazioni ci hanno trattenuto altrove. La metafora della piazza del mercato è molto adatta anche per i nostri tempi, perché il mercato è il luogo degli affari, dove purtroppo si compra e si vende anche l’affetto e la dignità, cercando di guadagnarci qualcosa. E quando non ci si sente apprezzati, riconosciuti, si rischia persino di svendersi al primo offerente. Il Signore ci ricorda invece che la nostra vita vale, e il suo desiderio è di aiutarci a scoprirlo”, spiega bene il Pontefice.
Il valore della speranza
“Anche nella parabola che oggi commentiamo ci sono degli operai in attesa di qualcuno che li prenda a giornata. Siamo nel capitolo 20 del Vangelo di Matteo e anche qui troviamo un personaggio che ha un comportamento insolito, che stupisce e interroga. È il padrone di una vigna, il quale esce di persona per andare a cercare i suoi operai. Evidentemente vuole stabilire con loro un rapporto personale – racconta ancora Papa Leone XIV – come dicevo, si tratta di una parabola che dà speranza, perché ci dice che questo padrone esce più volte per andare a cercare chi aspetta di dare un senso alla sua vita. Il padrone esce subito all’alba e poi, ogni tre ore, torna a cercare operai da mandare nella sua vigna. Seguendo questa scansione, dopo essere uscito alle tre del pomeriggio, non ci sarebbe più ragione di uscire ancora, perché la giornata lavorativa terminava alle sei. Questo padrone instancabile, che vuole a tutti i costi dare valore alla vita di ciascuno di noi, esce invece anche alle cinque. Gli operai che erano rimasti sulla piazza del mercato avevano probabilmente perso ogni speranza. Quella giornata era andata a vuoto. E invece qualcuno ha creduto ancora in loro”, commenta il Papa.
Aprire il cuore a Gesù
“Ed ecco che l’originalità di questo padrone si vede anche alla fine della giornata, al momento della paga. Con i primi operai, quelli che vanno nella vigna all’alba, il padrone si era accordato per un denaro, che era il costo tipico di una giornata di lavoro. Agli altri dice che darà loro quello che è giusto. Ed è proprio qui che la parabola torna a provocarci: che cosa è giusto? Per il padrone della vigna, cioè per Dio, è giusto che ognuno abbia ciò che è necessario per vivere. Lui ha chiamato i lavoratori personalmente, conosce la loro dignità e in base ad essa vuole pagarli. E dà a tutti un denaro. Il racconto dice che gli operai della prima ora rimangono delusi: non riescono a vedere la bellezza del gesto del padrone, che non è stato ingiusto, ma semplicemente generoso, non ha guardato solo al merito, ma anche al bisogno. Dio vuole dare a tutti il suo Regno, cioè la vita piena, eterna e felice. E così fa Gesù con noi: non fa graduatorie, a chi gli apre il cuore dona tutto Sé stesso.”, spiega il Santo Padre.
La conclusione
“Alla luce di questa parabola, il cristiano di oggi potrebbe essere preso dalla tentazione di pensare: “Perché cominciare a lavorare subito? Se la remunerazione è la stessa, perché lavorare di più?”. A questi dubbi Sant’Agostino rispondeva dicendo: «Perché, dunque, ritardi a seguire chi ti chiama, mentre sei sicuro del compenso ma incerto del giorno? Bada di non togliere a te stesso, a causa del tuo differire, ciò ch’egli ti darà in base alla sua promessa. Vorrei dire, specialmente ai giovani, di non aspettare, ma di rispondere con entusiasmo al Signore che ci chiama a lavorare nella sua vigna. Non rimandare, rimboccati le maniche, perché il Signore è generoso e non sarai deluso! Lavorando nella sua vigna, troverai una risposta a quella domanda profonda che porti dentro di te: che senso ha la mia vita?”, conclude infine Papa Leone XIV.
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