Puma, il CEO Freundt fuori dopo 14 anni “per visioni strategiche divergenti”

Arne Freundt, CEO di Puma, lascia l’azienda dopo 14 anni trascorsi in diverse posizioni dirigenziali. Si dimetterà anche dal consiglio di amministrazione a partire dall’11 aprile 2025. Al suo posto, entra Arthur Hoeld – ex membro del consiglio esecutivo responsabile delle vendite globali di Adidas – che assumerà l’incarico di presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato il prossimo primo luglio.

L’azienda ha specificato in una nota i motivi del ‘divorzio’: “Freundt e il consiglio di amministrazione hanno convenuto di comune accordo che le dimissioni del CEO fossero opportune, a causa di opinioni diverse sull’esecuzione della strategia del gruppo”, aggiungendo, poi, “siamo lieti di nominare Arthur Hoeld, che è un esperto del settore sportivo con una comprovata esperienza e una solida competenza commerciale maturata negli ultimi 26 anni, come nuovo amministratore delegato di Puma. Siamo convinti che grazie alla sua visione strategica guiderà Puma in un nuovo capitolo di forza e crescita”.

Il CEO uscente ha commentato: “È stato un privilegio guidare questa azienda, il suo marchio iconico e i dipendenti e sono orgoglioso dei risultati raggiunti insieme. Sono fiducioso nelle prospettive future di Puma e continuerò a tifare per il miglior team del settore. Vorrei ringraziare il consiglio e tutti i dipendenti per la fiducia e il supporto negli ultimi anni”.

Il gruppo ha anche annunciato che dal 12 aprile all’1 luglio 2025, il management board sarà composto da Maria Valdes nel ruolo di chief product officer, Markus Neubrand (chief financial officer) e Matthias Bäumer (chief commercial officer). Hanno la piena fiducia del supervisory board per guidare insieme l’azienda in questa fase di transizione. Dal 1° luglio 2025, il consiglio di amministrazione di Puma sarà poi composto da Arthur Hoeld (CEO), Markus Neubrand (direttore finanziario), Maria Valdes (direttore dei prodotti) e Matthias Bäumer (direttore commerciale).

La riorganizzazione manageriale è senza dubbio volta a supportare “nextlevel”, il piano di taglio dei costi che Puma aveva annunciato a marzo dopo aver riportato vendite inferiori alle attese nel quarto trimestre e un calo dell’utile annuale nei suoi ultimi risultati preliminari. Il gruppo prospettava una crescita delle vendite a valuta costante ‘low- to mid-single digit’ (quindi sotto il 5%, al di sotto del livello dell’anno precedente), a causa della debole performance negli Stati Uniti e in Cina. Il consensus del mercato prevedeva un aumento del 7 per cento. Il titolo era crollato alla Borsa di Francoforte del 23% dopo l’annuncio.

Secondo gli analisti di Deutsche Brank: “Il piano strategico delineato da Arne Freundt era incentrato sull’elevazione del brand e su una maggiore penetrazione nel canale retail premium, caratterizzato da margini più elevati. Tuttavia, si sospetta che la nuova direzione strategica possa implicare una maggiore accettazione del posizionamento di prezzo relativamente basso di Puma sul mercato, con un focus su questo segmento. Riteniamo che un nuovo CEO possa rapidamente cambiare l’atteggiamento interno dell’azienda e, in questa fase, vediamo un potenziale positivo da questo cambiamento. In generale, consideriamo la notizia come un fattore favorevole per il prezzo delle azioni Puma, dato che gli investitori avevano perso fiducia nella strategia dell’attuale CEO, a causa di vari tagli alle previsioni e della mancanza di progressi significativi nelle vendite al netto delle fluttuazioni valutarie”.

Resta da capire se il momento sia favorevole, visto che il gruppo dovrà affrontare, come molti altei, gli importanti dazi doganali statunitensi appena imposti dal presidente Trump, che probabilmente eserciteranno una pressione significativa sulla dinamica degli utili.