Quale futuro per il Leoncavallo: la tragedia dell’associazione delle Mamme e l’inutile prova muscolare del governo Meloni

Agosto 22, 2025 - 22:30
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Quale futuro per il Leoncavallo: la tragedia dell’associazione delle Mamme e l’inutile prova muscolare del governo Meloni

Dopo 31 anni, il governo sgombera il centro sociale Leoncavallo in via Watteau, ponendo fine a una esperienza sociale, politica e culturale iniziata nel 1975 nella via del quartiere Casoretto intitolata al musicista e dove, girato l’angolo in via Mancinelli, il 18 marzo del 1978 furono trucidati due giovani militanti: Fausto Tinelli e Lorenzo Jannacci, Fausto e Iaio.

Lo sgombero era stato programmato per il 9 settembre, ma è stato anticipato a ieri con un’ordinanza del questore di Milano. “Lo sfratto è una tragedia” dicono dall’associazione “Mamme del Leoncavallo”, chiamate a risarcire con 3 milioni di euro lo Stato, dopo che identica somma era stato stabilito dovesse essere versata dal ministero dell’Interno alla proprietà dello stabile. “Lo sgombero del Leoncavallo segna la fine di una lunga stagione di illegalità – dice il ministro dell’Interno Matteo Piantedosiper trent’anni quell’immobile è stato occupato abusivamente. Si tratta di un altro passo di una strategia costante e determinata che porteremo ancora avanti”.

“Basta illegalità, ora finalmente si cambia” sono le parole del vicepremier Matteo Salvini, che da giovane era un frequentatore del centro sociale tra una birra a prezzo calmierato e una canna. Salvini anni fa era stato anche tra le fila dei Noponte e dei NoTav. Ieri l’altro, era riuscito a esultare per l’arresto per un cumulo di pena della mamma del 13enne alla guida dell’auto che aveva travolto una pensionata.
La premier Giorgia Meloni dice che in uno stato di diritto non possono esserci zone franche. Anche se il torturatore Almasri l’ha fatta franca. Il sindaco Giuseppe Sala spiega che il Comune non era stato avvertito in relazione allo sgombero. Il primo cittadino ribadisce che il centro ha un importante ruolo culturale e politico e deve continuare a esistere in un quadro di legalità.

Del resto è in corso una trattativa per trovare un’altra sede, in via Dionigi, ma ci sarebbe un problema di ingenti spese da sostenere per mettere in sicurezza lo stabile. È anche una fase in cui il Comune, il sindaco e la giunta hanno da affrontare un bel po’ di altri problemi (eufemismo). L’avvocato storico del Leoncavallo, Mirko Mazzali, parla di “inutile prova muscolare da parte del Governo”. Per Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd in Regione, “è assolutamente folle e strumentale considerare il Leoncavallo un problema di ordine pubblico. Salvini è un avvoltoio”.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia