Riforma sanità, scatta la protesta dei sindacati: “Nessun confronto”. Al via la discussione in consiglio regionale

Dicembre 10, 2025 - 00:00
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Riforma sanità, scatta la protesta dei sindacati: “Nessun confronto”. Al via la discussione in consiglio regionale
Cgil Cisl Uil

Genova. Al via in consiglio regionale la discussione sulla riforma della sanità della giunta Bucci che prevede la fusione di tutte le Asl in una sola azienda sanitaria regionale (Ats) e la creazione di una nuova azienda metropolitana ospedaliera (Aom) per gestire insieme San Martino, Galliera, Villa Scassi e il futuro polo di Erzelli. Obiettivo dichiarato dal governatore, accentrare la governance per avere più risorse da investire nell’assistenza ai pazienti. Ma i giudizi sul provvedimento sono tutt’altro che condivisi. Il via libera dovrebbe arrivare mercoledì sera, al termine di una seduta fiume convocata a oltranza.

E mercoledì mattina, a partire dalle 9.30, è annunciato un presidio di protesta dei sindacati davanti alla sede del Consiglio regionale in via Fieschi. “Non c’è stato un vero confronto con le organizzazioni sindacali, ma solo alcuni momenti del tutto irrilevanti – attacca la Cisl Liguria -. Non sono state recepite quindi le ragioni del personale della sanità e dei cittadini utenti. Saremo presenti per ribadire la necessità di riaffermare il diritto alla salute per tutti i cittadini liguri e l’urgenza di intervenire sulla cronica carenza di personale e le difficili condizioni in cui operano ogni giorno”.

“Regione Liguria impone una riforma della sanità lontana dai bisogni della popolazione e fantascientifica sotto il profilo dell’organizzazione del lavoro del personale coinvolto, senza discuterne realmente con il sindacato”, aggiunge la Uil Liguria. “Manca il confronto, manca il buon senso e la conoscenza della materia e del comparto – spiegano Riccardo Serri, segretario generale Uil Liguria, e Giovanni Bizzarro, segretario confederale regionale con delega alla sanità -. Il testo della riforma ci è stato semplicemente illustrato dal presidente Bucci e questo è francamente inaccettabile”.

Il dibattito in aula sulla riforma

A illustrare il contenuto del provvedimento in aula è stato Marco Frascatore,  presidente della commissione Salute e Sicurezza sociale: “Con questa riforma si centralizza ciò che è burocratico, liberando e rafforzando ciò che è clinico. Una riforma che rappresenta una delle priorità del programma di governo della giunta Bucci e nasce con l’obiettivo di dare risposte concrete alla crescente e mutata domanda assistenziale della nostra regione. Riforma necessaria, oserei dire, che arriva dopo oltre vent’anni di attesa e che vedrà non più il cittadino rincorrere la sanità, ma la sanità andare incontro al cittadino attraverso una governance unitaria e una razionalizzazione delle risorse burocratiche ed economiche”.

“Credo si sia perso il significato reale di questa riforma, e che si stia alimentando una narrazione fuorviante che rischia di distogliere l’attenzione dal suo obiettivo vero”. Questo il primo commento del consigliere Federico Bogliolo di Vince Liguria-Noi Moderati. “Questa non è una riforma del piano socio-sanitario: è una riforma della governance. A chi ci dice che si vuole correre troppo – ha concluso Bogliolo – rispondiamo che non è così. La minoranza ha chiesto audizioni, le abbiamo fatte e sono state utili: più di 100 sono stati gli auditi. Non mi pare ci sia stata fretta. C’è stato tempo per analizzare, correggere e incidere sulla riforma, come dimostra il maxi-emendamento che ha visto protagonisti i sindaci di tutta la Liguria”. 

“Assisteremo a una riallocazione delle risorse proprio a favore dei cittadini e dell’offerta assistenziale sanitaria che sarà più snella più coordinata più veloce, meno frammentata e burocratica e della quale ogni cittadino, anche delle zone periferiche, potrà godere. Va sottolineato che l’accentramento amministrativo delle ASL non implicherà di certo l’allontanamento delle cure anzi al contrario è una mossa strategica e finanziaria che permette di togliere il peso della burocrazia dai servizi locali, generando risparmi che possono essere usati per finanziare e rafforzare proprio la sanità di prossimità che cittadini desiderano. I risultati – conclude il consigliere di Orgoglio Liguria – sono già visibili  e tangibili come l’abbattimento delle liste d’attesa e l’istituzione delle case di comunità e lo saranno ulteriormente tra qualche mese”.

Siamo di fronte a una legge improvvisata, centralista e priva delle basi necessarie per intervenire sulla sanità ligure. La giunta ha portato avanti questa riforma di fretta e senza alcuna condivisione, con l’unico obiettivo di evitare il commissariamento del ministero, nonostante un disavanzo superiore ai 250 milioni. Una scelta che ha finito per mortificare sindaci, personale e direttori generali, esclusi dal processo e privati del loro ruolo nella governance”, così il consigliere regionale Pd e vicepresidente della commissione Sanità Enrico Ioculano, relatore di minoranza per il Pd durante la discussione in aula della riforma sanitaria. “La proposta di un’unica Asl, con funzioni accentrate a Genova è pericolosa per una regione come la nostra, fragile e con territori periferici che hanno bisogni molto diversi dalla città metropolitana. Questo modello rischia di allargare il divario tra centro e periferia, ridurre l’accessibilità dei servizi e indebolire il lavoro degli operatori sanitari. Serve una riforma costruita con i territori, non un’operazione calata dall’alto per evitare il commissariamento”, aggiunge.

“La proposta sanitaria di Bucci sarà un dramma per tutti i liguri che non hanno i soldi per ricorrere alle cure private – accusa Selena Candia, capogruppo di Avs, insieme al consigliere Jan Casella -. Chiediamo con forza di rinviare l’approvazione, altrimenti le nostre strutture finiranno nel caos dal prossimo gennaio, quando lo sfascia-sanità entrerà in vigore. È un provvedimento sbagliato, che va completamente riscritto, consultando i lavoratori della sanità, gli amministratori locali, le associazioni dei pazienti, i comitati di cittadini e gli altri i soggetti interessati. Siamo sconcertati dal ruolo di autentico dominio che sarà attribuito al settore privato, al quale saranno affidate la co-programmazione e la co-progettazione delle scelte sanitarie. Questa impostazione crea un problema di natura democratica: la programmazione sanitaria è una funzione pubblica perché incide direttamente sui diritti delle persone e affidarne una parte sostanziale a soggetti che rispondono al mercato significa alterare il principio di responsabilità pubblica. Il privato tenderà a orientare la programmazione verso attività più remunerative e meno complesse, spostando l’equilibrio del sistema a svantaggio del pubblico”.

Questa riforma della sanità ligure avrebbe dovuto avere un iter di almeno due o tre anni, partendo da un grande percorso di ascolto vero: operatori sanitari, territori, organizzazioni sindacali, associazioni che ogni giorno in Liguria si occupano di sanità e fragilità. È l’unico modo serio per riformare un sistema così delicato. Tutto questo, semplicemente, non è stato fatto – dichiara Gianni Pastorino della Lista Orlando -. I 65 giorni in cui si è compressa l’intera operazione non rispondono a un’esigenza di miglioramento del sistema. Sono il frutto di una scelta tutta politica: presentarsi al Governo con una riforma già pronta per evitare il commissariamento. La narrazione che vuole portare avanti Bucci è semplice: tagliamo le Asl, accorpiamo le aziende ospedaliere del capoluogo e in futuro risparmieremo. Ma questi risparmi non sono scritti da nessuna parte nella riforma, restano una suggestione utile solo a costruire una giustificazione politica”.

Per Stefano Giordano del Movimento 5 Stelle “questa non è una riforma per i liguri: è una riscrittura della catena di comando ed è sorda alle emergenze. Problemi noti come liste d’attesa fuori controllo, Pronto Soccorso al collasso, fuga di pazienti, rinuncia alle cure e sanità territoriale incompiuta restano senza risposte. Noi diciamo no. Il cittadino soffre perché non riesce a prenotare una visita, perché resta giorni in barella, perché è costretto a pagare il privato o a curarsi altrove. A questi problemi il centrodestra non ha mai dato risposte e non le dà oggi: questa riforma è sbagliata alla radice. L’azienda sanitaria unica può cambiare il logo, ma senza più personale, posti letto, agende prenotabili e territorio operativo le attese restano identiche. Anzi, rischiano di aumentare. Denunciamo l’assenza nel Ddl di un vero piano su organici e capacità del sistema. Siamo pronti a discutere qualunque riforma che metta al centro la sostanza. Ma serve una riforma vera, nata dall’ascolto e non calata dall’alto. Non voteremo un accentramento che lascia i cittadini nelle stesse attese e i Pronto Soccorso nella stessa emergenza. La sanità è un bene comune, non un esperimento amministrativo”, conclude.

Nicolò: “Riforma ambiziosa, Ats non nasce per accentrare ma per ridurre sprechi”

Al termine della discussione generale l’assessore alla sanità Massimo Nicolò ha illustrato i fondamenti della riforma e le sue finalità. “Oggi, dopo quasi venti anni – ha esordito – presentiamo una riforma che tocca un tema decisivo per tutti noi, la salute di tutti i cittadini liguri. Certamente è una riforma coraggiosa, una riforma ambiziosa, non facile che nasce, però, da una domanda semplice, ma alla quale dobbiamo dare una risposta precisa, cioè come garantire una sanità pubblica e di qualità oggi e nei prossimi decenni a una Regione che sta invecchiando, che cambia e chiede più cure, più continuità e più prossimità”. Secondo l’assessore l’attuale assetto sanitario, costruito su cinque aziende autonome “appare non più adeguato, è un sistema frammentato, disomogeneo, che presenta duplicazioni, quintuplicazioni amministrative con differenze territoriali importanti che rischiano, e in parte lo stanno già facendo, di tradursi da un lato in ingiustizia sociale e, dall’altro, non valorizzano quelle tante eccellenze che sono presenti in Liguria”.

Nicolò ha aggiunto: «L’Azienda Tutela Salute Liguria (Ats Liguria) con una regia chiara, moderna, coordinata, nasce non per accentrare potere, ma per semplificare, unificare, ridurre sprechi e garantire qualità”. Secondo l’assessore questa riforma permetterà di “liberare energie per i servizi”. L’assessore ha illustrato alcuni degli aspetti della nuova struttura prevista dalla riforma: l’Ats e le cinque aree sociosanitarie locali, “che mantengono la prossimità, la responsabilità della presa in carico, del rapporto con i sindaci, del rapporto con le comunità e con i servizi sociali”.

Proprio rispetto ai servizi sociali e sociosanitari l’assessore ha spiegato che il centro della riforma è il nuovo modello del distretto sociosanitario “che diventa il luogo dove la persona incontra il sistema, dove viene preso in carico in modo unitario e dove la sanità e il sociale dialogano finalmente senza barriere”. Nicolò ha annunciato una innovazione decisiva che riguarda l’assetto sanitario: “L’unificazione che abbiamo previsto, e che dovremmo attuare in un secondo momento, dei tre momenti importanti declinati all’interno del piano sociosanitario e del piano sociale integrato regionale, questi due piani – ha precisato – andranno uniformati in un testo unico, un unico piano e non più in strumenti separati”. L’assessore ha aggiunto: “La telemedicina, le piattaforme interoperabili e il potenziamento del fascicolo sanitario elettronico diventano strumenti ordinari del sistema”. “Questa riforma – ha concluso – non è un semplice riordino amministrativo, ma una scelta di responsabilità verso tutta la Liguria, che guarda al presente, ma soprattutto al futuro per un sistema sanitario più semplice da governare, più vicino ai cittadini, ai territori, più moderno nelle alte specialità”.

Al termine dell’intervento dell’assessore Nicolò è iniziata la votazione degli articoli: sono stati approvati, con il voto contrario della minoranza, 7 dei 37 articoli del disegno di legge. Sono stati presentati 30 emendamenti: 19 da tutti i gruppi di minoranza (primo firmatario Enrico Ioculano del Pd), 8 da Gianni Pastorino (Andrea Orlando Presidente) e sottoscritto da Sanna e Piccardo del Pd, 2 da Marco Frascatore (Orgoglio Liguria-Bucci Presidente) e 1 da Gianmarco Medusei (FdI) e sottoscritto da tutto il gruppo. Sono stati presentati anche 6 ordini del giorno (primo firmatario Enrico Ioculano). Nella prima parte della votazione è stato approvato uno degli emendamenti presentati da Gianni Pastorino (Andrea Orlando Presidente) e sottoscritto da Sanna e Piccardo del Pd.

 

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Redazione Redazione Eventi e News