“Sono nata a giugno”: cceciux si regala un Ep per il suo compleanno artistico | Intervista

Lug 22, 2025 - 21:30
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“Sono nata a giugno”: cceciux si regala un Ep per il suo compleanno artistico | Intervista

Chissà se è nata prima la tradizione di fare dei regali il giorno del compleanno o se è più comune per il festeggiato prendere quella data sul calendario come spunto per fare il focus della situazione e tracciare dei bilanci tra passato e futuro, momento che si trasforma nel presente quando c’è da soffiare sulle candeline.

cceciux ha unito le tue cose, dando vita a “Sono nata a giugno (come il mio primo EP!!)”, dove sente l’urgenza e la necessità di cantare la storia sua, e quella di una generazione, che spesso è costretta a trovare il proprio spazio e di conseguenza equilibrio.

Vivere così, tra raggi di sole e l’estate di una vita che coincide con la gioventù piena d’energia, sogni speranze e progetti da realizzare, in un modo o nell’altro.

Per esprimersi la musica e le parole sono più efficaci di tanti filtri che si possono usare per dare una visione di se stessi al mondo, e allora a ancora Auguri cceciux!

INTERVISTANDO CCECIUX

Che regalo vuoi fare al tuo ep?

È il mio progetto più ampio finora e ne sono molto soddisfatta!! Uno dei miei sogni, e quindi regalo che vorrei fargli, sarebbe sentirlo in radio. Un sacco di volte mi sono immaginata, in palestra o al supermercato, di sentire tutt’un tratto uno dei miei pezzi risuonare dalle casse. Per ora però, il regalo più grande che gli è stato fatto è vedere tutti i miei amici e amiche e persone nella mia vita apprezzarlo moltissimo, i messaggi su insta o tiktok delle persone che mi mandano lo screen mentre lo ascoltano o amici che mi dicono che altri amici loro lo hanno ascoltato e gli hanno chiesto di scrivermi per farmi i complimenti. Ogni parola o feedback mi riempie moltissimo il cuore.

Come hai imparato a conoscerti attraverso cceciux?

In realtà “cceciux” è sempre cresciuta di pari passo con me. L’intento non è mai stato quello di creare un personaggio; diciamo che è semplicemente capitato da sé. Ho sempre creato e condiviso la mia arte e ciò che amo per il piacere di farlo e soprattutto per il bisogno di esprimermi in un modo che mi rappresentasse a pieno e la cosa che voglio più in assoluto è mantenere la mia genuinità artistica, sennò si perderebbe il senso di fare tutto ciò. Tengo molto far passare un senso di umanità e connessione con le persone, per questo cerco sempre di creare contenuti che facciano sentire le persone vicine a me per sfatare il “mito della persona irraggiungibile” che molto spesso si crea sui social e ricordare che non c’è alcuna differenza tra la me reale e la me dietro lo schermo.

La tua musica è un mix di lingue ed emozioni?

Decisamente si!! Essendo nata e cresciuta bilingue non potrebbe essere altrimenti. 

Ho sempre trovato il parlare più lingue uno dei ponti culturali più interessanti e belli da coltivare, questo infatti ha anche influenzato il mio percorso scolastico e universitario. Ho da sempre amato incorporare più lingue e sfaccettature emotive nelle mie canzoni, un po’ perché essendo italo brasiliana, è qualcosa che mi appartiene intrinsecamente, e un po’ anche perché ho sempre amato concepire la mia arte come qualcosa di trasversale a più assi culturali. Penso che sia uno dei modi più belli di arricchirsi.

PH: Ufficio Stampa

Credi che la nostalgia sia un sentimento che appartiene alla tua generazione?

Sarò forse di parte perché la mia generazione è quella che conosco meglio e con cui ho più a che fare, ma credo proprio di si. Penso che l’internet e i social siano un po’ l’arma a doppio taglio che ci caratterizza e influenza.

È innegabile che rispetto alle generazioni precedenti abbiamo una percezione molto più ampia del mondo e del passato, e forse è questo che rende molti di noi degli incurabili nostalgici. Proprio perché siamo molto più coscienti del mondo attorno a noi spesso tendiamo a rifugiarci in un passato (molto spesso idealizzato) in cui le cose apparivano più semplici, calme, tranquille, e di cui già sappiamo il corso.

Tuttavia io non mi sento troppo appartenere a questa categoria, anzi, sono molto ottimista e, nonostante gli scenari della realtà attuale non sempre siano troppo rassicuranti, sono molto grata del presente in cui vivo e fiduciosa del futuro che mi, ci, attende.

Notte d’agosto è un dolce inno alla malinconia della fine?

In realtà no, anzi, tutt’altro. È letteralmente una canzone di confessione, in cui tutte quelle verità tenute nascoste per tanto tempo finalmente confluiscono in un fiume di parole. È un inno ad un amore che sboccia in un terreno che si credeva infertile. La visualizzo come un ponte che si crea tra due persone che per tanto tempo non si sono dette tante cose. L’aggettivo centrale per questa canzone è “sognante”  perché è stato quello che ho provato e provo tuttora nel vivere quello che mi ha portato a scriverla.

PH: Ufficio Stampa

Per fare una canzone triste ci vuole più coraggio?

In realtà, per assurdo, personalmente no, anzi il contrario. Nei momenti più bui, tristi e difficili ho davvero tanta difficoltà ad esprimere e comunicare come mi sento e uno dei pochi modi in cui riesco a farlo è scrivendo. È come se esorcizzasse il malessere che provo rendendolo qualcosa di.. bello, credo? O comunque utile, almeno per me, ma la speranza è che lo sia soprattutto per gli altri.

In momenti del genere è molto facile sentirsi assolutamente soli e abbandonati a se stessi e spero che le mie canzoni nate in quei momenti possano raggiungere le persone che stanno attraversando qualcosa di simile. So bene quanto è agonizzante e terrificante sentirsi soli in momenti del genere e vorrei poter essere una mano che ti risolleva per le persone che mi ascoltano. 

Non sempre è facile accettare la verità?

Assolutamente no, anzi, penso sia una delle sfide più grandi che la maggior parte di noi prima o poi deve affrontare. Per me è stato un percorso molto lungo su cui spesso ho sbattuto la testa e devo dire che la musica mi ha aiutato tantissimo in questo. “It kinda hurts” è stato uno dei modi in cui ho effettivamente tirato fuori il dolore in cui spesso sono caduta nei momenti in cui mi sono dovuta fare coraggio e affrontare la realtà delle cose, infatti io la percepisco e la definisco come “l’urlo che non sono riuscita a fare nei momenti in cui volevo gridare”.

Forse mi perdo al ritorno e rimango qui. Che strade stai esplorando in questa estate?

Traguardi inaspettati!! Ho deciso di lanciare il progetto senza troppe aspettative, giusto per il piacere di farlo ed esprimermi, e poi avrei visto cosa ne sarebbe venuto fuori, e devo dire che sta aprendo molte più strade di quello che pensavo!! Sono contentissima che sia arrivato alle persone, che ogni canzone abbia parlato a modo suo e che in qualche modo le persone si siano incuriosite o si siano sentite rappresentate.

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