Spectra sfida i supercomputer classici: più potenza, meno consumi
Un nuovo supercomputer sperimentale è entrato in funzione ai Sandia National Laboratories e punta a ridefinire il modo in cui vengono affrontate le simulazioni più delicate legate alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Si chiama Spectra ed è un prototipo sviluppato in collaborazione con l’azienda tecnologica NextSilicon, pensato non tanto per inseguire record di potenza assoluta, quanto per dimostrare che un’architettura alternativa, più intelligente e flessibile, può offrire prestazioni elevate riducendo allo stesso tempo i consumi energetici.
Spectra nasce all’interno del programma Vanguard di Sandia, un’iniziativa che mira a testare tecnologie non convenzionali prima di un’eventuale adozione su larga scala nei grandi sistemi di produzione. In questo contesto, il nuovo supercomputer rappresenta un banco di prova per un approccio che si discosta dal classico binomio CPU-GPU. Il cuore del sistema è composto da 128 acceleratori Maverick-2 a doppio die, chip sperimentali progettati per analizzare il codice in tempo reale e riorganizzare dinamicamente i carichi di lavoro, assegnando le risorse dove servono davvero.
A differenza delle architetture tradizionali, che trattano i dati in modo uniforme, Spectra introduce un livello di adattività che consente di dare priorità alle operazioni più critiche durante l’esecuzione. Secondo James Laros, senior scientist di Sandia e responsabile del progetto, si tratta di una capacità di calcolo “di prima nel suo genere”, resa possibile anche grazie a una collaborazione stretta tra laboratori nazionali e industria privata.
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