Thunderbird, la nuova stazione privata che sfida lera post-ISS
Nel dibattito sul futuro delle infrastrutture in orbita bassa terrestre, una proposta americana sta attirando l’attenzione per l’approccio radicalmente diverso rispetto al passato. La startup statunitense Max Space ha annunciato Thunderbird Station, un avamposto orbitale progettato per raggiungere lo spazio con un solo lancio e diventare operativo senza la complessa sequenza di assemblaggi che ha caratterizzato la Stazione Spaziale Internazionale.
L’idea di fondo è semplice solo in apparenza: ridurre drasticamente costi, tempi e rischi legati alla messa in orbita di una stazione spaziale. Thunderbird, secondo quanto dichiarato dall’azienda, potrebbe essere lanciata interamente a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX e, una volta raggiunta l’orbita terrestre, espandersi fino a raggiungere un volume interno di circa 350 metri cubi. Si tratta di uno spazio pari a circa un terzo di quello dell’ISS, ma concentrato in un unico modulo compatto.
Il cuore tecnologico del progetto è una struttura interna definita “morphic”, basata su materiali morbidi e riconfigurabili. Questa soluzione consente di comprimere l’habitat durante il lancio e di trasformarlo successivamente in un ambiente abitabile più ampio e personalizzabile. Max Space sostiene che questa architettura offra margini superiori in termini di sicurezza e scalabilità rispetto ai moduli rigidi tradizionali, aprendo la strada anche a stazioni di dimensioni molto più grandi in futuro.
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