Turchia. Passi decisivi per divenire il principale hub regionale per il gas

Giugno 10, 2025 - 13:30
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Turchia. Passi decisivi per divenire il principale hub regionale per il gas

di Giuseppe Gagliano

La Turchia sta muovendo passi decisi per consolidare il suo ruolo di attore chiave nel panorama energetico del Mar Caspio, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dalle rotte russe e rafforzare la propria posizione come hub regionale per il gas. Al centro di questa strategia c’è la recente acquisizione da parte della Turkish Petroleum Corporation (TPAO) di una quota del 30% nel giacimento offshore Shafag-Asiman, situato nel settore azerbaigiano del Mar Caspio. L’accordo, siglato il 3 giugno 2025 durante la Baku Energy Week, vede TPAO affiancarsi alla State Oil Company of Azerbaijan (SOCAR) e alla britannica BP in un progetto che promette di ridefinire gli equilibri energetici della regione.
Il giacimento Shafag-Asiman, situato a circa 125 chilometri a sud-est di Baku, si estende su un’area di 1.100 chilometri quadrati, con fondali che variano tra i 650 e gli 800 metri di profondità. Considerato una delle prospettive più promettenti per le riserve di gas naturale nel Caspio, il blocco è oggetto di un accordo di produzione condivisa (PSA) che vede BP come operatore durante la fase esplorativa. TPAO ha acquisito il 30% del progetto, rilevando il 15% da BP e il 15% da SOCAR, una mossa che riflette l’ambizione di Ankara di rafforzare la propria presenza operativa in un’area strategica.
Secondo il ministro turco dell’Energia e delle Risorse Naturali, Alparslan Bayraktar, l’ingresso di TPAO in Shafag-Asiman rappresenta un passo significativo per aumentare la produzione di petrolio e gas in Azerbaigian, un partner storico della Turchia. L’accordo, che dovrebbe essere finalizzato entro il terzo trimestre del 2025, include anche piani per la perforazione di un secondo pozzo esplorativo, come annunciato da Gordon Birrell, vicepresidente esecutivo di BP per la produzione e le operazioni. Questo ulteriore investimento testimonia la fiducia nel potenziale del giacimento e nella solidità della partnership trilaterale.
La mossa di TPAO non è un episodio isolato, ma si inserisce in una strategia più ampia della Turchia per costruire un corridoio energetico che bypassi le infrastrutture controllate dalla Russia. Con il conflitto in Ucraina e le tensioni geopolitiche che hanno reso vulnerabili le rotte energetiche tradizionali, Ankara punta a sfruttare le risorse del Mar Caspio per alimentare i propri hub di gasdotti, come il TANAP (Trans-Anatolian Natural Gas Pipeline) e il TAP (Trans-Adriatic Pipeline), che collegano l’Azerbaigian all’Europa attraverso la Turchia.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in un messaggio alla Baku Energy Week, ha sottolineato il “grande potenziale” per nuovi progetti di gas naturale tra Turchia e Azerbaigian, evidenziando il ruolo cruciale della cooperazione bilaterale. La Turchia non si limita al gas: il paese sta anche esplorando opportunità nel settore delle energie rinnovabili, come il progetto Shafag GES, una centrale solare da 240 MW in costruzione nel distretto di Jabrayil, che coinvolge BP, SOCAR e il Fondo di Sviluppo Aziendale dell’Azerbaigian. Questi investimenti diversificati riflettono l’intenzione di Ankara di posizionarsi come un attore energetico versatile, capace di bilanciare idrocarburi e fonti verdi.
La strategia turca si estende oltre l’Azerbaigian. TPAO ha recentemente firmato accordi con compagnie petrolifere pakistane per esplorazioni offshore e ha rafforzato i legami con la MOL Group ungherese per progetti in Azerbaigian e altrove. Queste mosse indicano un approccio proattivo per creare una rete di alleanze che amplifichi l’influenza turca nel settore energetico globale.
L’ingresso di TPAO in Shafag-Asiman è stato accolto con entusiasmo da SOCAR e BP, che vedono nella compagnia turca un partner affidabile con esperienza nel settore offshore. Gary Jones, presidente regionale di BP per Azerbaigian, Georgia e Turchia, ha lodato la collaborazione, sottolineando che l’ingresso di TPAO porterà “capacità tecniche e finanziarie aggiuntive” per accelerare le attività esplorative.
Tuttavia, la crescente assertività della Turchia nel Mar Caspio non è passata inosservata. Alcuni analisti occidentali temono che l’espansione di Ankara possa complicare gli equilibri geopolitici nella regione, specialmente in un contesto in cui la Russia cerca di mantenere la sua influenza sulle esportazioni energetiche del Caspio. Inoltre, la decisione dell’Azerbaigian di sospendere le esportazioni dirette di petrolio verso Israele, sotto pressione del governo Erdoğan, ha sollevato preoccupazioni in alcuni ambienti internazionali, evidenziando il peso politico che la Turchia esercita sui partner regionali.
Nel Mediterraneo orientale, dove la Turchia è già impegnata in dispute territoriali con Grecia e Cipro per le risorse di gas, l’attivismo di TPAO nel Caspio potrebbe essere percepito come un ulteriore segnale della volontà di Ankara di competere con altri attori regionali, come l’Egitto e Israele. Tuttavia, la capacità della Turchia di tradurre queste ambizioni in risultati concreti dipenderà dalla sua abilità di gestire le tensioni geopolitiche e attrarre investimenti stranieri.
Con l’acquisizione della quota in Shafag-Asiman, la Turchia si posiziona come un attore imprescindibile nel Mar Caspio, rafforzando i legami con l’Azerbaigian e diversificando le proprie fonti energetiche. La strategia di Ankara, che combina investimenti in idrocarburi, rinnovabili e infrastrutture, punta a trasformare il paese in un ponte energetico tra Asia ed Europa, riducendo al contempo l’influenza russa.
Mentre TPAO si prepara a intensificare le operazioni nel Caspio, il successo di questa visione dipenderà da una combinazione di pragmatismo diplomatico e capacità tecnica. In un mondo energetico in rapida evoluzione, la Turchia sembra determinata a lasciare il segno, ma la strada verso un corridoio del gas senza Russia è ancora lunga e irta di ostacoli.

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