Uccisione orsa F36, il tribunale di Trento accoglie l’opposizione di Leal e ordina l’imputazione coatta di due indagati

Il tribunale di Trento ha ritenuto fondati gli elementi indicati dall'associazione Leal sul caso dell'orsa trentina F36, madre di un cucciolo di circa 8 mesi, uccisa il 27 settembre 2023 in Sella Giudicarie con un colpo di arma da fuoco. Nel novembre 2024 il Consiglio di Stato ha dato ragione alle associazioni animaliste, evidenziando l’esemplare non doveva essere ucciso. La vicenda però rischiava di avere comunque un esito guidicato negativamente dagli animalisti. La Procura aveva infatti richiesto l'archiviazione del procedimento per insufficienza di prove circa i responsabili. Ma l’associazione Leal, tramite il proprio legale Aurora Loprete, aveva evidenziato importanti lacune e peculiari elementi indiziari emersi dall'analisi tecnico-scientifica di parte e dalla documentazione acquisita nella fase di indagine, inclusi i rilievi conseguenti alle perquisizioni domiciliari.
In particolare, sono stati sottolineati aspetti rilevanti relativi al referto autoptico e agli indizi raccolti, indicativi della necessità di approfondimenti supplementari per accertare le responsabilità penali, soprattutto riguardo ai possibili coinvolgimenti di due indagati, anche alla luce di risultanze investigative quali tabulati telefonici e altri riscontri acquisiti.
ll Gip ha ordinato all’ufficio della Procura la formulazione dell’imputazione coatta nei confronti di due indagati per i capi ex art. 110, 544-bis e 378 del codice penale, riguardanti l’uccisione di animali.
Gian Marco Prampolini, presidente Leal commenta: «Siamo estremamente soddisfatti per la decisione del Tribunale di Trento, che ha riconosciuto la fondatezza della nostra opposizione. È un passo fondamentale verso la verità e la giustizia per F36, un simbolo della fauna trentina che non può essere ucciso impunemente. Continueremo a impegnarci affinché siano individuati tutti i responsabili e affinché la protezione degli orsi e delle altre specie selvatiche sia rispettata in modo rigoroso e trasparente. Questo caso rappresenta anche una battaglia contro l'odio e la strumentalizzazione politica che hanno marcato la sua vicenda».
Leal, spiega l'associazione in una nota, intende seguire il procedimento penale, con la speranza venga resa giustizia a F36 e che questo nuovo corso porti a una giusta conclusione contribuendo a un cambio di passo nelle politiche di tutela del territorio e delle specie animali del Trentino.
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