10 Minuti al giorno e i capelli saranno più forti, meno tendenti al grigio e cresceranno di più. Provare per credere

C’è stato un periodo, nemmeno troppo lontano, in cui ogni volta che mi guardavo allo specchio mi sembrava di notare un capello in meno. All’inizio davo la colpa allo stress, poi all’alimentazione, poi ai prodotti sbagliati.

La verità? Non avevo idea di cosa stesse succedendo e ogni tentativo di porre rimedio sembrava peggiorare la situazione. Shampoo anticaduta, integratori al miglio, maschere strane lasciate in posa per ore. Niente che davvero cambiasse il quadro. E quei fili bianchi, così decisi a farsi notare, iniziavano ad aumentare. Una questione di età, mi dicevano. Ma io non ne ero convinta.

Un giorno, parlando con una collega durante una pausa caffè, è saltato fuori un metodo che non avevo mai sentito. Un gesto semplice, quasi ridicolo, che a detta sua aveva cambiato completamente il suo rapporto con i capelli. Nessun prodotto da comprare, nessun trattamento costoso, nessuna promessa miracolosa. Solo dieci minuti di tempo, ogni giorno, e la voglia di mettersi in gioco. All’inizio l’ho presa a ridere, poi ho provato. Non succede nulla, pensi, ma qualcosa invece cambia. E lì ho iniziato a farmi domande serie.

Balayam: come funziona davvero e perché vale la pena provarlo

La prima volta che ho sentito parlare del Balayam ero scettica. L’idea che strofinare le unghie tra loro potesse avere un impatto sui capelli mi sembrava più una leggenda metropolitana che un suggerimento reale. Ma poi ho iniziato a leggere, a cercare testimonianze, a capire da dove arrivasse questa pratica. Non è una trovata recente, ma qualcosa che fa parte da secoli della medicina ayurvedica. Nessun mistero orientale, semplicemente una visione diversa del corpo, dove ogni parte è collegata e può influenzarne un’altra.

La teoria è che le terminazioni nervose presenti sotto le unghie siano collegate ai follicoli piliferi del cuoio capelluto. Stimolandole in modo regolare si riattiverebbe la circolazione in quella zona, favorendo la crescita e rinforzando le radici. Alcuni sostengono che contribuisca anche a rallentare l’ingrigimento precoce. Non so se sia esattamente così, ma so che qualcosa cambia davvero. Dopo alcune settimane ho notato meno capelli nel pettine, e quelle zone un po’ più vuote sembravano meno evidenti.

Il gesto in sé è facilissimo. Mani rilassate, dita leggermente piegate, unghie che si sfregano tra loro senza forzare. Bastano cinque minuti al mattino e cinque alla sera, ma bisogna essere costanti. È una questione di pazienza, di ascolto, di dedizione quotidiana. E forse è proprio questo il punto. Fermarsi, prendersi cura di sé con un atto che non ha secondi fini, che non promette miracoli, ma crea un’abitudine positiva.

Nel mio caso, il Balayam non ha solo migliorato l’aspetto dei capelli. Mi ha insegnato a fermarmi dieci minuti al giorno. Che sembra poco, ma non lo è. È un modo per rientrare in contatto con il proprio corpo, con il proprio tempo, senza correre. Chi vive in città, chi lavora tutto il giorno davanti a uno schermo, lo sa bene: ci si dimentica di respirare, di toccarsi, di ascoltarsi. Anche un gesto banale può diventare un piccolo rituale personale.

Non tutti noteranno gli stessi effetti, ovviamente. Non si tratta di una soluzione unica. È semplicemente un approccio diverso, un modo per uscire dalla logica del prodotto e rientrare nella logica del corpo. In un mondo in cui siamo abituati a cercare risposte veloci, è quasi strano pensare che qualcosa di così semplice possa avere un impatto reale. Ma forse proprio per questo vale la pena provarci. Non costa nulla, non richiede strumenti, non c’è bisogno di prepararsi.

Solo dieci minuti, ogni giorno, per tornare a sentire che i capelli fanno parte di noi, che non sono solo un dettaglio estetico, ma anche un segnale, un linguaggio. E che possiamo prendercene cura anche in modi che non avevamo mai considerato.

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