Addio a Cesare Paciotti, il re della scarpa italiana

Ottobre 14, 2025 - 09:30
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Addio a Cesare Paciotti, il re della scarpa italiana

Si è spento improvvisamente all’età di 67 anni Cesare Paciotti, fondatore dell’omonima maison di calzature e figura iconica del made in Italy. L’imprenditore è stato colto da un malore nella sua abitazione di Civitanova Marche, cuore pulsante del distretto calzaturiero marchigiano, da lui reso noto in tutto il mondo.

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Un’eredità di stile racchiusa in un simbolo: il pugnale dorato, segno di seduzione e coraggio, inciso su ogni creazione come una firma d’autore eterna.

Una scarpa di famiglia

Nato nel 1958 a Civitanova Marche, nel cuore del distretto calzaturiero italiano, Cesare Paciotti era figlio d’arte: il padre Giuseppe aveva fondato nel 1948 una piccola azienda specializzata in calzature maschili fatte a mano. Ma Cesare, laureato al DAMS di Bologna e con un’esperienza formativa negli Stati Uniti alle spalle, non si accontentò di proseguirne il percorso. Negli anni Ottanta trasformò l’impresa di famiglia in un laboratorio di stile contemporaneo, dove il savoir-faire artigianale incontrava l’estetica del desiderio. Le forme si fecero affilate, le proporzioni audaci, i dettagli volutamente provocatori. Le sue scarpe, pensate tanto per l’uomo quanto per la donna, diventarono presto sinonimo di sensualità e potere, con il pugnale metallico come simbolo identitario: un logo tagliente, quasi una dichiarazione d’intenti, che elevò il marchio a status icon internazionale.

Cesare Paciotti e Naomi Campbell nel 2002. (Photo by Rose Hartman/Getty Images)

La femminilità passa da un pugnale

Con la sorella Paola, con la quale ha condiviso a lungo la direzione creativa, Cesare Paciotti ha costruito un universo estetico inconfondibile per il brand di famiglia. Le sue scarpe sono sempre state oggetti di seduzione, capaci di raccontare un’idea precisa di femminilità e di potere. Tacchi vertiginosi, punte affilate, cinturini sottili: un equilibrio perfetto tra rigore e sensualità. Negli anni Novanta il marchio divenne un fenomeno di culto, indossato da celebrità e modelle che ne amplificarono l’immaginario audace. Le campagne pubblicitarie, sempre provocatorie, esaltavano un’estetica di lusso e trasgressione, che seppe interpretare l’energia di un decennio dominato dall’eccesso.

L’impronta della lama

Poi un periodo di stallo. Dopo la grande espansione, arrivarono gli anni più complessi per il brand, con la crisi del retail e del wholesale internazionale che mise alla prova la filiera. La casa madre avviò piani di riorganizzazione e razionalizzazione delle collezioni, con un ritorno alle categorie core e una gestione più selettiva della distribuzione. A partire dal 2021, il marchio imboccò una strada di rinascita: recupero dei best seller d’archivio (dagger pumps, stivali e décolleté affilate), messa a fuoco del prezzo e della qualità percepita, rilancio dell’e-commerce proprietario e spinta sui contenuti digitali. L’identità venne asciugata: meno dispersione, più Paciotti. E il marchio tornò a brillare. Oggi la cabina creativa si è allargata, e il brand si presenta come un collettivo che rilegge i codici storici in chiave contemporanea, con il nipote Marco Calcinaro al comando.

Con la scomparsa di Cesare Paciotti, il mondo della moda saluta uno dei protagonisti del Made in Italy più autentico. A lui si deve l’idea che la seduzione potesse avere una forma precisa: un tacco affilato come un pugnale.

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Redazione Redazione Eventi e News