Un brand di moda può superare una crisi reputazionale? Prada lo ha fatto

Dicembre 15, 2025 - 03:01
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Un brand di moda può superare una crisi reputazionale? Prada lo ha fatto

Anche i migliori sbagliano. Ma in quanto tali, quando accade, sanno come porvi rimedio. Negli ultimi mesi del 2025, Prada si è trovata al centro di una delle polemiche più complesse e delicate per un brand di moda (e non solo): l’accusa di appropriazione culturale. Tutto è partito da una sfilata, ma il dibattito ha rapidamente superato i confini della moda, coinvolgendo politica e istituzioni, fino a diventare uno scandalo.

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Una crisi che, nell’ecosistema iperconnesso dei social, avrebbe potuto trasformarsi in un danno reputazionale permanente. Ma che invece il gruppo italiano ha scelto di affrontare apertamente, trasformandola in un case study su come si può (forse) uscire indenni da uno scivolone pubblico.

Il punto della situazione: d0ve eravamo rimasti

Il caso esplode il 22 giugno 2025, durante la sfilata Prada Uomo Primavera Estate 2026 a Milano. In passerella compaiono sandali in pelle che ricordano molto da vicino i Kolhapuri chappal, calzature tradizionali indiane prodotte da secoli negli Stati del Maharashtra e del Karnataka. Le immagini fanno rapidamente il giro dei social e dei media indiani, dando origine al cosiddetto sandal scandal. Politici locali, artigiani e la Camera di Commercio del Maharashtra accusano Prada di aver ripreso un design protetto da Indicazione Geografica (GI) senza citarne l’origine né riconoscere le comunità coinvolte. Il punto non è solo estetico: i Kolhapuri rappresentano un patrimonio culturale e una fonte di reddito per migliaia di manifatturieri locali, spesso penalizzati dalla produzione industriale globale. In breve tempo, la polemica è diventata simbolo di un tema più ampio e sempre più sensibile: il confine sottile tra ispirazione e appropriazione culturale nella moda contemporanea.

prada appropriazione culturale sandali

I sandali della collezione Prada P/E 2026.

La strategia Prada

La risposta del brand arriva in tempi relativamente rapidi, soprattutto se confrontata con la prassi abituale del settore. Prada riconosce pubblicamente che i sandali presentati in passerella erano ispirati a calzature tradizionali indiane, evitando sia la negazione sia l’ambiguità lessicale che spesso accompagna questi casi. Da lì si apre un dialogo diretto con le istituzioni locali e con le comunità coinvolte, che è culminato l’11 dicembre 2025 nella firma di un Memorandum of Understanding tra Prada, LIDCOM e LIDKAR, due enti governativi indiani per lo sviluppo dell’industria della pelle.

Nasce così il progetto “PRADA Made in India x Inspired by Kolhapuri Chappals”: un’edizione limitata di sandali realizzati in India, in collaborazione diretta con artigiani qualificati di Maharashtra e Karnataka. Oltre alla produzione locale, Prada ha annunciato programmi di formazione, scambio di competenze e trasferimento di know-how, ispirati al modello della Prada Group Academy, con l’obiettivo dichiarato di preservare la tradizione artigianale e renderla sostenibile nel lungo periodo. La collezione sarà lanciata a febbraio 2026 in 40 store selezionati e online.

Saper gestire una crisi reputazionale: la vera sfida dei brand oggi

Nel 2025, la gestione della reputazione è diventata una delle competenze più critiche per i brand. I social amplificano tutto: uno scivolone può nascere da un dettaglio, da un’immagine fuori contesto, da uno slogan mal calibrato. Può essere un gesto privato reso pubblico da terzi, come è successo con il bacio ripreso dalle telecamere durante un concerto dei Coldplay, diventato virale e letto come tradimento prima ancora che i diretti interessati potessero intervenire. Oppure una campagna solidale nata con intenti positivi ma comunicata in modo opaco, che finisce per ritorcersi contro il brand e chi la promuove, come ha mostrato il caso Chiara Ferragni. O ancora una frase apparentemente innocua, uno slogan pensato per funzionare in advertising che, una volta decontestualizzato, accende polemiche globali: è il caso della recente campagna di Sydney Sweeney per American Eagle.

I sandali scandalo di Prada sulla passerella del brand.

Prada, però, ha seguito una strada diversa. Non ha negato, non ha minimizzato, non ha aspettato che il ciclo mediatico si esaurisse. Ha riconosciuto l’errore, ha dato un nome all’ispirazione e ha agito rapidamente, coinvolgendo istituzioni e comunità reali, non solo consulenti di crisi. In un’epoca in cui il silenzio o la difensiva spesso aggravano le situazioni, Prada ha scelto trasparenza e azione concreta. È questa la nuova moneta della credibilità per i brand globali.

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