Atreju 2025, Giorgia Meloni sul palco: “La sinistra si porta sfiga da sola, noi qui ancora per molto”

Dicembre 15, 2025 - 10:02
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Atreju 2025, Giorgia Meloni sul palco: “La sinistra si porta sfiga da sola, noi qui ancora per molto”

E’ iniziata a Roma la giornata conclusiva di Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia. A chiudere l’evento, l’intervento della presidente del Consiglio e leader del partito di via della Scrofa, Giorgia Meloni.

 “Buongiorno a tutti. Siete uno spettacolo meraviglioso e voglio veramente ringraziarvi per questo entusiasmo, per la vostra energia contagiosa, per questo impegno senza sosta in queste giornate che profumano di buona politica, che profumano di comunità, che profumano di appartenenza”. Così Giorgia Meloni, aprendo il discorso. “Grazie perché davvero vedervi qui così numerosi, orgogliosi, davvero mi ripaga di ogni giorno impossibile, di ogni notte passata senza dormire abbastanza, di ogni fine settimana passato a lavorare per cercare di fare tutto quello che possiamo per il bene di questa nazione – ha aggiunto -. E grazie perché voi siete la risposta più bella, più limpida, più potente a chi ancora ha il coraggio di raccontarci che gli ideali non contano più, che la passione non serve, che la politica è solo un gioco di palazzo fatto di tatticismi e convenienze, che il sacrificio è inutile, che gli italiani sono stupidi, che tanto i politici sono tutti uguali e che siccome non può cambiare niente, tanto vale fare come hanno fatto tutti gli altri. Luoghi comuni che questo evento smonta uno a uno, luoghi comuni che il nostro cammino ha smontato uno a uno”. “Questo è il luogo in cui le idee, tutte le idee, hanno diritto di cittadinanza. Questo è il luogo in cui questo è il luogo in cui Nietzsche e Marx si davano la mano direbbe Antonello Venditti. Cioè dove le identità si sfidano, rispettandosi. Questo è il luogo in cui il valore delle persone si misura solo sui contenuti e chi scappa dimostra di non avere quei contenuti”, ha concluso.

“Elly Schlein? Come Nanni Moretti”

“Voglio ringraziare Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Matteo Renzi, Carlo Calenda, Riccardo Maggi, Luigi Marattin. E voglio ringraziare anche Elly Schlein, che con il suo ‘Nannimorettiano’ mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo per niente, ha comunque fatto parlare di noi. La cosa divertente è che il presunto ‘campo largo’ l’abbiamo riunito noi ad Atreju e l’unica che non si è presentata è quella che dovrebbe federarli. Contenti loro”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo alla giornata di chiusura di Atreju, la kermesse di FdI in corso a Roma. 

“Il centro sinistra si porta sfiga da solo”

 “Dirò qualcosa che gli italiani hanno ampiamente visto e cioè che le ammucchiate sono quelle che la sinistra ha fatto per anni in Parlamento e tenta ancora oggi di replicare pur di gestire il potere. Ed è un comportamento anni luce distante da quello che noi facciamo qui. Cioè ascoltare con riguardo persone il cui pensiero non condividiamo, ma ci interessa, anche per confermare a noi stessi e al mondo che noi non ci ammucchieremo mai con loro. Però la buona notizia è che ogni volta che loro parlano male di qualcosa va benissimo. Cioè parlano male di Atreju ed è l’edizione migliore di sempre, parlano male del governo, il governo sale nei sondaggi, hanno tentato di boicottare una casa editrice, è diventata famosissima. Cioè si portano da soli una sfiga che manco quando capita la carta della Pagoda al Mercante in fiera, visto che siamo in clima natalizio. E allora grazie a tutti quelli che hanno fatto le macumbe”.

“Non siamo incidente della storia”

“Un grazie sincero e profondo ai nostri alleati del centrodestra, l’Italia può contare su un’alleanza che non nasce per ‘ravanare’ qualche poltrona, ma per mettere al servizio della nazione una visione condivisa, fondata sulla libertà, sulla responsabilità, sull’amore. Noi non siamo un incidente della storia, noi non siamo un accordo di convenienza, noi non siamo una somma di disperazioni come accade ad altri, noi siamo una comunità di destino costruita mattone su mattone in 30 anni di battaglie comuni. Dalle nostre parti è diverso, alle nostre parti si discute per ragionare insieme, e per trovare una sintesi che abbiamo sempre trovato, perché c’è una differenza di fondo che fingono di non vedere. Noi siamo alleati, e siamo amici, noi ci capiamo l’un l’altro”, ha aggiunto la premier sottolineando che “voglio dire ancora una volta che sono orgogliosa dei miei alleati, di quello che stanno facendo insieme, ancora di più sono convinta che continueremo a farlo con la stessa unità, con la stessa determinazione, con la stessa forza per molto tempo ancora”.

 A Elly Schlein e Giuseppe Conte “ho proposto un confronto due contro uno qui a Atreju e m’hanno detto di no, ma non perché loro non volessero confrontarsi con me, perché loro non si volevano confrontare fra di loro. E questi vogliono governare la nazione insieme, come la governano? Con le lettere degli avvocati?”.

 “Vengono a parlare a noi di equità, dicono che noi favoriamo i ricchi perché abbiamo tagliato di due punti l’Irpef ai redditi fino a 50mila euro l’anno, dopo che già avevamo accorpato le prime due aliquote dell’Irpef abbassando le tasse a chi percepisce fino a 28mila euro l’anno. Perché per loro chi guadagna 2500 euro lordi al mese e magari ci mantiene tre figli e magari ci paga il mutuo è ricco. Noi invece abbiamo un’altra idea di chi siano i ricchi in Italia: i gruppi di potere che gestivano le concessioni autostradali, quelli che monopolizzavano determinati settori industriali, i grandi gruppi finanziari e sono tutte realtà alle quali la sinistra al governo ha ampiamente garantito il suo favore. Non accettiamo lezioni da chi fa il comunista con il ceto medio e il turbocapitalista a favore dei potenti”.

Oggi il Pd si indigna perché gli Elkann vogliono vendere il gruppo Gedi e non ci sarebbero garanzie per i lavoratori, però quando chiudevano gli stabilimenti di Stellantis ed erano gli operai a perdere il posto di lavoro tutti muti, anche Landini che faceva le interviste a Repubblica e sul tema fischiettava. Tutti muti”.  “Non ci sediamo sugli allori perché c’è ancora moltissimo lavoro da fare e siamo solo all’inizio. E perché alla fine per noi l’unico giudizio per conti davvero è quello del popolo italiano. Però essere considerati credibili è una precondizione per recuperare il ruolo che all’Italia spetta a livello internazionale, essere influenti. Anche per aiutare a dirimere il contesto internazionale difficilissimo le cui conseguenze in ogni caso pagheremo, poter meglio difendere i nostri interessi nazionali, ecco perché lavoriamo anche per costruire una nazione protagonista in Occidente”.

“Buongiorno Europa…”

 “Da qualche giorno ci sono valutazioni molto allarmate perché Donald Trump ha detto in maniera più decisa dei precedenti presidenti americani che gli Stati Uniti intendono disimpegnarsi dal Vecchio Continente, che quindi gli europei devono organizzarsi per essere in grado di difendersi da soli. Che dire? Buongiorno Europa, buongiorno. Per ottant’anni abbiamo appaltato la nostra sicurezza agli Stati Uniti d’America pensando che questo giorno non sarebbe arrivato ma soprattutto fingendo che fosse gratis – ha aggiunto -. Solo che non lo era. C’era un prezzo da pagare e si chiama condizionamento. L’ho detto mille volte, la libertà ha un prezzo. E noi che al contrario di altri non abbiamo mai amato le ingerenze straniere, da qualsiasi parte quelle ingerenze arrivino, abbiamo sempre preferito una costosa libertà a una costosissima ma apparentemente comoda servitù”. “Per questo abbiamo parlato in tempi non sospetti della necessità di rafforzare la nostra capacità di difesa e sicurezza, per questo abbiamo rivendicato quando nessuno lo faceva la necessità di creare finalmente una colonna europea della Nato di pari forza e dignità rispetto a quella americana, in grado di parlare a pieno titolo con tutte le potenze del mondo come si conviene a una gloriosa civiltà come quella europea. Che significa anche rafforzare il nostro legame con gli Stati Uniti ma in un dialogo tra pari e non in condizioni di subalternità”, ha concluso Meloni

 “La cosa assurda è che la stessa sinistra che accusa noi di sudditanza verso gli americani poi nei fatti chiede agli americani che non rinuncino a considerarci subalterni e a trattarci da subalterni. Perché loro sono così, a loro il padrone gli piace. Da tempi non sospetti. Prima quando c’era il Partito Comunista italiano era Mosca, poi è diventato Parigi, Berlino e Bruxelles. Vanno bene pure gli americani, però finché governano i democratici, quando arrivano i repubblicani cambiano idea. Ecco noi non ragioniamo così. Noi vogliamo un’Italia leale con tutti i suoi partner ma che sia subalterna a nessuno. Libertà, sovranità, responsabilità sono i valori che noi costruiamo”.

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