Permitting, digitalizzazione e investimenti: la Commissione europea ridisegna l’infrastruttura elettrica

Dicembre 15, 2025 - 10:04
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Permitting, digitalizzazione e investimenti: la Commissione europea ridisegna l’infrastruttura elettrica

Il nuovo European Grids Package della Commissione europea segna una svolta strategica per l’ammodernamento delle reti elettriche dell’Unione, con effetti profondi sulla sicurezza energetica, sulla transizione climatica e sul quadro di investimenti infrastrutturali continentali

Con lo European Grids Package, la Commissione europea introduce un impianto normativo in grado di ridefinire la governance e l’evoluzione delle reti elettriche del continente.

L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che la trasformazione energetica non può avanzare senza un’infrastruttura elettrica all’altezza delle sfide poste dall’integrazione massiva delle energie rinnovabili, dalla gestione della volatilità di produzione, dall’elettrificazione dei consumi e dall’aumento della domanda legata alla mobilità elettrica e allo stoccaggio.

L’Unione, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e neutralità climatica entro il 2050, deve infatti triplicare la capacità rinnovabile installata entro il 2030: un obiettivo irrealizzabile senza reti più estese, automatizzate e digitalizzate.

Il pacchetto punta dunque a ridurre i colli di bottiglia amministrativi, a rafforzare la pianificazione coordinata e a definire un quadro regolatorio più favorevole agli investimenti, pubblici e privati.

Le reti diventano interesse pubblico prevalente

Tra le misure cardine figura il riconoscimento delle reti elettriche come progetti di interesse pubblico prevalente. Questa decisione, inedita nella legislazione energetica europea, permette di accelerare i processi autorizzativi e di ridurre gli anni necessari per la realizzazione di nuove linee di trasmissione e distribuzione, spesso ostacolate da iter complessi e da procedure frammentate a livello nazionale.

La Commissione mira così a intervenire su uno dei principali limiti del sistema: l’insufficienza delle connessioni transfrontaliere e il ritardo nello sviluppo delle infrastrutture rispetto al ritmo di crescita delle rinnovabili.

Un quadro regolatorio più snello dovrebbe facilitare la realizzazione di corridoi elettrici necessari per integrare energia eolica offshore, solare utility-scale e sistemi di accumulo, assicurando al contempo una maggiore resilienza contro shock geopolitici e volatilità dei prezzi.

Oltre a semplificare, il pacchetto introduce strumenti di pianificazione decennale armonizzati a livello europeo, attribuendo un ruolo rafforzato agli operatori di rete (Tso e Dso) e alle autorità nazionali, coordinati dal livello comunitario.

Digitalizzazione e reti intelligenti: l’infrastruttura del nuovo sistema elettrico

Un altro pilastro del Grids Package è l’investimento nelle reti intelligenti. La Commissione riconosce che l’efficienza e la stabilità del sistema elettrico richiedono tecnologie capaci di gestire in tempo reale la domanda, la produzione decentralizzata e i flussi bidirezionali di energia.

Il pacchetto promuove quindi l’adozione diffusa di contatori intelligenti di nuova generazione; sistemi di automazione avanzata; piattaforme digitali per la gestione dinamica della domanda; strumenti che permettono l’integrazione di veicoli elettrici, comunità energetiche, batterie, pompe di calore e sistemi a idrogeno.

Per connessioni fino a 100 kW, tipiche delle infrastrutture di ricarica rapida, la Commissione introduce procedure semplificate volte a rimuovere gli ostacoli che ancora rallentano la diffusione della mobilità elettrica.

Secondo le stime contenute nel pacchetto, l’efficienza derivante dalla digitalizzazione e dall’integrazione delle rinnovabili potrà ridurre i costi energetici dei consumatori fino al 20% entro il 2030.

Oltre agli strumenti regolatori, il pacchetto mira ad attrarre capitali privati verso progetti transfrontalieri di rete, considerati cruciali per la sicurezza del mercato unico dell’energia.

Il rafforzamento del ruolo dell’Agenzia europea dei regolatori dell’energia (Acer) consente una supervisione più stringente sugli sviluppi nazionali, evitando disallineamenti tra Stati membri.

Le reazioni del settore: tra entusiasmo e richieste di maggiore concretezza

La presentazione del pacchetto ha generato una serie di reazioni che riflettono la complessità del tema e la diversità degli attori coinvolti.

In Italia, Motus-E ha accolto con favore la semplificazione delle procedure per le connessioni elettriche e il riconoscimento delle reti come infrastruttura prioritaria.

L’associazione sottolinea però una criticità strutturale: l’assenza di un impegno finanziario dedicato a sostegno della modernizzazione. La posizione espressa evidenzia come il recepimento normativo – pur considerato fondamentale – non sia sufficiente a rimuovere gli ostacoli che limitano l’espansione della mobilità elettrica, in particolare nel Sud Italia e nelle aree metropolitane.

SolarPower Europe valuta positivamente il rafforzamento dell’integrazione del solare nelle reti, ritenendo che le misure sulla digitalizzazione siano essenziali per ridurre la congestione e migliorare la stabilità dei flussi energetici.

L’associazione riconosce che una rete più flessibile è condizione necessaria per l’ulteriore crescita del fotovoltaico e per la competitività dell’industria solare europea.

Sulla stessa linea, WindEurope considera il pacchetto un tassello indispensabile per sfruttare appieno il potenziale dell’eolico, soprattutto offshore. L’attenzione alla semplificazione autorizzativa e al rafforzamento delle interconnessioni viene percepita come un elemento chiave per la sicurezza energetica dell’Ue e per la riduzione delle importazioni fossili.

Preoccupazioni sulla governance e timori di complessità aggiuntiva

Tra le posizioni più caute si colloca quella di Entso-E, che apprezza l’ambizione infrastrutturale ma teme che alcune misure di governance possano introdurre nuovi livelli di complessità anziché ridurli.

L’associazione degli operatori di trasmissione ritiene fondamentale preservare l’efficienza operativa dei sistemi nazionali, evitando sovrastrutture che rallentino l’attuazione degli interventi.

Anche BusinessEurope valuta positivamente il riconoscimento delle reti come priorità pubblica, pur sostenendo la necessità di ulteriori semplificazioni per attrarre capitali privati. Senza regole più chiare e stabili, secondo la confederazione, gli obiettivi dell’Ue rischiano di rimanere ambiziosi ma difficilmente realizzabili.

Dal fronte ambientalista, il Climate Action Network Europe sottolinea il valore della pianificazione coordinata introdotta dal pacchetto, ma richiama l’attenzione sulla mancanza di risorse economiche dedicate.

Secondo la rete ambientalista europea, il rischio è di amplificare le disuguaglianze tra Paesi e territori, lasciando indietro le comunità vulnerabili che già oggi soffrono costi energetici elevati e una scarsa qualità dei servizi di rete.

Infine, la Renewables Grid Initiative accoglie positivamente i passi avanti in materia di permitting, ma richiama la necessità di un monitoraggio costante sull’efficacia delle misure, segnalando che le aspettative del settore sono molto alte e che il successo dipenderà dalla capacità di tradurre la normativa in interventi operativi concreti.

Una norma strategica per la competitività e la sicurezza energetica dell’Unione

Lo European Grids Package traduce in norme l’urgenza di dotare l’Europa di un’infrastruttura elettrica moderna, resiliente e adeguata agli obiettivi climatici del continente.

Tuttavia, come mostrano le reazioni, il successo dell’iniziativa dipenderà da tre condizioni: finanziamenti concreti, attuazione rapida e coordinamento efficace tra gli Stati membri.

Per l’Italia, il pacchetto rappresenta un’occasione per accelerare la transizione elettrica e superare ritardi storici, purché sia integrato da strumenti nazionali coerenti con le ambizioni europee.

In un contesto di crisi climatica e geopolitica, il tempo per agire è limitato: l’efficienza e la sicurezza delle reti saranno il perno su cui si reggerà la competitività industriale dell’Europa nei prossimi decenni.

Crediti immagine: Depositphotos

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