Alegría del Cirque du Soleil: la meraviglia torna sotto il tendone

La cosa più bella che porti a casa dopo aver visto il Cirque du Soleil è l’effetto dello stupore, che sgombra la testa, diverte nel senso etimologico del termine, volge altrove i pensieri e lascia posto a emozioni primarie, senza filtri intellettuali ma anche senza scivolate volgari.
«Alegría – In A New Light» è la rivisitazione dello spettacolo simbolo di questo circo rivoluzionario, fondato quarant’anni fa da un piccolo gruppo di artisti di strada in Quebec: uno spettacolo che, dal 1994, è stato applaudito da oltre 14 milioni di spettatori nel mondo.
Sotto il Grand Chapiteau, che resterà a Sesto San Giovanni fino al 2 giugno – seconda tappa italiana dopo Roma e prima di Trieste – e che poi andrà in Belgio, si respira un’aria magica, complice anche la musica suonata e cantata dal vivo.
Lo show è, dall’inizio alla fine, un inno alla gioia di vivere, di muoversi, di cantare, di ridere, di scherzare. Un’allegria contagiosa e semplice, che fa leva su sentimenti basilari.
I 54 acrobati, clown, musicisti e cantanti del cast non danno tregua allo stupore, con continui cambi di coreografie e costumi: corpi che volteggiano per aria e si agganciano da un’altalena all’altra, artisti che giocano con il fuoco, altri che sanno far girare i cerchi con la punta di un piede o rotolarci dentro a ritmo di musica, colonne umane di quattro o cinque corpi, una contorsionista che sembra avere una schiena snodabile, atleti che saltano e rimbalzano sulle corde con sovrumana naturalezza.
E a far da contraltare a tanta energia acrobatica ci sono i clown, due meravigliose e buffe figure che dialogano in una sorta di grammelot del nonsense, fatto di piccoli gesti, versi, scherzi reciproci che strappano una risata fine a se stessa, senza doppi sensi, senza ironia, pulita e pura come quella di un bambino piccolo.

La storia raccontata è quella di un giullare di corte che cerca di salire al trono di un regno che ha perso il suo re, e dove i vecchi potenti lottano con i giovani che sfidano lo status quo per portare gioia nel mondo. Ma questa storia non è che un pretesto, naturalmente: non la si capirebbe senza conoscerla prima. È solo la chiave di lettura di uno spettacolo che punta agli occhi e al cuore, e non al cervello.
Potente e protagonista la musica, con due cantanti strepitose e i musicisti in scena a riproporre una colonna sonora che è stata candidata ai Grammy Awards, con «Alegría» come inno alla gioia.
www.cirquedusoleil.com; biglietti su Ticketone.
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