America Party di Elon Musk attira i miliardari

Ventiquattro ore dopo aver annunciato su X la creazione dell’America Party, Elon Musk ha già ricevuto le prime offerte di aiuto. Mark Cuban e Anthony Scaramucci, due nomi pesanti del panorama economico e politico americano, si sono fatti avanti per supportare il nuovo progetto. Quando il miliardario più influente del mondo decide di entrare in politica, i ricconi accorrono…
Musk lancia il partito America Party: miliardari già in fila
L’annuncio di Musk è arrivato con la promessa di indipendenza dal sistema bipartitico
. L’obiettivo dichiarato è conquistare due o tre seggi al Senato e otto-dieci distretti alla Camera
. Non un grande partito nazionale, ma una forza di disturbo mirata. È una strategia che ricorda più una startup che un movimento politico tradizionale: partire piccoli, testare il mercato, scalare se funziona.
Mark Cuban, proprietario dei Dallas Mavericks e stella di Shark Tank, è stato il primo a rispondere. Ha offerto l’aiuto del Center for Competitive Democracy per far entrare il partito nelle schede elettorali. Un’offerta concreta, non solo parole di circostanza. Anthony Scaramucci, ex direttore delle comunicazioni della Casa Bianca, ha risposto con un laconico vorrei incontrarmi per discutere
. Due parole che valgono più di lunghi discorsi.
Il dettaglio più interessante? Sia Cuban che Scaramucci erano dalla parte opposta della barricata politica rispetto a Musk. Cuban aveva sostenuto Kamala Harris e era persino stato considerato come possibile vice-presidente democratico. Scaramucci, dopo l’esperienza traumatica con Trump, aveva abbracciato Biden e Harris. Ora tutti e tre si trovano dalla stessa parte. È il segnale che il panorama politico americano si sta riorganizzando attorno a nuove linee di frattura.
La rottura con Trump e il primo partito politico nato sui Social
La nascita di America Party non è casuale. È frutto della rottura clamorosa tra Musk e Trump, culminata con post cancellati in cui il CEO di Tesla accusava l’ex presidente di legami con Jeffrey Epstein. Una frattura che sembrava impensabile solo pochi mesi fa. Musk non sta semplicemente cambiando partito: sta creando una terza via per tutti quelli che, come lui, non si riconoscono più né nei democratici né nei repubblicani di Trump.
L’America Party è il primo partito politico nato su X e cresciuto attraverso i social. Niente convention, niente meeting in sale polverose: tutto si svolge in tempo reale sotto gli occhi di milioni di follower. Un tweet può valere più di mesi di campagna elettorale tradizionale.
L’America Party non punta a vincere le presidenziali, almeno non subito. Vuole essere l’ago della bilancia. Una strategia che ricorda i partiti minori europei: piccoli numeri, grande influenza. Con il Congresso spesso diviso per pochi voti, anche una manciata di rappresentanti può fare la differenza tra maggioranza e opposizione.
Come ha fatto con Tesla per l’automotive e SpaceX per lo spazio, Musk sta provando a rivoluzionare anche la politica. L’America Party potrebbe essere il prototipo di come si farà politica nel futuro: meno propaganda, più soluzioni concrete. O potrebbe essere l’ennesimo esperimento destinato a fallire come Hyperloop. Con Musk, non si sa mai.
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