Dagli Aztechi ai conquistadores, fino ai moderni “santuari”: in Messico prosegue lo sterminio delle scimmie

Che le scimmie del Messico siano state sempre vessate, ridicolizzate, maltrattate, imprigionate e persino uccise dall’uomo non è una novità. Anche gli Aztechi lo facevano. Il risultato è che da millenni in Messico, e solo, in un’area di questo grande Paese che si estende per 1.973.000 Km2 (sei volte l’Italia), si trovano ancora alcuni gruppi appartenenti a due sole specie di scimmie.
Se il Messico non avesse perso la guerra contro gli Usa che si erano annessi il Texas nel 1845, guerra nella quale i messicani vennero sconfitti definitivamente, il Paese sarebbe stato ancora più grande di circa 1 milione di chilometri quadrati. Ma che i messicani abbiano perso la guerra, alle scimmie messicane non è che importasse molto: già da molto tempo si trovavano unicamente nella regione di Veracruz, territorio molto più a sud rispetto a quello dove si svolsero gli eventi bellici che durarono dal 1846 al 1848, nel golfo del Messico, a ovest della penisola dello Yucatan, a circa 19° latitudine Nord.
Il Messico è un grande Paese, ha un paesaggio molto variegato con grandi montagne, sierre e foreste, persino deserti, in cui le scimmie avrebbero potuto vivere bene e in pace, ma così non è stato. Ma cosa hanno mai fatto le scimmie del Messico per meritarsi di subire così tante angherie da parte della popolazione umana? Non hanno niente di speciale, non hanno mai creato difficoltà particolari alle popolazioni umane e nemmeno agli Aztechi, non hanno mai distrutto i loro raccolti e non si sono mai fatte vedere nei loro villaggi. Sono stati gli uomini ad andarle a cercare nella foresta, a prenderle e a imprigionarle nella migliore delle ipotesi, non viceversa.
Nella mitologia azteca (1325-1525 d.C), molto complessa e bizzarra, l’uomo malvagio veniva punito e poi trasformato in scimmia dal dio del vento, Ehécatl, in una delle sue tante sembianze, quella del Quetzalcóatl (il dio serpente piumato). Chissà perché proprio in una scimmia e non in un altro animale? Probabilmente perché le scimmie assomigliano all’uomo? Non ci dobbiamo meravigliare del fatto che gli Aztechi vedessero nelle scimmie questa somiglianza, perché successivamente anche gli spagnoli coi conquistadores continuarono a perseguitarle, proprio perché in loro vedevano l’aspetto deteriore dell’uomo e sostenendo che fossero peccaminose, blasfeme e che rappresentassero il diavolo!
Eppure le scimmie non sanno che cosa sia il paradiso e nemmeno l’inferno. Perfido fu lo zoologo francese Étienne Geoffroy Sant-Hilaire che nel 1806 battezzò una di queste due specie, la ragno, con il nome di Ateles belzebuth. Peggio ancora fece addirittura Linneo che battezzò una specie di scimmia urlatrice che vive in Brasile Alouatta belzebul.
In conclusione le scimmie del Messico, ma non solo loro, sono state sterminate in tutto il Centro America. Solo nei territori impraticabili per l’uomo vennero, ma solo in parte, lasciate in pace. Quando la colonizzazione spagnola venne portata a termine, e con essa lo sterminio degli Aztechi, e i coloni arrivarono in tutte le zone del Messico, si compì anche la carneficina delle scimmie. Il risultato è che ora in Messico gli Aztechi non esistono più e queste due specie di scimmie sono ridotte al lumicino e vivono solo in un’area del Messico, quella di Veracruz nella Sierra di Santa Martha in una foresta sempreverde e in parte pluviale.
Chi sono queste due specie di scimmie di cui stiamo parlando? Sono l’Ateles geoffroyi (più comunemente chiamata scimmia ragno) e l’Alouatta palliata (più comunemente chiamata scimmia urlatrice), anche se a dire il vero di scimmie ragno, così come di scimmie urlatrici ne esistono altre specie, ma le seconde vivono solo al di fuori del Messico e molto più a sud.
Le ragioni principali legate alla loro difficilissima sopravvivenza sono sempre le stesse e uguali a quelle che riguardano molte altre scimmie sparse per il mondo e sono legate all’espansione dell’agricoltura e dei pascoli di bovini nei loro territori, inclusa ovviamente la deforestazione e quindi il taglio delle piante fondamentali per la loro sussistenza, con i loro carichi di foglie, piccioli, fiori, frutta e insetti che le abitano.
Un ultimo danno arrecato al loro ambiente è stato il permesso dato dalle autorità locali di installare ranch privati come in Nord America, solo che qui i territori non erano e non sono come quelli del Nord America, non ci sono praterie immense ma foreste pluviali. Il vantaggio per le scimmie, se così possiamo dire, è stato che la Sierra di Santa Martha è un’area molto estesa, misura 4250 Km2, con terreni piuttosto impervi e montuosi dove le cime possono raggiungere 1500 m di altezza e in cui, a valle, sino alla riva del mare, ci sono immense paludi impenetrabili di mangrovie, ed è un luogo in cui tra l’altro è praticamente impossibile spostarsi durante la stagione delle piogge che sono intense e molto pericolose. In sostanza la Sierra di Santa Martha è un luogo abbastanza ostile per gli uomini, sebbene questo non sembra abbia impedito loro di penetrarlo e in parte di distruggerlo nonostante tutti i problemi economici e politici che questo Paese stava e sta tuttora attraversando (alla fine dell’articolo si dirà cosa sta avvenendo nella Sierra di Santa Martha in questi ultimi decenni, cioè il peggiore dei mali per l’ambiente: il turismo di massa mordi e fuggi, molto diffuso non solo in Messico, ma in tutto il mondo).
Nella Sierra di Santa Martha vivono circa 300 specie di uccelli e 114 specie di mammiferi che in questi ultimi decenni si stanno riducendo a vista d’occhio. Una causa importante della scomparsa della fauna locale è la caccia diffusa ovunque nel territorio: ai daini, ai pecari, ai coioti, agli aguti, alle pernici e a quant’altro, per non parlare della pesca praticata senza alcun controllo nel mare, nelle lagune e nei fiumi. In questa area esistono inoltre dei problemi non secondari tra i coloni e le popolazioni autoctone che ancora esistono in questa zona e che hanno una visione dell’utilizzo del territorio molto diversa.
I coloni hanno cominciato subito a distruggere la foresta per impiantarvi piantagioni di cereali, caffè, mais riso e varie specie di fagioli (la produzione del caffè di Veracruz in Messico è seconda solo a quella del Chiapas). Per le piantagioni il metodo utilizzato è stato quello di bruciare ogni luogo in cui fosse possibile coltivare senza riflettere sul fatto che poi questi terreni dopo due o tre raccolti sarebbero diventati sterili a causa della loro acidità. Inoltre, in queste aree vengono abbattute specificatamente ben 268 specie di piante solo per uso farmaceutico. Figuriamoci quante altre vengono sacrificate per altri scopi! Il risultato finale è che ora le scimmie non sono più distribuite nella interezza del vecchio territorio ma a macchia di leopardo e questo comporta un’impossibilità di scambio genetico tra gli individui e quindi un impoverimento della specie.
Un tempo i gruppi di scimmie ragno e di scimmie urlatrici erano molto numerosi, ora sono ridotti mediamente a 6 membri per le scimmie ragno e addirittura a 4 per quelle urlatrici. Di questo passo scompariranno tutte e senza possibilità di scampo. Ora, però, la gente del luogo, con capitali che provengono principalmente da Città del Messico, gestiti da uomini senza scrupoli e senza nessun rispetto per la natura, hanno pensato a come risolvere la situazione. Hanno pensato di creare santuari (così si chiamano) degli animali, delle scimmie in particolare, che però di santuario non hanno niente perché il loro scopo è quello di contenere dei lodge per ospitare i turisti finti amanti della natura.
I santuari si possono attraversare persino con dei quad, quasi mai a piedi, e le scimmie per il diletto dei turisti sono state rinchiuse in grandi recinti con reti metalliche, non per proteggerle, come dicono, ma per farle vedere ai turisti, addirittura per fargliele toccare, prendere in mano, per fare selfie e magari per farsi fare la pulizia del pelo in testa.
In particolare, nella zona di Veracruz sono stati aperti due di questi centri o santuari: quello di Chichén Itza (nelle vicinanze ci sono i siti archeologici tra i più visitati in Messico) e quello delle Scimmie di Akumal (qui, sul mare vicino si può fare snorkeling). Andateci per credere! Tutto è meticolosamente organizzato: volo da Città del Messico per Veracruz, trasporto in pulmino fino ai santuari o meglio ai resort, con vitto e alloggio, poi gioia sfrenata alla guida dei quad del tipo apollo, pantera e spitfire, ce ne sono per tutti i gusti, e tutti fanno un fracasso infernale per i sentieri della foresta. Per guidarli, però, è obbligatorio il casco; gli addetti ai lavori dicono per una questione di sicurezza! I colleghi del Centro de Investigaciones Biológicas dell’Università di Veracruz stanno combattendo contro tutto questo, contro queste politiche turistiche dissennate e la mercificazione del territorio, inclusa quella delle povere scimmie ragno e scimmie urlatrici, ma la lotta, purtroppo, è impari.
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