La Commissione rilancia i crediti natura per sostenere la green-economy (e salvare sé stessa)

Lug 7, 2025 - 17:00
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La Commissione rilancia i crediti natura per sostenere la green-economy (e salvare sé stessa)

Bruxelles – Attività sostenibili da certificare, da usare per ottenere sostegno finanziario pubblico e privato tramite il marchio di qualità riconosciuto a livello europeo e stimolare così green economy e investimenti verdi. Se da una parte la Commissione toglie, dall’altra rimette. L’esecutivo comunitario propone di accelerare la creazione di uno schema di speciali crediti natura volti a promuovere azioni imprenditoriali virtuose dal punto di vista di conservazione e ripristino dell’ambiente. La proposta arriva dopo l’annuncio di ritiro della proposta di legge sulle dichiarazioni ambientali, che mira a combattere il fenomeno del greenwashing da parte delle aziende, e dopo la calendarizzazione della mozione di censura contro la Commissione e la sua presidente, Ursula von der Leyen.

Le tempistiche sono tutto fuorché casuali. Von der Leyen si ritrova a dover affrontare un voto di sfiducia tra le accuse di mancanza di trasparenza nella stipula dei contratti dei vaccini anti-Covid con la casa farmaceutica Pfizer da una parte, e il malumori di socialisti, liberali e verdi per la retromarcia sui dispositivi di sostenibilità aziendale. Proprio oggi (7 luglio) si tiene il dibattito d’Aula sulla censura alla Commissione von der Leyen, con la presidente che adesso potrà presentarsi forte di questo annuncio volto a ricucire strappi e malumori con S&D, Re, e Greens.

Certo, mentre le dichiarazioni ambientali d’impresa oggetto di retromarcia erano obbligatorie, il nuovo schema di crediti natura è uno strumento volontario, ma la misura serve da compromesso, peraltro molto furbetto per salvare e salvarsi. Salvare faccia e salvare la legislatura europea.

I crediti natura, cosa sono e come funzionano

A metà strada tra etichette di sostenibilità (eco-label) e certificati di emissione, gli speciali crediti natura intendono riconoscere come sostenibile azioni specifiche intraprese da singoli soggetti, come agricoltori, per tutela, salvaguardia e ripristino di natura, suolo, eco-sistemi. Attraverso la certificazione di sostenibilità rilasciata da un apposita autorità indipendente, investitori privati e pubblici, possono decidere di partecipare a queste azioni pagando per ampliare i propri portafogli di green-economy. Così facendo i promotori delle iniziative verdi ricevono soldi da poter usare nell’economia reale.

La commissaria per l’Ambiente, Jessika Roswall [Bruxelles, 7 luglio 2025]
I crediti natura, attraverso la certificazione, istituiscono incentivi finanziari per investire in azioni a favore della natura e forniscono un formato standardizzato per tali investimenti. Per le aziende, i crediti natura possono contribuire a rendere i loro processi produttivi più rispettosi dell’ambiente, ad aumentare l’affidabilità creditizia e a facilitare l’accesso ai finanziamenti. Ancora, possono contribuire a ridurre i rischi nelle loro catene di approvvigionamento, a ridurre i premi assicurativi e a raggiungere gli obiettivi aziendali in materia di biodiversità.

“Non si tratta di trasformare la natura in una commodity, ma va riconosciuto il ruolo centrale della natura nel nostro sistema” di vita e produttivo, sottolinea la commissaria per l’Ambiente, Jessika Roswall. , convinta della necessità dell’azione lanciata. “Il 75 per cento dei nostri servizi dipendono dall’ambiente“, e anche per questo “investire in natura dovrebbe diventare la regola e non l’eccezione”. In questo percorso, aggiunge, “è fondamentale evitare il greenwashing“, l’attività di sostenibilità di facciata. Ecco che dunque ritorna ciò su cui la Commissione europea ha fatto retromarcia.

“Dobbiamo investire di più in ripristino della natura”, e da questo punto di vista “i crediti natura hanno il potenziale per attrarre investimenti privati ​​essenziali”, continua la commissaria per l’Ambiente. Il tutto va fatto tenendo conto dell’evoluzione in corso tutt’intorno all’Ue. I mercati dei crediti natura sono ancora in una fase iniziale a livello globale. Tuttavia, ricorda Roswall, si prevede che la domanda globale di crediti per la biodiversità raggiungerà i 180 miliardi di dollari, a seconda dell’adozione delle politiche e dell’azione delle aziende. Se l’Ue riuscisse a intercettare parte di questa domanda, “potrebbe contribuire a colmare il deficit di finanziamento annuale per la biodiversità in Europa, stimato in 37 miliardi di euro“.

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