In Texas, oltre al fiume, sono state le falle nel sistema di allerta a portar via tante giovani vite

Lug 7, 2025 - 14:00
 0
In Texas, oltre al fiume, sono state le falle nel sistema di allerta a portar via tante giovani vite

Si piangono le vittime, nel Texas colpito dalle forti piogge e dall’esondazione del fiume Guadalupe. Si continuano a cercare i dispersi, a oltre quarantott’ore dalla tragedia che ha portato via tanti bambini e adolescenti che pensavano di essere al sicuro nei campi estivi allestiti nella zona. E, questione tutt’altro che marginale, si discute sull’attendibilità delle previsioni metereologiche e sulle falle del sistema d’allerta, che se invece avesse funzionato a dovere avrebbe salvato tante giovani vite.

Nella contea di Kerr e in quelle limitrofe, dove il fiume Guadalupe ha rotto gli argini nella notte tra venerdì e sabato, le autorità hanno riferito che sono stati recuperati finora i cadaveri di 82 persone, di cui 28 bambini e adolescenti. Il bilancio, già drammatico, è però solo provvisorio, perché le squadre di ricerca e soccorso stanno ancora lavorando per ritrovare decine di bambine che alloggiavano al Camp Mystic, un campo estivo cristiano situato lungo il fiume e che accoglieva complessivamente circa 750 ragazze.

«Non ho mai visto un posto così orrendamente devastato da un evento naturale», ha scritto il governatore del Texas Greg Abbott dopo essersi recato sul luogo della tragedia. «Non ci fermeremo finché non troveremo tutte le ragazze che si trovavano in quel campo».

Non mancano polemiche e accuse incrociate tra le autorità e i diversi enti che hanno giocato un ruolo nella tragedia. Con diverse ore di anticipo rispetto ai drammatici momenti della notte tra venerdì e sabato, il Servizio meteorologico nazionale (National weather service, Nws) ha emesso avvisi prevedendo precipitazioni intense e avvertendo poi che «il deflusso eccessivo potrebbe provocare inondazioni di fiumi, torrenti, ruscelli e altre località basse e soggette a inondazioni».

Ma quando la tempesta ha scatenato tutta la sua ferocia, molti sono stati colti di sorpresa. I forti acquazzoni hanno fatto salire il fiume Guadalupe di oltre 6 metri in soli 45 minuti. Il giudice Rob Kelly, il più alto funzionario della contea di Kerr, ha dichiarato ai giornalisti che le inondazioni sono comuni in questa zona che ha definito la valle fluviale più pericolosa degli Stati Uniti, ma raramente sono così devastanti. «Non sapevamo che sarebbe arrivata questa alluvione», ha detto Kelly. «Nessuno sapeva che sarebbe arrivata un’alluvione di questo tipo». Un portavoce del Servizio metereologico nazionale, tuttavia, ha diffuso la notizia che l’agenzia ha tenuto briefing sulle previsioni per i funzionari di emergenza già nella giornata giovedì, ha ricordato di aver emesso un avviso di alluvione nello stesso giorno e ha inviato avvisi di alluvione lampo tra giovedì sera e venerdì mattina.

La diatriba sta andando avanti nelle ultime ore, con i funzionari del Texas che accusano l’Nws di non aver emesso bollettini meteo precisi circa la potenza catastrofica della tempesta e i meteorologi che da un lato tirano fuori tutte le comunicazioni diramate e dall’altro affermano che è eccezionalmente difficile indovinare esattamente cosa farà un sistema meteorologico complesso e poi convincere i funzionari stessi e il pubblico a comportarsi di conseguenza.

Secondo il timing riferito da fonti statunitensi, il Servizio meteorologico nazionale ha emesso un avviso di alluvione lampo con l’etichetta «considerevole» all’1:14 ora locale di venerdì notte per le contee di Kerr e Bandera. Questo avviso, viene spiegato, aggiunge automaticamente un allarme di emergenza ai dispositivi mobili della zona, ma l’ufficio dello sceriffo della contea di Kerr ha segnalato per la prima volta un’inondazione nei punti di attraversamento delle acque basse solo alle 4:35 ora locale, ovvero più di tre ore dopo. In più i meteorologi dichiarano di aver aggiornato l’avviso per un’emergenza di alluvione lampo per alcune parti della contea di Kerr già alle 4:03. Un’emergenza di alluvione lampo viene emessa solo in situazioni «estremamente rare», viene spiegato, quando le condizioni meteorologiche rappresentano una grave minaccia per la vita umana. Spiegazioni rispedite al mittente dai funzionari della Divisione emergenze del Texas, che bollano i bollettini come inidonei a rendere il senso di quanto sarebbe avvenuto.

E poi c’è un’altra questione, che sta facendo discutere negli Stati Uniti. Una questione sintetizzabile in una sola parola: tagli. La tesi sollevata da più parti è che se qualcosa non ha funzionato, nelle previsioni, è a causa delle misure messe in campo dall’amministrazione Trump per ridurre i costi della forza lavoro federale, compresi i tagli di posti di lavoro presso il Servizio meteorologico nazionale e la sua organizzazione madre, la National oceanic and atmospheric administration (Noaa). All’inizio di quest'anno l’Nws ha perso quasi 600 dipendenti, e il mese scorso l’agenzia ha dichiarato che stava iniziando ad assumerne oltre 100 per «stabilizzare le operazioni» a seguito di una reazione alla mancanza di personale. Domenica, mentre tornava alla Casa Bianca dal New Jersey, un giornalista ha chiesto al presidente Trump se i recenti tagli al governo federale avessero lasciato posti vacanti al National weather service o nel coordinamento delle emergenze e la risposta è stata laconica: «Non è così». Poi, alla domanda se il governo dovrebbe riassumere i meteorologi che se ne sono andati, Trump ha risposto: «Non saprei, davvero non saprei. Penserei di no. È una cosa che è successa in pochi secondi. Nessuno se lo aspettava, nessuno l’ha visto. Ci sono persone di grande talento e non l’hanno visto».

In seguito ai tagli, un documento di bilancio del Noaa per il prossimo anno fiscale eliminerebbe i fondi per l'Office of Oceanic and Atmospheric Research e per il National Severe Storms Lab. Si tratta di due istituzioni che il professore di scienze atmosferiche all’University of Wisconsin-Madison Michael Morgan, che ha lavorato anche al Noaa, assicura svolgono attività di ricerca e modellazione del maltempo di vitale importanza: «Credo che gli investimenti in questo settore contribuiranno davvero a mitigare future tragedie come quella che si è verificata in Texas», ha detto Morgan.

Ci sono però una serie di azioni pratiche che in ogni caso vanno messe in campo, per evitare il ripetersi di simili tragedie. Le illustra in un lungo e dettagliato post il meteorologo Bryan Bennett, che dopo aver toccato tutte le questioni fin qui richiamate (in primis accuratezza delle previsioni e impatto dei tagli al Noaa), aggiunge alcune considerazioni. Una riguarda le limitazioni degli avvisi: «Molte persone spengono il telefono di notte e le radio meteorologiche sono raramente utilizzate oggi. Gli avvisi critici potrebbero non essere stati recepiti». La seconda riguarda la copertura cellulare della zona colpita: «Camp Mystic si trova in una zona con ricezione discontinua, il che probabilmente limita la ricezione degli avvisi di emergenza wireless (Wea)». E allora ecco due possibili soluzioni a cui ricorrere in futuro. La prima: ampliare la trasmissione degli avvisi di emergenza via satellite per garantire che gli avvisi raggiungano le aree rurali in cui il servizio cellulare è limitato. La seconda: richiedere che in occasione di grandi campeggi/eventi ci sia sempre una persona designata dotata di radio meteorologica o di altri sistemi di allerta di emergenza a portata di mano.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia