Bollette più care e "gonfiate": anomalie da 5 miliardi di euro secondo Arera

Lug 7, 2025 - 04:30
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Bollette più care e "gonfiate": anomalie da 5 miliardi di euro secondo Arera

lentepubblica.it

Un’indagine dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) ha rilevato presunte distorsioni nei meccanismi di formazione dei prezzi dell’energia, con bollette “gonfiate” e anomalie da 5 miliardi di euro totali.


Con la fine del mercato tutelato, migliaia di utenti si sono ritrovati improvvisamente esposti alle dinamiche di un mercato libero dell’energia, dove i prezzi, invece di diminuire, hanno registrato impennate significative. A complicare ulteriormente la situazione, oltre agli oneri aggiuntivi inseriti in bolletta — spesso poco trasparenti — è arrivata una nuova allerta da parte dell’Arera.

Bollette “gonfiate”: anomalie da 5 miliardi di euro secondo Arera

Al centro dell’indagine condotta da Arera si trova il cosiddetto mercato del giorno prima (o MGP), un segmento cruciale del sistema elettrico nazionale. È in questa sede che, ogni giorno, si definiscono le quantità di energia da immettere nella rete e i relativi prezzi per il giorno successivo. Si tratta di un’asta all’ingrosso, regolata da algoritmi e piattaforme digitali, in cui domanda e offerta dovrebbero incontrarsi secondo logiche di concorrenza e trasparenza.

Tuttavia, i dati raccolti nel biennio 2023-2024 raccontano una realtà ben diversa. Le anomalie rilevate da Arera mostrano andamenti dei prezzi sospettosamente elevati, tali da causare un aggravio per gli utenti finali stimato in circa 5 miliardi di euro. Una cifra che, secondo l’Autorità, non può essere giustificata né da dinamiche di mercato né da eventi straordinari, ma che lascia intravedere il rischio concreto di comportamenti opportunistici da parte di alcuni operatori.

Un’indagine per fare luce su possibili distorsioni

Il rapporto è stato redatto a seguito della deliberazione n. 401/2024/R/eel dell’8 ottobre 2024, con cui Arera ha ufficialmente avviato una indagine conoscitiva sugli esiti dei mercati elettrici a breve termine. L’obiettivo? Analizzare in profondità l’andamento delle aste che determinano i prezzi dell’energia venduta con tempistiche ravvicinate.

Dalle verifiche emergono elementi che suggeriscono un utilizzo distorto di queste aste: picchi di prezzo ingiustificati, scarsa concorrenza in alcuni slot orari e comportamenti potenzialmente speculativi. Tutto ciò ha avuto un impatto diretto sui costi sostenuti dai consumatori, soprattutto quelli meno attrezzati per orientarsi in un mercato altamente tecnico e poco accessibile.

Un sistema che colpisce i più fragili

Il contesto in cui si inseriscono queste criticità è particolarmente delicato. Gli anni 2023 e 2024 sono stati segnati da forti rincari energetici legati all’instabilità geopolitica, alla crisi delle materie prime e agli effetti residui della pandemia. In questo scenario, le famiglie italiane hanno dovuto affrontare aumenti vertiginosi nelle spese domestiche, trovandosi spesso senza strumenti per difendersi o per comprendere le dinamiche che li hanno generati.

L’aspetto più grave messo in evidenza da Arera è l’asimmetria informativa tra gli operatori del settore e gli utenti finali. Il mercato elettrico si presenta infatti come una struttura estremamente tecnica, in cui solo pochi soggetti dispongono delle competenze per interpretarne i meccanismi. Questa complessità, spesso volutamente mantenuta tale, ha finito per penalizzare soprattutto le fasce più deboli della popolazione, rendendole vulnerabili a pratiche poco trasparenti.

La richiesta di una riforma strutturale

Alla luce delle evidenze raccolte, Arera lancia un appello chiaro: serve una revisione profonda delle regole che governano il mercato elettrico. L’Autorità chiede più trasparenza nei processi di formazione del prezzo, una vigilanza più efficace sulle dinamiche concorrenziali e misure concrete per tutelare i consumatori, in particolare quelli che hanno meno strumenti per orientarsi tra offerte, tariffe e clausole contrattuali.

Mentre il Governo valuta ulteriori modifiche al sistema tariffario — con il rischio, secondo molti osservatori, di un ulteriore aumento delle voci in bolletta — il rapporto Arera riporta al centro del dibattito la necessità di un equilibrio tra liberalizzazione e protezione degli utenti. Il passaggio al mercato libero, infatti, non può tradursi in una liberalizzazione senza regole, dove a pagare il prezzo più alto siano i cittadini meno tutelati.

Un sistema da ripensare per riconquistare fiducia

In attesa di eventuali azioni correttive da parte delle istituzioni, resta forte il senso di frustrazione tra i consumatori, che si ritrovano a fare i conti con un sistema percepito come iniquo e inaccessibile. Il mercato, che avrebbe dovuto garantire risparmio e competitività, si sta rivelando per molti una trappola costosa e difficile da decifrare.

L’indagine di Arera rappresenta quindi un passo importante verso una maggiore chiarezza, ma anche un segnale d’allarme: senza un intervento deciso e strutturale, il rischio è quello di alimentare ulteriormente diseguaglianze economiche e sfiducia nelle istituzioni. E di trasformare un diritto essenziale come l’accesso all’energia in un privilegio riservato a pochi.

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