Bonaccini: “Il terzo mandato? Sarei d’accordo. Ma il centrodestra decide per convenienza”

“Il dibattito che si è riacceso nel centrodestra sul terzo mandato è “surreale. Io con un terzo mandato sarei d’accordo. E non tanto e solo per il mio caso. Credo che, se fosse stato possibile, la coalizione e il mio partito mi avrebbero chiesto di ricandidarmi”. Lo spiega al Quotidiano Nazionale Stefano Bonaccini, presidente del Partito Democratico ed eurodeputato, in merito al dibattito sul terzo mandato per i governatori. Una possibilità che a lui fu negata. “Ragioniamo in maniera ampia. Io ero e sono d’accordo a estendere ai famosi tre mandati: visto che il Governo lo ha fatto per i Comuni sotto i 15mila abitanti, perché per le città e per le Regioni non va bene? – sottolinea -. Sono i cittadini che democraticamente, alle urne, decideranno se promuovere o meno un amministratore: sarebbe stato normale trattare ugualmente tutti gli enti locali”.
Secondo l’ex governatore dell’Emilia-Romagna il dibattito di queste settimane è surreale “perché si prendono le istituzioni e si usano à la carte nel momento in cui si è al governo e non più all’opposizione. Ma le istituzioni dovrebbero essere di tutti, non di una parte, non si gioca sulla convenienza. Detto questo: cosa fatta, capo ha”. Secondo Bonaccini oggi il centrosinistra è percepito come una alternativa credibile per battere il centrodestra alle prossime elezioni politiche. “Ma servono tre condizioni. La prima: bisogna che stia unito il Pd, perché se stiamo uniti noi è più facile unire il centrosinistra. Elly Schlein sta facendo un grande lavoro – spiega -. Poi serve l’unità del centrosinistra, il campo largo: da Trump a Putin fino alle guerre, cos’altro deve succedere?”.
“Infine – conclude – serve una proposta ai cittadini, alla fine possono apprezzare e scegliere quella che riterranno più convincente. E sarà la nostra: lavoriamo su salari, difesa della scuola e della sanità pubblica. Ma al mio partito consiglio anche di mettere al centro il lavoro e l’impresa. Parliamo tanto e bene di lavoro dipendente, ma possiamo farlo un po’ di più e meglio su autonomi, industriali, artigiani, commercianti, partite Iva, liberi professionisti. Io non voglio ‘regalarli’ alla destra”.
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