Caldo, Glovo sospende il bonus per i rider

Glovo ha sospeso il bonus caldo per i suoi rider, che ieri ha creato forti polemiche, e che prevedeva una compensazione economica crescente proporzionale al crescere delle temperature torride, fino a oltre 40 gradi. Lo conferma la Felsa Cisl: “Nell’incontro di oggi con Glovo, su nostra esplicita richiesta, si è arrivati alla decisione di sospendere le misure annunciate sui contributi per poterle revisionare dentro a un confronto sindacale che proseguirà nei prossimi giorni, tenendo al centro che i lavoratori e le lavoratrici hanno possibilità di scegliere di lavorare ma che deve essere fatto in assoluta sicurezza. Nell’incontro con Deliveroo è stata condivisa la stessa volontà di confronto per tutti i temi in attenzione in questi giorni – e per noi tutti i giorni – ivi incluse le ordinanze regionali e il protocollo sulle emergenze climatiche” spiega in una nota Silvia Casini, segretaria nazionale Felsa Cisl.
Cosa prevedeva il bonus caldo di Glovo
Ai rider Glovo è arrivata una mail il primo luglio che parlava di un bonus “del 2% per temperature tra 32°C e 36°C”, “del 4% per temperature tre i 36°C e i 40°C” e “dell’8% per temperature superiori a 40%”. Il contributo dovrebbe essere valido dal 1 luglio al 31 agosto 2025 e l’azienda scrive che serve “per l’acquisto di crema solare, sali minerali e acqua”. Il bonus è in percentuale sugli ordini completati: considerando circa 2,5 euro a consegna si parla di un bonus di 5, 10 o 20 centesimi.
Sindacati: “E’ sospeso finché non si trova una soluzione”
“Non c’è una data di scadenza per la sospensione del bonus, bisogna trovare una soluzione che trovi concordi le varie parti“. Così a LaPresse Silvia Casini della Felsa Cisl, a proposito della decisione di Glovo di sospendere temporaneamente il bonus caldo che aveva comunicato ai rider, scatenando diverse polemiche, decisione che è stata definita unilaterale dai sindacati. “Non ci sono precedenti da rivedere perché sono aumentate le temperature: va proprio costruito qualcosa, perché le aziende non se ne sono mai occupate” aggiunge Casini. “Intanto il Piemonte è stata la prima regione a includere i rider nell’ordinanza anti-caldo, vedremo cosa faranno altre Regioni”, spiega ancora, “Innanzitutto il rider deve essere informato e se ci sono fasce in cui non può lavorare deve saperlo prima, serve trasparenza nell’informazione”.
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