Natale, per molti è anche sinonimo di ansia da cibo. Cosa fare per evitarla
Regali, cene, viaggi, incontri con parenti: tanta roba che, spesso, collima con momenti piscologici difficili. Ecco come alleviare il peso e rendere il momento meno consumistico possibile e più sano. A cominciare dai pasti…
Feste natalizie, gioie e dolori. In molti, infatti, le considerano fonte di stress. A partire dal tema cibo (pranzi cene e impegni gastronomici vari). Una ricerca YouGov fa emergere che per chi convive con un Disturbo del Comportamento Alimentare (Dca) può essere ancora peggio.
Se da un lato 2 persone su 5 dichiarano che la loro salute mentale migliora durante il Natale, oltre il 40% si sente più stressato e 1 persona su 4 affronta ansia o depressione: un contesto che, per chi soffre di Dca, può amplificare il disagio.
In Italia si calcola che circa 4 milioni di persone soffrano – ovviamente tutto l’anno – di Dca. Proprio per sensibilizzare su queste difficoltà e fornire strumenti concreti a familiari e caregiver, Danone Nutricia e l’associazione Animenta hanno stilato una lista di consigli su cui porre la nostra attenzione.
Come per esempio quella di proporre di servire il cibo a buffet invece che con pasti seduti, per ridurre la percezione di obbligo: “la disposizione a buffet – spiegano gli esperti – consente a chi soffre di Dca di servirsi con maggiore autonomia, senza sentirsi osservato o forzato a mangiare porzioni che non si sente di affrontare.
Evitare il classico pasto seduto con piatti precomposti riduce la pressione sociale e permette alla persona di scegliere cosa e quanto mettere nel proprio piatto, contribuendo a contenere l’ansia che spesso accompagna i pasti festivi“.
È poi buona cosa limitare le aspettative sociali, lasciando libertà alla persona di partecipare o ritirarsi quando necessario. Concedere la libertà di allontanarsi, fare pause o prendersi del tempo da soli significa rispettare i tempi emotivi.
È utile ricordare che il benessere della persona non dipende dal “dover stare con tutti“, ma dal sentirsi al sicuro e non giudicata.
Dopo il pranzo o la cena, gli esperti consigliano di spostare l’attenzione su attività alternative come giochi o film: una volta terminato il pasto, è fondamentale non continuare a parlare di cibo, ricette o porzioni.
Proporre attività ludiche o momenti di relax aiuta a ridurre l’iperfocalizzazione sul dopo-pasto, spesso fonte di grande stress. Guardare un film, giocare insieme o semplicemente conversare su temi leggeri può diventare un modo per ristabilire un clima sereno e inclusivo.
Infine, se tra di noi ci sono persone con un disturbo del comportamento alimentare, può essere buona cosa sensibilizzare amici e parenti a evitare commenti su peso, porzioni o appetito: le persone con un Dca sono spesso molto sensibili a osservazioni che, anche se dette senza malizia, possono diventare causa di grande disagio.
Commenti su cambiamenti fisici, su quanto poco o tanto si mangia, o frasi come “dai, è Natale” possono avere un forte impatto emotivo. Sensibilizzare tutti i presenti – in modo discreto e rispettoso – può fare una grande differenza nel proteggere la persona da situazioni scomode o dolorose.
Crediti immagine: Depositphotos
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