Cari giovani preparatevi, il Tfr in azienda non andrà più di moda

Molti giovani che dovranno entrare nel mercato del lavoro durante il 2026 potrebbero trovare una sorpresa sotto l’albero: l’ennesima modifica alla disciplina del trattamento di fine rapporto. È attualmente in discussione in Parlamento una proposta che interviene sul Tfr, introducendo un meccanismo di conferimento automatico a un fondo pensione.

Oggi un lavoratore subordinato può scegliere se destinare il Tfr alla previdenza complementare oppure lasciarlo accantonato presso il datore di lavoro (o presso l’Inps se l’azienda ha almeno 50 dipendenti). In assenza di una scelta espressa entro sei mesi dall’assunzione, opera il cosiddetto silenzio-assenso, con il conferimento del Tfr del dipendente al fondo pensione individuato dalla contrattazione collettiva.

La proposta in discussione mira a rafforzare questo meccanismo, prevedendo un conferimento automatico del Tfr ai fondi pensione, salvo esplicita manifestazione di volontà contraria da parte del lavoratore entro sessanta giorni dall’assunzione. La riforma vuole integrare le pensioni future dei giovani e convogliare maggiori risorse nell’economia reale attraverso gli investimenti dei fondi pensione.

Per i lavoratori, il conferimento automatico del Tfr ai fondi pensione comporterebbe una maggiore diversificazione  dei propri risparmi, ma anche la necessità di una consapevolezza informata: il Tfr investito nei fondi pensione è soggetto all’andamento dei mercati e segue regole di pagamento diverse rispetto al Tfr accantonato in azienda.

La proposta è ancora in fase di discussione e il testo definitivo potrebbe subire delle modifiche. Tuttavia, sembra che le imprese avranno un ruolo sempre più marginale nella gestione del risparmio dei propri dipendenti. Meglio investire il proprio Tfr nei mercati finanziari o lasciarlo «sotto il cuscino» aziendale? Mi sembra un’ottima domanda per iniziare la conversazione con i vostri parenti durante le feste.

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