Per l’Europa è il momento di essere realista

Dicembre 27, 2025 - 11:30
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Per l’Europa è il momento di essere realista

L’umore dei relatori di Ventotene era contrastante. Erano da una parte invariabilmente animati da un’atmosfera generale di ottimismo riguardo alla forza e all’importanza dei nostri valori europei condivisi. D’altronde, nessuno dubitava della minaccia che pesa su tali valori, e sullo stile di vita che ne deriva, non solo dall’esterno, in particolare dalla Russia, ma anche dall’interno, con il risorgere degli egoismi nazionali e del populismo evidenti su tutti i fronti.

Il modo in cui l’Europa reagisce ora a queste sfide è stato il tema di praticamente tutti i panel, discussioni o presentazioni. Naturalmente c’è stata molta retorica sulla necessità della solidarietà europea e dell’affermazione dei nostri valori, in particolare del nostro impegno per la democrazia, ma direi che c’era anche un tono più d’acciaio nei lavori, cioè un riconoscimento che il momento storico richiederà decisioni difficili al di fuori della nostra consueta zona di comfort.

Per dirla in modo crudo, forse provocatorio, il software dei valori e della democrazia deve essere sostenuto anche dall’hardware delle attrezzature militari. Come ho potuto osservare io stesso, si tratta di una transizione psicologica difficile per un’organizzazione che si è sempre considerata, ed è tuttora, un progetto di pace. Mai come ora “essere realisti” è stato così reale… È una frase che ho utilizzato anche durante la tavola rotonda a cui ho partecipato. Sono rimasto sorpreso dal numero di persone che me l’hanno ripetuta in seguito.

Rispetto alla necessità che l’Europa assuma le sue responsabilità nel campo militare, tema emerso in molte discussioni nell’attuale contesto geopolitico, penso che questo sia un altro passo nel lungo processo di “diventare realisti” dell’Unione europea. Nel corso di decenni di crisi ripetute l’Unione europea ha assunto sempre più un ruolo di primo piano, prendendo decisioni necessarie che hanno avuto un impatto diretto sulla vita quotidiana delle persone, anche se non sempre in modo gradito. Sono finiti i giorni dell’idealismo innocuo o astratto, ed è forse inevitabile che, in quanto attore politico reale, l’Unione europea abbia attirato ostilità, sia internamente che esternamente.

Questa è la vita reale. Ora, però, mi sembra che stiamo facendo un ulteriore passo avanti. Tutti questi attivisti europei per la pace (mi riferisco sia ai politici che ai “professionisti dell’Unione europea” come me), riconosciuti addirittura da un premio Nobel per la Pace, che discutono seriamente della necessità che l’Europa sia forte e pronta a difendersi da un attacco militare (“siamo già in guerra” era un sorprendente leitmotiv tra i politici e gli attivisti sul palco) è sicuramente un segno che stiamo diventando realisti, ora davvero realisti.

Tutto ciò mi fa pensare a un problema disperato che dobbiamo affrontare. Qualunque siano le decisioni che prenderemo, ci vorrà un dibattito aperto, ragionato e democratico. E alla fine nulla potrà avvenire senza il consenso democratico, senza la convinzione condivisa dagli europei che i nostri problemi possono essere affrontati solo se lo facciamo insieme come europei.

Eppure il nostro mondo attuale è invaso da un’ondata di populismo e nazionalismo, una fuga dalla ragione, dai fatti e dalla verità, che sta minando il consenso democratico di cui abbiamo bisogno, consegnandoci potenzialmente nelle mani dei nostri nemici, sì, userò questa parola. Quindi anche all’interno dell’Europa ci troviamo di fronte a una battaglia per conquistare i cuori e le menti. Per la democrazia stessa. Non saranno una serie di discorsi rivolti a un pubblico simpatizzante a Ventotene, per quanto potenti e ragionati possano essere, a invertire la tendenza, per quanto sia incoraggiante che il mondo politico sembri consapevole delle esigenze del momento storico.

Ci aspetta una lunga battaglia di comunicazione, sostenuta dai fatti, che deve essere vinta. Le istituzioni europee faranno la loro parte, nel miglior modo possibile, e spero che lo stesso faranno le persone e i partner con cui lavoriamo, come quei giovani impegnati e motivati che sono venuti a Ventotene. Sì, la comunicazione è realmente importante, ora più che mai.

Testo raccolto alla prima Conferenza Europea di Ventotene per la libertà e la democrazia.

Questo è un articolo de Linkiesta Magazine 03/25 – Senza alternativa. Si può acquistare qui.

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Redazione Redazione Eventi e News