Cupio dissolvi a destra? L’improba fatica di Meloni domatrice, il lutto di Pietrangeli ci riunisce

Questa destra che governa il Paese da quasi tre anni continua a farsi male da sola: prima dividendosi sullo ius scholae voluto solo da Tajani contro il no secco di Meloni e Salvini; oggi cercando di far approvare furbescamente un emendamento che prevedeva l’aumento delle tariffe autostradali.
Niente di catastrofico, per carità. Da Milano a Roma e viceversa, avremmo pagato 70 centesimi in più. Ma non è la “tassa” a far male alla maggioranza, è il modo con cui ha tentato di “fregare il contribuente”, guarda caso proprio alla vigilia dell’esodo estivo.
Due righe nascoste in un gergo politichese in cui chi ci capisce vince un premio milionario. Stavolta, però, ai birichini di un certo Parlamento è andata male. Perché, ancora più furbescamente, qualcuno della minoranza se n’è accorto e poco è mancato che ne nascesse una delle tante buriane a cui purtroppo siamo avvezzi.
La manina nella destra

Almeno ufficialmente nessuno sa chi è stato l’autore di tale marchingegno: certo non deve essere un politico di razza se è caduto in una ragnatela facilmente evitabile. Però, tutto è avvenuto alla luce del sole in una riunione che doveva finire in pochi minuti.
Invece, si è sfiorata la rissa e solo per la lungimiranza di qualcuno, l’emendamento è rientrato, cioè è stato ritirato, più semplicemente un’auto bocciatura. Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno capito l’antifona ed hanno innestato la marcia indietro. Sta di fatto che non si comprende per quale ragione, questi signori degli inganni, debbano trovar posto in Parlamento. La premier ed il suo vice primo ministro dovrebbero prendere seri provvedimenti perché si rischia di mandare all’aria un lavoro paziente di anni per favorire chi sa chi nel sottobosco che circonda la politica.
Il 10 luglio si terrà a Roma un importante convegno che ha per tema la ricostruzione dell’Ucraina. Arriveranno nella nostra capitale uomini di grande prestigio fra i quali Pedro Sanchez, il leader spagnolo, unico in Europa ad aver detto no a Trump al riarmo che costerà ad ogni paese che l’ha sottoscritto una somma pari al 5 per cento del Pil. Potrebbe essere l’occasione perchè la Meloni gli chieda il perchè di una simile scelta che spacca l’Europa e divide spesso e volentieri le forze politiche di ogni Nazione.
Sánchez eroe del Pd
Come è avvenuto (manco a dirlo) in Italia dove il Pd ha incoronato Sanchez e picconato la nostra premier, accusandola di non aver seguito l’esempio dello spagnolo che non ha voluto “inginocchiarsi” a Trump. Ecco il motivo per cui ogni mossa avventata della destra può costar caro -oggi e domani- ad una maggioranza che non deve compiere in nessun modo passi falsi così ingenui.
In Italia, la bagarre tra destra e sinistra non ha mai fine. Un giorno è la cultura, un altro il caldo a dividere il Pd e i suoi cespugli dalla triade che forma il governo. “State sempre a lamentarvi”, tuona l’opposizione. “il vittimismo non porta voti”, si aggiunge. Accuse che la maggioranza respinge facendo leva sulla situazione catastrofica dell’economia in cui ha raccolto il Paese dopo dieci anni di governo della sinistra.
La grave situazione internazionale passa in secondo piano. La Russia continua a imperversare su Kiev dove la notte scorsa sono piovuti 539 droni e undici missili gettando la popolazione nel panico. Putin non si ferma, Trump lo chiama al telefono, ma non ha parole di conforto.
Pare – ripetiamo pare – che qualcosa di nuovo si presenti nella guerra tra Israele e Hamas: una tregua di sessanta giorni che possa poi protrarsi fino alla tanto invocata pace.
Non bisogna dimenticare il problema dei dazi su cui Trump continua ad ondeggiare: una volta li aumenta, l’altra li diminuisce. Oggi è fermo al 17 per ceto, una vera e propria iattura per l’Italia che spera nei buoni rapporti fra Giorgia e Donald per superare un’ impasse che potrebbe costarci cara.
Speriamo che l’eccessivo caldo estivo che ha sconvolto mezza Europa finisca e riporti il buon senso a chi dovrebbe averne a sufficienza per dispensarne agli altri. Come è avvenuto a Treviso dove i giudici hanno deciso di tassarsi per comprare ventilatori regalati poi ai giovani detenuti nel carcere minorile. Ecco la giustizia che vorremmo sempre avere.
Un pensiero, infine, a Nicola Pietrangeli, un asso del tennis che a noi non più giovani, anzi assai anziani, ha fatto vibrare le corde del nazionalismo. Suo figlio, Giorgio, di appena 59 anni è volato in cielo e solo chi ha avuto la stessa esperienza può capire quanto sia devastante questo dolore. Dai, Nicola, ti siamo vicini.
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