In 65 anni persi 34 kmq di ghiacciai in Piemonte: Bessanese e Ciamarella simboli della crisi climatica alpina
Si è conclusa nelle Valli di Lanzo, in Piemonte, l’edizione 2025 della Carovana dei ghiacciai di Legambiente, che anche quest’anno ha portato l’attenzione sul drammatico arretramento dei ghiacciai alpini e sull’aumento dei rischi idrogeologici in quota. L’ultima tappa ha messo al centro i bacini glaciali della Bessanese e della Ciamarella, nelle Alpi Graie, territori simbolo della crisi climatica e della crescente frequenza di eventi meteorologici estremi.
Secondo i nuovi dati dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, tra gennaio e fine agosto 2025 in Piemonte si sono registrati 23 eventi meteo estremi, con un incremento del +27,8% rispetto allo stesso periodo del 2024. La provincia di Torino è risultata la più colpita (10 eventi), con allagamenti da piogge intense (8), esondazioni e frane (5 ciascuno) come fenomeni più ricorrenti. Un quadro che conferma l’aumento della fragilità del territorio, anche in alta quota.
Il ghiacciaio della Bessanese, che a metà Ottocento occupava 1,75 km², oggi si è ridotto a soli 0,3 km², perdendo 3,9 milioni di m³ tra il 2010 e il 2023, con un abbassamento medio di un metro l’anno. Non mancano episodi di crolli e colate detritiche, come quello registrato allo spigolo Murari nell’agosto 2023.
«Il bacino glaciale della Bessanese si contraddistingue per una grande varietà di forme e di processi geologici e geomorfologici – commenta Marta Chiarle del CNR-IRPI e referente delle campagne della Fondazione Glaciologica Italiana – Questo ghiacciaio era alimentato anche da una falda di ghiaccio alla base della parete della Bessanese che contribuiva ad aumentare la massa glaciale e la potenza di questo modellamento. A queste quote il permafrost controlla molti dei processi geomorfologici in atto: questo spiega la sensibilità di questo bacino al riscaldamento climatico in corso e l’importanza di monitorare la temperatura di rocce e detriti».
La situazione non è diversa per il ghiacciaio della Ciamarella, passato in 150 anni da 1,18 km² a 0,5 km². Solo tra il 2010 e il 2023 ha perso 8,1 milioni di m³ di ghiaccio. Complessivamente, i ghiacciai piemontesi sono passati dai 56 km² del 1959 ai 22 km² del 2024: un’emorragia che non accenna a fermarsi.
«Le campagne – spiega Secondo Barbero, direttore generale Arpa Piemonte – indicano che i ghiacciai piemontesi oltre a mostrare segni di contrazione, con una diminuzione di spessore ed estensione dovuta alla minore neve invernale ed al maggiore caldo estivo, accusano un aumento della copertura di detriti sui ghiacciai, conseguenza dei crolli rocciosi dalle pareti anche in conseguenza della degradazione del permafrost. Registriamo quindi un aumento della frequenza e dell'intensità dei processi di dissesto alle quote più elevate che in alcuni casi possono anche impattare sui territori di valle con l'inevitabile aumento dell'esposizione al rischio per infrastrutture e insediamenti».
Il Piemonte è, però, anche culla di un importante “laboratorio all’aperto”. Presso il rifugio Gastaldi (2.656 m), nel bacino glaciale del Bessanese, è attivo un laboratorio naturale dove CNR-IRPI, Arpa Piemonte e Fondazione Glaciologica Italiana studiano processi glaciali e periglaciali, monitorano frane, morene e temperature di rocce e detriti, oltre alla biodiversità. Un’area sperimentale che fa parte della rete europea “Rifugi Sentinella” e che rappresenta un punto di riferimento per la divulgazione scientifica grazie alla “Saletta del Presente”.
«La tappa piemontese di Carovana dei ghiacciai – dichiara Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di Cipra Italia – ben sintetizza quanto ormai sta accadendo in alta quota a causa della crisi climatica e degli impatti degli eventi meteo estremi e quanto sia importante monitorare l’ambiente montano e i ghiacciai per comprenderne meglio i rischi e capire come fruire di questi luoghi. Avviare un monitoraggio europeo è anche una delle richieste al centro del nostro Manifesto europeo per una governance dei ghiacciai».
I ghiacciai piemontesi sono un campanello d’allarme che riguarda l’intero ecosistema alpino. Per questo, con la campagna 2025, Legambiente invita tutti a firmare la petizione online “Una firma per i ghiacciai” per chiedere al Governo azioni concrete.
Un impegno urgente, perché i giganti bianchi che hanno modellato le nostre montagne stanno scomparendo sotto i nostri occhi.
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