Corea del Sud: concluso dopo 18 mesi lo sciopero a oltranza dei medici tirocinanti

I medici tirocinanti della Corea del Sud hanno ripreso a lavorare da ieri, ponendo fine a uno sciopero a oltranza senza precedenti durato 18 mesi, che aveva lasciato sale operatorie sotto organico, procedure rinviate e un crescente arretrato di pazienti. La protesta era iniziata nel febbraio 2024, quando oltre 10.000 medici avevano abbandonato il lavoro per protestare contro un piano del governo teso a raddoppiare le ammissioni alle scuole di medicina entro il 2035, proposta dell’ex presidente Yoon Suk Yeol per alleviare la carenza di medici che affligge il Paese. Dopo un braccio di ferro di oltre un anno con i medici e i docenti delle scuole di medicina, il governo ha ritirato il piano lo scorso marzo, senza ottenere però il rientro immediato dei tirocinanti. Lo sciopero è terminato solo dopo l’insediamento del presidente Lee Jae-myung lo scorso giugno, cui il mese scorso ha fatto seguito un accordo con il ministero della Salute che consente ai tirocinanti di tornare al lavoro senza ripercussioni e agli ospedali di assumerli anche oltre le quote ufficiali.
I grandi ospedali coreani, che per mesi avevano posticipato interventi e visite, hanno rapidamente avviato le nuove assunzioni per il termine di residenza iniziato il primo settembre. Lo sciopero ha evidenziato le criticità del settore sanitario sudcoreano, tra carenza di personale e ridotto numero di medici rispetto alla popolazione: problemi destinati a peggiorare con l’invecchiamento demografico. I medici sostengono che aumentare le ammissioni ridurrebbe la qualità della formazione e i salari, senza risolvere le carenze nelle specialità essenziali ma meno remunerative, come emergenza e pediatria.
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