«Dalla sinodalità l’occasione per imparare a crescere e a cambiare»

Lug 15, 2025 - 17:00
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«Dalla sinodalità l’occasione per imparare a crescere e a cambiare»
Ottavio Pirovano con Simona Beretta all’Assemblea sinodale delle Chiese in ItaliaOttavio Pirovano con Simona Beretta all’Assemblea sinodale delle Chiese in Italia

«Parlare di sinodalità vuol dire parlare di qualcosa di complesso, non semplicemente di una pratica. A me ha colpito molto, nel cammino sia delle Assemblee sinodali decanali, sia a livello nazionale, il tempo riservato all’ascolto. Ritengo questa una delle novità più importanti del percorso sinodale: un tempo significativo dedicato all’ascolto, che ha portato a compiere passi, a fare scelte, in alcuni casi, anche molto innovative rispetto al passato». Ottavio Pirovano, membro del Consiglio pastorale diocesano e della delegazione ambrosiana all’Assemblea sinodale delle Chiese in Italia, definisce così il senso della sua esperienza.

Un ascolto che prelude a una ricezione, come indica la Proposta pastorale per l’anno 2025-2026…
Su questo credo che stiamo ancora imparando, nel senso che i processi decisionali del cammino sinodale non sono semplici. A me sembra che, forse, uno degli elementi da tenere in considerazione sia che l’ascolto di una società complessa porta, quasi necessariamente, ad avere un ventaglio di soluzioni, rispetto a un documento che stila una serie di procedure e di punti. Uno spazio che si apre ulteriormente anche alla disponibilità, di volta in volta, di correggere il tiro rispetto una decisione presa.

L’Arcivescovo parla del cammino in atto con le Asd e nei Consigli pastorali. Queste esperienze concrete di sinodalità stanno funzionando?
Per dare una risposta esaustiva rispetto a tale tema, bisognerebbe avere una conoscenza più ampia soprattutto dei Consigli pastorali locali. Certamente, il Consiglio pastorale diocesano, a cui io partecipo, mi pare che abbia recepito in pieno l’importanza del cammino sinodale, anche perché in questa Consigliatura sono presenti i rappresentanti delle Assemblee sinodali decanali. 

Lei fa parte, tramite l’Azione Cattolica ambrosiana, del gruppo che organizza gli incontri per le Giunte dei Consigli pastorali e che stila anche le schede formative per tutti i consiglieri. Di cosa vi è più bisogno oggi?  
Gli organismi di partecipazione, in generale, hanno bisogno di un metodo di lavoro e questo credo che sia l’aspetto più rilevante da introdurre. Se la sinodalità è uno stile, questo stesso deve essere applicato attraverso un metodo di lavoro. In questo contesto, penso che ci sia ancora molto da camminare perché il metodo di lavoro non lo si impara dall’oggi al domani, venendo da una tradizione diversa. Per questo dico che stiamo ancora cercando di capire. Abbiamo bisogno di una molteplicità di metodi per arrivare a dire che il cammino sinodale, che è – ripeto – uno stile, si è tradotto anche in pratiche sinodali concrete.

Sempre nella Proposta vi è un’indicazione precisa a proposito della formazione dei laici e della corresponsabilità…
Da anni si parla di una formazione realizzata insieme tra preti e laici. Ma anche su questo, forse, siamo ancora un po’ indietro perché non mi sembra di intravedere strutture ben definite e, soprattutto, così condivise all’interno di tutta la Diocesi. Nella Proposta ho letto che vi sarà una sessione congiunta del Consiglio pastorale diocesano, del Presbiterale e dell’Assemblea Decani: mi sembra una possibilità molto significativa. Ritengo che un ambito cruciale per attuare una collaborazione sia la formazione dei laici. Dobbiamo riconoscere che arriviamo tutti da un percorso, da una storia di Chiesa diversa e, forse, questa potrebbe essere l’occasione per imparare insieme a crescere e a cambiare.

 

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia