Dolce far niente: perché la risposta rivoluzionaria allo stress rende più belle

Il dolce far niente. Quello che per molti italiani è uno stile di vita e un modo di approcciare la vita (anche se ce ne siamo dimenticati), per il resto del mondo è un concetto più recente. Colpa (o merito) del libro di Annette Lavrijsen Niksen – L’arte di non fare niente per vivere slow (Slow Food Editore). Una riscoperta olandese di un’arte che nella nostra penisola si conosce bene.

A onor del vero, già nel 2010 c’era un Luca Argentero che spiegava a Julia Roberts cosa fosse la sweetness of doing nothing nel film Mangia prega ama. E questo specifico spezzone del film è poi diventato un audio popolarissimo su TikTok che fa da sottofondo a video dove si onora lo slow living in tutte le sue sfumature. Perché portatore di benefici interiori ed… esteriori.
Cosa si intende per l’arte del dolce far niente?
La dolcezza del fare nulla è un’espressione italiana, un concetto culturale che esprime il piacere di apprezzare il piacere e la tranquillità che si trovano nei momenti di ozio, ma senza sentirsi in colpa.
Non è sinonimo di pigrizia, quanto piuttosto della capacità di godere del momento presente senza la pressione di fare qualcosa. Potremmo definirla una forma di benessere consapevole. Qualcosa che deriva dai nostri antenati e dalle popolazioni latine/romane.

Foto Florian Siedl/ Unsplash
Questo concetto si sposa perfettamente con quello della vita lenta, un approccio che invita a rallentare nella vita quotidiana per concentrarsi sui dettagli e sul coltivare relazioni significative. Tutte cose di cui ci siamo dimenticati, perché ormai risucchiati in un loop di iperproduttività e multitasking. I suoi effetti sono immediatamente visibili anche sul nostro volto. Mentre il corpo riposa, anche il nostro viso risulta più riposato e disteso: decisamente più bello.
Ore passate in uno stato di beato ozio, sono l’equivalente dell’applicazione di una maschera di bellezza. O di una intensa dormita notturna.
Imparare a non sentirsi in colpa
In latino, otium significava tempo libero. Tempo libero dalle occupazioni della vita politica e dagli affari pubblici da spendere a casa per dedicarsi ad altro (anche lo studio) rispetto alle abituali occupazioni.
L’accezione negativa, che è poi quella che generalmente si implica oggigiorno quando si parla di ozio, è proprio il non far nulla per indole pigra o indolente, con tutto ciò che comporta.
La vita frenetica, l’essere sempre di corsa, la necessità di arrivare sempre prima, combinate con una certa dose di FOMO – Fear of Missing Out, sono la ricetta perfetta per il burnout. La beauty routine indicata per chi sostiene l’arte del dolce far niente è, ovviamente, essenziale. Senza stress.

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La beauty routine ispirata al Dolce far niente: per una bellezza effortless e naturale
Siamo consapevoli di quanto una vita frentica e stressante sia nociva, ma allo stesso tempo risulta difficile trovare la forza di dire basta e prendersi del tempo per se stessi. Questa incapacità di staccare, in Corea del Sud si è trasformato nel progetto Prison Inside Me, dove chi è stressato si ritira volontariamente in una prigione e soggiorna in una cella per disconnettersi dal mondo.
Ma è davvero necessario arrivare a tanto? Non sarebbe invece più semplice imparare di nuovo a concedersi dei momenti vuoti e godere di piccoli gesti apparentemente inutili, che però fanno bene al corpo e alla mente?
I benefici del dolce far niente
L’OMS classifica il burnout come fenomeno legato all’ambito lavorativo, ma non è considerato una malattia. Si tratta piuttosto una sindrome dovuta a stress lavorativo cronico non gestito con successo che interessa milioni di persone ogni anno.
I sintomi da burnout sono la sensazione di esaurimento o mancanza di energia, distanziamento mentale dal proprio lavoro e ridotta efficacia professionale caratterizzati da un generale atteggiamento cinico e negativo.
Il dolce far niente è una forma consapevole di disconnessione che nutre la mente e il corpo. Prendersi momenti di inattività abbassa i livelli di cortisolo, (e quindi, a livello estetico, previene e combatte gonfiori del viso e del corpo in generale), stimola la creatività e il risposo mentale e migliora la capacità di prendere decisioni.
Se il corpo e la mente lo richiedono, essere in grado di staccare la spina e non fare nulla per qualche minuto al giorno restituisce l’energia giusta.
Il paradosso dell’ozio produttivo
Quando si raggiungono alti livelli di stress si inserisce il pilota automatico e si procede come per inerzia, senza un vero pensiero o attenzione nelle azioni. L’ozio produttivo aiuta a svuotare la mente, a fare chiarezza e alle idee di emergere: le intuizioni migliori arrivano proprio durante i momenti di pausa.
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