Estrarre il litio dalle salamoie di scarsa qualità: il nuovo metodo funziona!
Estrarre il litio dalle salamoie di bassa qualità, ovvero da acque salate in cui il metallo è presente in basse concentrazioni: è questa l'idea di un gruppo di ricercatori dell'Università del Michigan che ha messo a punto una tecnologia in grado di ricavare il prezioso metallo anche dalle salamoie naturali che sino ad oggi non erano state sfruttate per questo scopo. La maggior parte del litio estratto oggi proviene infatti dalle saline del Sud America, salamoie di alta qualità per il basso contenuto di magnesio e l'alta concentrazione del metallo.
Al giorno d'oggi il litio viene estratto generalmente nelle miniere da minerali grezzi - una pratica molto inquinante e costosa - e da laghi molto salati e falde acquifere sottostanti laghi prosciugati: nelle acque salate delle salamoie si trova infatti più della metà del litio disponibile sul pianeta. L'estrazione avviene pompando la salamoia in vasche poco profonde per farla evaporare e lasciare sul fondo cristalli di sale e una salamoia concentrata, a cui vengono aggiunge sostanze chimiche per ricavare il sale rimanente.
Il magnesio complica tuttavia il processo, perché con il litio forma dei solidi all'interno delle vasche: per eliminarlo servono ulteriori sostanze chimiche, e ciò comporta costi aggiuntivi. Con una domanda di litio in forte crescita, si rende necessario identificare nuove fonti da cui estrarre la risorsa, e lo sfruttamento di salamoie di bassa qualità - ad esempio la formazione di Smackover in Arkansas - potrebbe contribuire a dare respiro al mercato.
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