Ex Ilva: il governo stanzia 200 milioni per garantire la produzione
Per garantire la continuità produttiva dell’ex Ilva e mettere in sicurezza gli impianti dello stabilimento di Taranto, il governo ha stanziato risorse da 200 milioni di euro a favore di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria. La cifra è resa nota dal ministro delle Imprese Adolfo Urso, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che si è tenuto questo pomeriggio. Risorse necessarie anche per far fronte anche al nodo della cassa integrazione e, quindi, continuare a tutelare i lavoratori. Il testo contiene, inoltre, una norma che istituisce un commissario per la concessione di autorizzazioni “nel caso di significativi investimenti esteri” e la possibilità per la Regione Puglia di utilizzare “i residui di bilancio per l’indotto”.
Più in dettaglio, Urso ha spiegato che, a favore dei comparti produttivi, in particolare sull’Ex Ilva, il testo prevede una norma che proroga “quanto già previsto nel primo decreto Ilva”, che rende disponibili per la Regione Puglia di utilizzare i residui di bilancio “ai fini del supporto all’indotto siderurgico”. La Regione, ha sottolineato Urso, “ci ha chiesto di prorogare questa opportunità affinché possa utilizzare in questa fase le risorse a sua disposizione per supportare l’indotto che subisce l’impatto, tra l’altro, della decisione della Procura della Repubblica di sequestrare l’altoforno”. Regione a cui proprio il ministro Urso, rivolgendosi anche al Comune di Taranto e a “tutti gli attori” in gioco, ha chiesto nelle scorse settimane di fare “la propria parte con responsabilità”. Urso ha annunciato durante la conferenza un incontro con il neo eletto sindaco di Taranto, Piero Bitetti, fissato per mercoledì 18 giugno. Per quanto riguarda invece la norma sulla nomina del commissario straordinario “a favore di coloro che faranno investimenti a Taranto, in area ex Ilva o all’esterno”, il decreto legge prevede “procedure di fast track”, purché collegate con la produzione siderurgica.
Il decreto approvato questo pomeriggio si dimostra un ulteriore passo dopo lo sblocco di 100 milioni di euro inerenti al prestito Ponte avvenuto a maggio. Un intervento economico che si inserisce in un contesto di difficoltà industriali e finanziarie, con l’azienda in amministrazione straordinaria e con la necessità di assicurarle liquidità per i prossimi mesi, specie dopo l’incidente avvenuto il 7 maggio scorso con ripercussioni quasi irreversibili per l’altoforno 1 e il conseguente sequestro senza facoltà d’uso da parte della procura di Taranto. Il governo ha anche fatto sapere che intende riattivare l’altoforno 2, affiancandolo all’altoforno 4, già operativo e sottoposto a garanzie di sicurezza, per mantenere la produzione dimezzata a causa dello spegnimento forzato dell’altoforno 1.
Contestualmente, Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria ha avviato la modifica per la cassa integrazione straordinaria portando il numero dei dipendenti coinvolti a 4.050 dipendenti – di cui 3.500 a Taranto – rispetto alle 3.062 unità ad oggi autorizzate. Sull’ex Ilva, oggi pomeriggio si è tenuto un incontro al ministero del Lavoro, in presenza delle sigle sindacali Fim, Fiom e Uilm. La cassa integrazione non è la soluzione, servono misure di sostegno. Lo dichiara Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil nazionale, al termine dell’incontro, invitando il governo a intervenire in modo “strutturale”, perchè i 200 milioni annunciati “sono insufficienti anche per gestire l’amministrazione straordinaria e gli investimenti per la ripartenza degli impianti, figuriamoci per la situazione che riguarda i lavoratori diretti e dell’indotto”. Il segretario nazionale della Fim Cisl, Valerio D’Alo’, ha definito l’incontro “interlocutorio”, per capire le condizioni “all’interno delle quali muoverci”. Mentre per Guglielmo Gambardella, segretario nazionale Uilm, è stato “utile soltanto per consentirci di ribadire ai rappresentanti dei ministero la necessità di una legge speciale per la gestione dell’occupazione, prepensionamenti e strumenti di risarcimento per tutti i lavoratori diretti”.
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