Festivaletteratura 2025, Mantova racconta il mondo, tra libri e un pizzico di sapore

A settembre Mantova sembra respirare in un modo diverso. Le strade si fanno lente, i portici si riempiono di voci, i cortili e i palazzi storici diventano luoghi d’ascolto. Dal 3 al 7 settembre torna Festivaletteratura, giunto alla sua ventinovesima edizione: un appuntamento che, anno dopo anno, ha trasformato la città in un laboratorio di narrazione condivisa.

Nato nel 1997, ispirandosi ai festival anglosassoni come Hay-on-Wye, il Festivaletteratura ha saputo radicarsi profondamente nel territorio mantovano, senza perdere lo sguardo internazionale. È una festa della scrittura che anima strade, piazze, palazzi storici, teatri, chiese e cortili, dando spazio alla voce degli autori con incontri, reading, spettacoli e concerti, in un formato a misura di città, che spinge verso una relazione vera tra scrittori e pubblico. 

E quest’anno saranno circa trecento gli autori e le autrici internazionali, alcuni tra i grandi nomi contemporanei, a interrogarsi sulla realtà con linguaggi nuovi, attraversando temi che vanno dalla geopolitica alla poesia, passando per diritti, appartenenze, memoria e musica. Il pubblico potrà assistere a oltre duecento eventi diffusi per la città, tra incontri, laboratori, percorsi per ragazzi, dibattiti, con un’attenzione speciale al pubblico under 35 e agli spazi accessibili. Una festa della parola che abbraccia tutta la città, rendendola palcoscenico e platea allo stesso tempo.

Una città che unisce parole e cibo
Non è un caso che Mantova sia il cuore di questo intreccio tra cultura e convivialità, perché qui il legame tra tavola e cultura non è mai stato solo e semplicemente un dettaglio. La città dei Gonzaga ha fatto della tavola un linguaggio a sé, molto prima che nascessero i festival. Si dice che quando Isabella d’Este voleva stupire, chiamava da Ferrara il suo cuoco di fiducia Cristoforo di Messisbugo, a cui si attribuisce la creazione della torta delle rose. E fu proprio a Palazzo Te che, nel 1530, si celebrò il memorabile banchetto in onore di Carlo V, con settecento invitati e un lusso fastoso che fece parlare per anni le corti d’Europa. Nei secoli successivi, dai sontuosi pranzi di corte fino al volume “L’Arte di ben cucinare” di Bartolomeo Stefani, la cucina gonzaghesca ha codificato un modo di stare a tavola che era già racconto, scenografia, linguaggio: dalle carni in gelatina ai pesci del Mincio, dalle spezie ai dolci come la torta di tagliatelle e la sbrisolona, rimasti vivi nella tradizione mantovana. In questo contesto il dialogo tra cibo e letteratura non è un semplice esercizio di stile: è la conferma che nutrire il corpo e la mente è un gesto che appartiene da sempre alla vita culturale della città.

Levoni e il progetto “Cibo per la mente”
E forse c’è anche questa sfumatura, questa dimensione culturale legata al cibo che ha spinto Levoni a essere, anche quest’anno, tra i protagonisti del Festival. Da anni, infatti, Levoni accompagna Festivaletteratura con il progetto “Cibo per la mente”, un titolo che dice già molto del legame tra nutrimento materiale e intellettuale. Per il 2025 è stata scelta una prospettiva forte e disarmante, puntando dritto sugli esordi letterari italiani: tre appuntamenti che portano al centro nuove voci, autori e autrici capaci di raccontare il mondo con lo sguardo fresco di chi inizia un percorso. «Crediamo nel valore della cultura che nasce e si sviluppa nel territorio, e in Festivaletteratura come spazio d’ascolto aperto e generoso. Quest’anno abbiamo voluto sostenere chi è all’inizio del proprio percorso autoriale e sta provando a raccontare il mondo con parole nuove»: a spiegare l’anima di questo progetto è Marella Levoni, direttrice delle relazioni esterne e comunicazione dell’azienda. L’intento e il filo rosso che lega Levoni a questo Festival, e soprattutto alle parole sono chiari: entrambi sono mondi che creano cultura e riescono a descrivere storie, luoghi e persone da punti di vista diversi, ma sempre con il medesimo sguardo curioso e appassionato. 

Il programma di “Cibo per la mente” si presenta come un piccolo menu degustazione della narrativa contemporanea. Tre incontri, in cui dar voce alle nuove generazioni di scrittori, in un dialogo con il pubblico costruttivo e in grado, passateci il termine, di far venire l’acquolina in bocca per pasti e letture ancora più sostanziose. Qui gli appuntamenti, con i biglietti acquistabili direttamente sul sito dell’evento.

Matrimonio da romanzo
3 settembre, ore 18:15 – Aula Magna dell’Università: con Eleonora Daniel e Riccardo Meozzi, in dialogo con Carolina Bandinelli. Il matrimonio visto come rifugio, scommessa, fuga: due romanzi che intrecciano tradizione e nuove prospettive.

Le storie più o meno domestiche
5 settembre, ore 11:00 – Seminario Vescovile: Bianca Bagnarelli e Giorgia Tolfo, con Mario Desiati. Le case, fisiche o interiori, diventano luoghi di appartenenza e smarrimento, raccontati attraverso stili diversi e intimi.

Una playlist di parole
6 settembre, ore 12:15 – Aula Magna dell’Università: Michele Bitossi ed Enrico Gabrielli, musicisti prestati alla scrittura, si confrontano con Marta Bacigalupo sul ritmo della parola e il suono di un romanzo.

E visto che un festival è anche incontro informale, chiacchiera e pausa, Levoni torna anche quest’anno con il suo gazebo in Piazza Sordello. Non è solo uno stand gastronomico, ma un punto di riferimento: un luogo dove la letteratura incontra la convivialità, dove un panino al salame o un caldo cotechino mantovano diventano il contrappunto ideale a una mattinata di parole: per fermarsi un attimo, sedersi su una panchina con un libro in mano e un panino nell’altra, e sentire che tra cibo e pensiero non c’è separazione ma una dimensione di continuità.

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