Il cloud ibrido plasma il futuro dell’AI e della flessibilità aziendale
l’analisi di Kyndryl
Il cloud ibrido plasma il futuro dell’AI e della flessibilità aziendale
Il Cloud Readiness Report 2025 di Kyndryl rileva che per il 70% dei CEO la strategia cloud è stata “casuale”. Di fronte a costi in crescita e all’urgenza dell’AI, le aziende stanno passando a un’architettura intenzionale. L’adozione ibrida e multi-cloud (84%) si consolida per bilanciare l’addestramento AI con la sicurezza. La sovranità dei dati è cruciale (75% di preoccupazione per i rischi geopolitici), spingendo il 41% a riportare dati on-premise.

L’adozione dei servizi in cloud è cresciuta tra le imprese fino ad arrivare a rappresentare un’industria da 700 miliardi di dollari. Chi investe in cloud lo fa principalmente per promuovere agilità, innovazione e per contenere i costi.
Eppure, il 70% dei CEO afferma di essere arrivato al proprio ambiente cloud attuale “per caso, più che per una progettazione consapevole”.
Sono alcuni dei risultati emersi dal a Cloud Readiness Report 2025 di Kyndryl, fornitore di servizi tecnologici mission-critical per le imprese.
Il rapporto evidenzia che, ora che si preparano ad affrontare le sfide dell’adozione dell’AI, crescenti esigenze di sicurezza e nuovi requisiti normativi e di governance, l’adozione di una strategia cloud pianificata diventerà sempre più rilevante.
Sovranità e sicurezza ridefiniscono l’architettura cloud
La trasformazione in atto è guidata dalla necessità di riprendere il controllo sui dati in uno scenario globale sempre più frammentato.
La sovranità digitale non è più un concetto astratto ma una priorità operativa: il 75% dei leader aziendali esprime preoccupazione per i rischi geopolitici legati all’archiviazione e alla gestione dei dati in ambienti cloud globali.
Di conseguenza, il 65% ha già modificato le proprie strategie per rispondere alle nuove normative sulla sovranità dei dati.
Questa esigenza di controllo sta spingendo verso un modello in cui sicurezza e sovranità diventano principi di design e non vincoli subiti a posteriori. Le architetture ibride e multi-cloud si consolidano come standard di riferimento: l’84% dei leader utilizza intenzionalmente più cloud , mentre il 41% sta riportando on-premise almeno una parte dei dati.
Non si tratta di un passo indietro, ma di una ricerca di equilibrio tra prestazioni, compliance e costi, dove l’interoperabilità tra fornitori e confini geografici diventa essenziale per garantire il flusso sicuro delle informazioni.
L’AI dipende da una progettazione accurata
L’integrazione dell’intelligenza artificiale rappresenta il banco di prova definitivo per queste nuove architetture.
Sebbene l’89% dei leader confermi che gli investimenti in cloud abbiano semplificato l’utilizzo dell’AI , il 35% cita le sfide di integrazione come uno dei principali ostacoli al ritorno sull’investimento.
Per superare questi blocchi, le organizzazioni si stanno orientando verso infrastrutture specializzate, inclusi i “neocloud” ottimizzati per i carichi di lavoro basati su GPU, che permettono di bilanciare la potenza di calcolo necessaria con un controllo rigoroso dei costi.
L’ascesa della cosiddetta AI agentica sta accelerando ulteriormente questo cambiamento. Il modello emergente prevede l’addestramento dei modelli sui cloud pubblici, per sfruttarne la scalabilità e i dati sintetici, e la loro esecuzione (inferenza) in ambienti privati per garantire governance e sicurezza.
L’architettura ibrida funge quindi da base intelligente, collegando senza soluzione di continuità i due mondi e permettendo alle aziende di innovare senza esporre il proprio patrimonio informativo a rischi eccessivi.
Il cloud come abilitatore di resilienza nell’era delle minacce informatiche
La sicurezza del cloud si sta evolvendo per rispondere a un panorama di minacce in costante crescita.
L’82% delle organizzazioni ha dovuto fronteggiare un’interruzione legata alla sicurezza informatica nell’ultimo anno, un dato che sottolinea l’urgenza di sistemi resilienti.
Le imprese stanno rispondendo con investimenti mirati: il 75% sta puntando sull’AI per la cybersecurity più che su qualsiasi altra funzionalità.
La resilienza moderna dipende dalla flessibilità: il 91% dei rispondenti afferma che la propria infrastruttura cloud offre oggi la capacità di adattarsi rapidamente a nuovi requisiti normativi o minacce.
In questo contesto, il cloud cessa di essere una semplice destinazione per i dati e diventa un’architettura vivente che impara, si adatta e protegge, trasformando la gestione del rischio da difensiva a proattiva.
Il futuro dell’impresa agile risiede nella capacità di progettare queste architetture in modo che infrastruttura, dati e governance operino come un’unica entità coesa.
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