Il design motore di trasformazione: la Fondazione Francesco Morelli presenta ‘Unlimited Edition: The Bag’
Portare il design all’interno del carcere come strumento culturale, educativo e trasformativo. È il senso e lo scopo di Unlimited Edition: The Bag, il progetto della Fondazione Francesco Morelli dedicato alla sezione femminile della Casa di Reclusione di Milano-Bollate, realizzato con la collaborazione dell’Istituto Europeo di Design, di Ethicarei e della Fondazione Severino. Un percorso intensivo di Fashion Design che ha coinvolto otto donne detenute e che si è concluso il 2 dicembre con la cerimonia di presentazione, la consegna delle borse da loro progettate e del relativo attestato di frequenza rilasciato dall’Istituto Europeo di Design — un documento che ha valore concreto nel mondo professionale e formativo, e che per molte rappresenta il primo riconoscimento ufficiale del proprio percorso di studio.
A Pambianconews, Maria Teresa Coradduzza, vicepresidente della Fondazione Francesco Morelli, racconta il significato e le radici di questo progetto. “La Fondazione ha la missione di promuovere e diffondere la cultura del design soprattutto nei contesti svantaggiati e fragili. Le donne detenute rappresentano appena il 4,5% della popolazione carceraria italiana, circa 60.000 persone, e spesso hanno meno possibilità di accedere a percorsi educativi e formativi. Per questo abbiamo scelto di dare priorità a loro, costruendo un percorso intensivo che permettesse di sperimentare la potenza del design e apprendere una metodologia utile a sviluppare capacità progettuali nuove”.
Il progetto nasce come interpretazione diretta dell’eredità morale di Francesco Morelli, fondatore di IED e grande sostenitore del valore sociale del design. “Fin da giovanissimo – sottolinea – Francesco Morelli sentiva forte la responsabilità di creare qualcosa di utile per la società. La sua idea di scuola nasceva dal desiderio di aiutare i giovani a crescere come professionisti e come cittadini. Aveva messo a punto un metodo innovativo, coinvolgendo professionisti, aziende e istituzioni con la stessa visione. La Fondazione, che lui ha creato anni prima della sua scomparsa, continua oggi esattamente questa missione”.
All’interno del carcere, il design assume un significato ancora più ampio. “Il design non è soltanto un esito formale o estetico: è un processo che chiede responsabilità in ogni passaggio. Ha un potere trasformativo molto grande. Crediamo che questa sensibilità possa crescere e che chi può debba sostenere le fasce più fragili. Progetti come questo permettono di attirare partner che condividono la stessa missione e lo stesso obiettivo”, aggiunge.
Il corso — che ha preso forma dal 30 settembre al 4 novembre — è stato articolato in tre moduli: ricerca visiva, sviluppo del disegno e della progettazione, realizzazione del prototipo tramite lo studio del cartamodello. “Il nostro intento è continuare a lavorare con tutte le fasce della marginalità. Siamo partiti dai giovani, cuore della storia di Morelli, ma intendiamo estendere l’impatto anche a chi è meno giovane ma desidera cambiare la propria vita. I giovani restano però una fascia spesso bistrattata, che merita fiducia, strumenti e sostegno”, conclude Coradduzza.
Al termine del percorso, le borse sono state prodotte con cura dalla Cooperativa Alice, parte della filiera etica Ethicarei, che da oltre trent’anni opera nella sartoria sociale all’interno delle carceri lombarde. Fondazione Severino ha supervisionato il progetto e curerà la valutazione d’impatto sociale, educativo e professionale. Durante la cerimonia sono stati presentati anche il documentario realizzato da Oxymoro e il servizio fotografico dedicato all’intero progetto firmato dall’artista portoghese Rita Lino.
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